Sommacampagna
Il
paese sorge in prossimità delle colline moreniche che
circondano il Lago di Garda, da cui dista poche decine di
chilometri. La formazione del terreno risale all’ultima
grande espansione glaciale con la quale inizia l’era
quaternaria.
Il clima, proprio per la vicinanza del Lago di Garda, è
dolce e rende ricca la produzione di vino e pesche. In
questi ultimi anni si è sviluppata particolarmente la
coltivazione della vite e sono nate numerose cantine, con
una produzione, da parte di tutte, di ottimi vini.
Il territorio è interessato da parecchie infrastrutture: le
autostrade “Serenissima” e “Brennero”; il Quadrante
Europa; l’aeroporto “Catullo”; il nuovo mercato
agroalimentare di Verona.
Un
paese antico in una posizione privilegiata
Il
territorio del Comune di Sommacampagna si trova
all’estremo nord della campagna veronese, a ridosso delle
colline moreniche del Lago di Garda. Il suo nome attuale
deriva direttamente dall’originario nome latino Summacampania
(campagna più alta).
Oltre al centro principale, Sommacampagna, comprende le
frazioni di Custoza (antica Custodia) e Caselle (Caselle
d’Erbe).
Alcuni rinvenimenti archeologici, dell’età del Bronzo,
fanno intuire insediamenti nella zona già in epoca
preistorica. Un’ara votiva, con i nomi dei consoli Lentulo
e Norbano, scoperta durante i lavori di restauro della Pieve
di Sant’Andrea (sec. XI d.C.), indica che nel 38 a.C. fu
eretto nel luogo un tempio dedicato a Leituria, o Diana.
Furono scoperti anche ruderi del tempio dedicato a Minerva,
di probabile età augustea, sui quali sorse più tardi la
chiesa di S. Pietro (scomparsa nel 1825), che diede il nome
all’odierna località San Pierino. Ciò è segno della
romanizzazione di un centro già di per sé importante; si
ritiene che Sommacampagna, nell’età imperiale, fosse un vicus
in felice posizione climatica e strategica, vicino alle
importanti strade romane Gallica e Postumia.
Numerosi, nei secoli, furono i passaggi di eserciti e quindi
le dominazioni: Romani, Unni, Longobardi, Franchi, fino alla
sottomissione al re d’Italia Berengario, che fece
costruire un castello in posizione alta, dominante la
pianura (sede ora della chiesa di San Rocco), per molti
secoli la piazza pubblica dove si univa la “Vicinia” e
si sbrigavano gli affari più importanti.
In una pergamena del 930 troviamo per la
prima volta il nome Summacampania, (o Summa
Campanea); in un'altra del 1035, si parla della Pieve di Sant’Andrea,
probabilmente importante punto di riferimento per la
campagna veronese e la bassa area morenica, centro
spirituale e di intensa attività economica. Proprio attorno
alla Pieve sorgevano, alle origini del Feudalesimo, le prime
abitazioni, povere case ricoperte di paglia.
Il quadro panoramico di Sommacampagna all’epoca è: il
nucleo principale della popolazione attorno alla chiesa di
Sant’Andrea al cimitero, “plebs” con funzioni
coloniche; un nucleo minore legato alla terra “dominica”
a difesa del castello del signorotto; un nucleo ancora
minore nella borgata ora detta “Nadalina”; poche
stradicciole a collegamento dei nuclei abitati; ovunque una
boscaglia fitta, qualche pascolo e qualche vigneto. Il
terreno, morenico, era privo di acqua, da cui le antiche
espressioni “vico sico” e “sicca campanea”.
Nel passaggio dal Feudalesimo ai Comuni, Sommacampagna
rimane legata alla vita feudale del castello, della
“curtis” e della Chiesa. Di questo periodo, anno 1145,
è la bolla di Papa Eugenio III ove viene citata la Pieve
di S. Andrea di Sommacampagna.
Del marzo 1185 è il primo documento che accenna a Custoza.
Nel 1220, secondo la leggenda di Tommaso da
Celano, passò dalla zona San Francesco d’Assisi, il quale
presso l'oratorio di Santa Maria da
Monte (ora Madonna di Monte) costruì una prima comunità di
frati minori.
Sotto la dominazione degli Scaligeri, nel 1342, sui colli di
Custoza venne costruito un castello in una contrada
adiacente l’osteria Bella Vista. Nel 1406 Custoza è
registrata in un libro della Camera fiscale di Verona, per
il pagamento del dazio su vino, carni e bestiame. Il feudo
di Custoza, a quell’epoca era di proprietà di Andrea
degli Specchi di Verona, detto “il Formaggiaio (Formaieris)”,
al quale subentrò Martino Faenza, cui spettò dopo il
vicariato della zona.
