L'assessore all'ecologia, Massimo Granuzzo, riferisce che in data 8 agosto
2008 è stata depositata in Comune, Provincia e Regione la domanda da parte
della ditta ME.MA.P. di ampliamento di cava Pezzette 2, cava approvata con
delibera di Giunta Regionale che risale al mese di giugno di quest' anno. Cava
Pezzette 2 era già stata valutata dal Consiglio Comunale un anno e mezzo fa, si
tratta della cava che si trova a Est di cava Casetta, a Sud Est della discarica
ex Vepart, oggi PROINN. Questa domanda fa riferimento alla richiesta della
ditta di ampliare questa cava di circa 20.000 metri quadrati in direzione Sud.
L'assessore sottolinea un aspetto curioso, e cioè che la ditta ha formalizzato
la domanda di ampliamento prima di iniziare i lavori di sfruttamento della cava
originaria. I lavori di estrazione della ghiaia sono partiti in questi giorni,
creando un certo subbuglio presso gli agricoltori che più direttamente subiranno
i danni di questa attività.
Si propone al Consiglio Comunale di
esprimere un parere negativo alla domanda, in particolar modo per una ragione: il
limite del 3% del territorio comunale utilizzato per escavazione è stato
abbondantemente superato, la Regione non è di questo avviso. Egli ricorda che
il Comune da tempo sostiene che sia attività di cava tutto ciò che sta all'interno
della recinzione, mentre la Regione considera solo l'area dell'escavazione
pura, senza conteggiare i 5 metri dal ciglio, che fanno corona all'area
estrattiva. L'ordinanza del Consiglio di Stato su cava Betlemme ha sentenziato
definitivamente che era corretta l'interpretazione del Comune, e cioè che è attività
di cava tutto ciò che è recintato, conseguentemente anche le aree accessorie e
non solo l'ambito estrattivo strettamente considerato. Questo ci porta con una
certa fiducia ad esprimere un parere negativo che trova ulteriore fondamento in
questa sentenza adottata a luglio dal C.d.S.. Questa è una ragione, l'altra
ragione è che per l'ubicazione dell'area non viene rispettato il piano comunale
del 2002. Infine si ricevono e si condividono le osservazioni trasmesse dall'azienda
agricola Pezzette di Soave Marco e Aldo, che più di altri subirà l'attività
estrattiva e dal sig. Merzi Nello. L'assessore procede a dare lettura a tali
osservazioni.
Il consigliere Pietropoli (CI) condivide pienamente le affermazioni fatte da uno degli
agricoltori citati, quando definisce un'assurdità chiamare “coltivazione” un'attività
di cava. Lo considera assurdo, come considera assurdo da parte dell'assessore
definire “recupero ambientale” il riempimento di una cava con rifiuti
industriali.
Il consigliere Giacopuzzi W. (CI) esprime profonda contrarietà all'escavazione del fondo ed
all'ampliamento. E' favorevole alle impostazioni ed alla filosofia della
delibera per le motivazioni esposte. Pone solo una riflessione non all'argomento
in sé, ma su quella scelta politica, fatta in Consiglio Comunale, di
individuare le aree da destinare a future escavazione. Ciò lo rende titubante, non
tanto per dire identifichiamo quello che secondo noi è un luogo appropriato per
l'escavazione, quindi non inquini aree che possono essere destinate ad altro,
ma che questo costituisca un messaggio “venite qui che c'è possibilità di
escavazione”. E' chiaro che l'intento è quello di razionalizzare il nostro
territorio, ma qualcuno lo può leggere come una possibilità, un richiamo. Comunque
sposa in pieno l'impostazione e condivide le espressioni dei proprietari
limitrofi.
Al consigliere Vincenzi (SP) fa piacere che l'assessore abbia letto queste frasi delle
due aziende agricole. Egli ha avuto modo di parlare con altri agricoltori della
zona che magari non hanno pubblicamente fatto presente le loro contestazioni.
Questo gli conferma che spesso da parte di tanti agricoltori c'è ancora la volontà
di continuare a produrre, di fare veramente impresa agricola e di non
assoggettarsi a mere speculazioni pratiche. Questo lo conforta come
amministratore pubblico e come operatore del settore. Spera che le risposte che
l'attività agricola sta dando sul territorio sia sempre più importante, e che i
giovani, invece di accontentarsi di questi soldi facili, possano sacrificarsi
in un lavoro bellissimo come quello del'impresa agricola.
L'assessore Granuzzo si rende conto che il numero incredibile di domande di escavazione
arrivate in questi ultimi cinque anni a Sommacampagna, a partire da pochi mesi dopo
l'approvazione di quel piano del 2002, possa in qualche modo far maturare quel
tipo di riflessione. Egli si è interrogato più di una volta, però, nel
considerare la situazione intorno al Comune di Sommacampagna, la risposta egli
crede sia chiara ed abbastanza evidente. Negli anni passati, Sommacampagna, fra
gli unici cinque comuni della Provincia di Verona dove è possibile aprire una
nuova cava, è stato di gran lunga il Comune che si è opposto a questa attività ferocemente.