Nel 1436 Francesco Gonzaga occupò anche i territori di
Sommacampagna e Custoza e due anni dopo si abbattè sulla
zona il flagello della peste.
Nel 1500 Sommacampagna e Custoza svilupparono la
coltivazione dei gelsi e il commercio della lana e della
seta.
Nel 1535 la parrocchia di Custoza si stacca da S. Andrea di
Sommacampagna e la popolazione di Sommacampagna dalla chiesa
di S. Andrea si porta all’attuale centro del paese. Nel 1585, fatto il catasto, a Sommacampagna risultavano 2371
campi, di cui 474 destinati a pascolo, che furono divisi tra
tutti gli abitanti del paese, in quota doppia ai maschi
rispetto alle femmine.
Nel 1630 anche la popolazione di Sommacampagna fu colpita
dalla peste, con 464 morti su 1450 abitanti; nel 1673 la
popolazione era di 700 abitanti.
Nel 1617 nacque la frazione Caselle quando il benefattore
Angelo Brighenti fece erigere una
chiesetta che, ingrandita, divenne poi oratorio della
rettoria.
Nel settecento ai vecchi nobili si affiancarono alcune
famiglie veronesi di nuovo insediamento, che costruirono sul
territorio lussuose residenze, esistenti ancora oggi.
Nel periodo napoleonico, nell’ambito di una forte
depressione economica, il mercato era rappresentato solo dai
bachi da seta e dall’artigianato dell’abbigliamento ed
il paese soffriva di un forte isolamento. Da una carta
topografica dell’epoca, infatti, risultano solo una
dozzina di isolati su un’area di circa mezzo chilometro
quadrato.
Nel 1814 ritornarono gli Austriaci e l’amministrazione del
paese era condotta da un’assemblea di 30 possidenti. In
questo periodo furono sistemati 22 chilometri di strade e
costruito il tratto della ferrovia Milano-Venezia.
Il territorio, in particolare la frazione Custoza, fu
interessato nel Risorgimento dalle battaglie delle guerre
d’indipendenza del 1848, del 1859 e del 1866. A ricordo di
questo periodo e di quanti persero la vita nelle guerre
rimangono l’Ossario (1879), l’obelisco della Cavalchina,
il monumento ai caduti di Monte Croce e la leggendaria casa del Tamburino
Sardo.
Dopo l’unità d’Italia, negli ultimi anni del XIX secolo
e nei primi decenni del novecento la situazione economica e
sociale era caratterizzata dal predominio di famiglie di
possidenti; ma la successiva distribuzione della terra a
piccoli proprietari e mezzadri e le possibilità di lavoro
da braccianti evitarono i fenomeni di emigrazione.
Nel periodo fascista si svilupparono i calzaturifici ed ebbe
impulso l’edilizia rurale e popolare, si sviluppò anche
l’agricoltura e nacquero i primi consorzi frutticoli.
Nel dopoguerra si ebbe un gran boom industriale, che
trasformò il ritmo di vita degli abitanti e la parte
pianeggiante del territorio, accompagnato da una vera
esplosione demografica ed edilizia, favorita dagli
insediamenti industriali ed artigianali, dalla realizzazione
del casello autostradale dell’autostrada Serenissima
(1960) seguita dall’autostrada del Brennero (1966), dalla
nuova dogana (1970).
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Le
Chiese
Pieve
di Sant’Andrea
E’
senza ombra di dubbio il monumento più importante di
Sommacampagna.
Sorta sui ruderi di un tempio pagano (sembra del 38 a.C.)
dedicato alla dea Leituria (Diana), ha acquistato le
caratteristiche di chiesa cristiana, in stile romanico, dal
V al XI secolo. Fatta con ciotoli, ha struttura di basilica
a tre navate. Anche in passato la chiesa aveva tre absidi
rivolte a levante, come pure tre erano gli ingressi.
All’interno vi sono vari affreschi ed una splendida Via
Crucis in legno, da poco restaurati dall’Amministrazione
Comunale. La chiesa può essere visitata con guida la prima
domenica di ogni mese dalle ore 15.
Santuario
di Madonna del Monte
Non
si conosce la data precisa di costruzione, ma di certo si
tratta di una chiesa di epoca molto antica. Sullo sfondo del
coro vi è un quadro raffigurante l’Assunta con San
Francesco, Sant’Antonio e San Bonaventura, segno della
permanenza dei Frati Minori presso il Santuario. L’altare
più importante con un affresco della Madonna con in braccio il Bambino,
è in marmo, in stile barocco; una iscrizione ricorda che
l’altare fu costruito nel 1712.
Chiesa
di San Rocco
Detta
Chiesa di San Rocco al Castello, sorse sulle rovine dello
stesso e fu dedicata nel 1511 a San Rocco, patrono degli
appestati. Il campanile fu sostituito nel 1903.
Chiesa
della Madonna della Salute
Fu
costruita nel 1816 dalla famiglia dei Conti Venier. Conserva
un pregevole altare barocco, che fu dichiarato privilegiato
in perpetuo nel 1817 da Pio VII, ed una bella immagine
lignea della
Madonna con Bambino.
Chiesa
parrocchiale dell’Immacolata e di S. Andrea Apostolo (del
Pirlar)
La
chiesa divenne la più importante quando la popolazione si
trasferì nel 1535 dalla Pieve di Sant’Andrea a quella più
centrale del Pirlar, che dalla metà del sec. XVIIIsu
disegni del Cristofoli venne
ricostruita più ampia. Venne consacrata nel 1762 dal
Vescovo di Verona Nicolò Antonio Giustiniani. L’attuale
campanile è quella dell’antica chiesa della Madonna del
Pirlar.
Chiesa
parrocchiale San Pietro in Vinculis di Custoza
In
stile neoclassico, a croce latina con cupola interna,
sostituì un precedente edificio di cui resta una statua
quattrocentesca della Madonna. La parrocchia di Custoza si
staccò da Sommacampagna nel 1536 e la chiesa fu consacrata
nel 1792.
Chiesa
parrocchiale del Redentore di Caselle
Le
origini della Chiesa risalgono al 1617, con la nascita di un
oratorio dedicato alla SS. Trinità. Nel 1904 ebbero inizio i lavori dell’attuale
chiesa, ad una sola navata. La parrocchia si staccò da
Sommacampagna nel 1929. Conserva importanti dipinti di Carlo
Donati e Agostino Pregrassi, recentemente restaurati.
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Le
ville
Cà
Zenobia, (famiglia Forlati)
Conserva
nei muri parti risalenti all’età romanica (XII-XIII
sec.); fu rimaneggiata nel periodo gotico ed ampliata nel
XVI sec.
Villa
Masi, (famiglie Engl, Fiocco)
Richiama
gli stili del Quattrocento e del Cinquecento
Villa
della Vecchia (famiglia Fiocco)
Risale
alla seconda metà del XVI sec.; è in stile veneto con
salone centrale e camere laterali ed un grande giardino
all’italiana
Villa
Venier (famiglie Giuliari, Noris, Campostrini, Gianfilippi) detta “La Bassa”
E’
un palazzo patrizio del XVII sec. con giardino
all’italiana. Viene utilizzato dall’Amministrazione
Comunale, che acquisterà l’immobile, per spettacoli
teatrali e musicali durante l’estate e per mostre varie
durante tutto l’anno. Il parco è aperto al pubblico.
Villa Bocca Trezza (famiglie Bocca Trezza, Livio, Mondadori, De Simone)
detta “Mille
e una Rosa”
E’
al centro del paese, con una vasta visuale sulle colline
circostanti e risale al XVIII secolo. Una lapide ricorda che
qui presero stanza Ferdinando di Savoia, duca di Genova, e
l'Arciduca Alberto d'Austria durante le guerre del 1848 e
del 1866.
Villa
Ravignani (famiglia Saccomani)
Di
proprietà della famiglia Saccomani, nella prima guerra di
indipendenza vi sostò Vittorio Emanuele.
Villa
Campostrini (famiglie Campostrini Martinelli, Giacobazzi Da Lisca, Donini) detta “La Decima”
Di
stile floreale del primo novecento, fu chiamata “Decima”
in quanto casa colonica ove si pagavano le decime.
Villa
Ottolini Pignatti Morano a Custoza
E’
una bella costruzione risalente al 1600, in splendida
posizione sulla collina della frazione Custoza, dominante la
pianura di Villafranca e Valeggio. Appartenne alle illustri
famiglie dei Faenza e degli Ottolini. Esiste all’interno
una cappella che conserva l’arredamento seicentesco. La
villa fu restaurata anche all’interno dall’attuale
proprietario.
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