Si sa che Valeggio ha esaurito il 3% ormai da 7/8 anni, perché la sua
Amministrazione non si è mai contrapposta alle domande di attività estrattive,
anzi ha rivendicato di poter procedere al superamento di tale limite. Bussolengo,
per la sua particolare conformazione, aveva un piccolo lembo di territorio
adatto a questa attività che è esaurito. Sona ha solo lo spicchio di Ca' Nova,
che è stata oggetto di una lunga vertenza giudiziaria, che ora è pronta con una
nuova domanda per il perfezionamento del procedimento. Resta Villafranca che è
arrivata al limite in questi ultimi anni del 3%; ci sono due nuove domande che
andranno in Consiglio Comunale domani sera. Sommacampagna l'aveva spuntata
negli anni '90 con cava Mirabella, un grosso pericolo scongiurato dopo una vicenda
penale che coinvolse un dirigente della Regione. Si era tenuto duro anche su cava
Casetta, tant'è che la Regione aveva fortunatamente espresso un parere
negativo, e poi è stato solo il commissario ad acta a rilasciare quella
autorizzazione. L'unico ambito estrattivo esistente, vero e significativo, era
cava Siberie. Questo per dire che negli ultimi cinque/sei anni a questa parte,
un cavatore che a Verona volesse sperare di portare a casa un'autorizzazione non
poteva altro che rivolgersi al territorio di Sommacampagna, perché era di gran
lunga il territorio comunale che aveva un margine di disponibilità per arrivare
al 3% maggiore rispetto agli altri Comuni.
L'assessore Mengalli, rispetto a questa vicenda, afferma che anche a lui arriva filtrata l'affermazione,
l'osservazione del consigliere Giacopuzzi Walter, e cioè quel piano di teorica
possibilità di estrarre non è che abbia invogliato qualcuno? La ricostruzione è
un po' diversa: quella indicazione di teoriche possibilità o tolleranze a
possibili ampliamenti è stata espressa a seguito della presentazione del PRAC (piano
regionale di escavazione) che era stato presentato all'ex macello di Villafranca;
in tale sede, fra l'altro, ci era stato raccontato che la Regione Veneto
affrontava il problema della siccità, per cui servivano cave per inumidire il
territorio. In quel piano eravamo indicati con 3 grandi cerchi, uno in località
Casetta, uno alla SEV ed uno in località Camille. Alla nostra richiesta se quei
cerchi indicassero ambito estrattivo, la risposta è stata che erano indicativi,
per cui erano suscettibili di una fluttuabilità di 500 m. o 1 km., cioè sono contesti
vocati all'escavazione. Lì ci si è resi conto del pericolo. A seguito di questa
presentazione è cominciato lo stillicidio di domande (Camille, Gasparina, ecc.).
Quella delibera è stata fatta nel tentativo di programmare l'attività
estrattiva; in un primo tempo sono state fatte osservazioni contro questo nuovo
piano di escavazione regionale, assieme al comune di Treviso. Siccome ci
avevano detto che questa non sarebbe stata una grande difesa, si è tentato di tutelarci
indicando noi, supplendo ad una sorta di mancanza di programmazione, alla
genericità di questo documento, indicando i siti teoricamente non tollerabili a
fronte del fatto che erano l'ampliamento di contesti già compromessi, quindi
erano tutti ampliamenti delle tre cave esistenti. Crede, quindi, che la versione
più giusta sia che le domande sono cominciate ad arrivare nel momento in cui ci
si è resi conto che la Regione indicava a Sommacampagna tre contesti vocati all'escavazione,
di dimensioni enormi. Da quel momento, i cavatori, avendo intuito l'orientamento
regionale, hanno cominciato a muoversi sul territorio per acquistare terreni e
per procurarsi la prelazione, cioè per essere i primi in graduatoria nella
domanda. Si è operato per parare il colpo di quella programmazione scellerata,
altri hanno usato quella programmazione come l'individuazione, l'intuizione di
una futura possibilità per cui hanno cominciato a procurarsi i terreni e li
hanno messi a frutto attraverso la presentazione delle domande. Conclude
affermando di trovare sempre più confermato quello che egli ha sempre pensato:
capisce il ruolo dell'assessore Coletto, comprende che egli si trovi nella
stessa situazione dell'assessore Granuzzo rispetto ad altre problematiche di
tipo regionale; non crede che Coletto e Mosele ce l'abbiano particolarmente con
noi, così come crede e spera che il sen. Bricolo, in quanto residente a
Sommacampagna, se proprio deve fare dispetti a qualcuno lo faccia da qualche
altra parte. Di questo ne è convinto. La verità, purtroppo, è che in temi come
questi ci si deve rassegnare a credere che il potere economico dei cavatori è talmente
forte, trasversale, persuasivo, con percorsi incisivi e che il vero problema è
che la politica fa fatica, non riesce ad intercettare una forza economica
spregiudicatissima, qui si muovono talmente tanti soldi e risorse che vanno a
pochi, per i quali gli stessi assessori provinciali sono impossibilitati a
prendere posizione. Egli capisce l'assessore Coletto: se gli dicono che la
Provincia di Verona deve dare 20.000 metri cubi di ghiaia all'anno ed i Comuni
sono cinque, egli crede che lui stesso non abbia piacere di sentirsi condannare
o chiedere risarcimento danni a fronte di una domanda immotivata. La verità è
un'altra: è che questi cavatori sanno farsi produrre delle leggi, tali e tante,
per cui diventa impossibile dire di no emotivamente. Il problema non è quello
di dire di no, il problema è quello di dire di no motivatamente, in base a specifiche
violazioni di leggi, che fatalità non ci sono mai. E sono molte leggi approvate
in agosto, ad hoc, specifiche, quasi finalizzate. Quindi egli capisce la
difficoltà di Coletto e Mosele. Purtroppo il tema è politico, bisogna ripensare
al meccanismo di fondo che è quello di dire che chi governa il territorio ha
anche il diritto di fare le scelte fondamentali su quel territorio. Quello che
non si capisce è perché le cave e le discariche devono essere autorizzate da organi
che sono lontani da noi e che fanno un lavoro ripartitorio e che sono quasi
costretti a “fregarsene” del nostro territorio, questa è la vera sfida del
futuro. Per questo, egli conclude, con riferimento alla discarica, egli appoggerà
sempre quei percorsi per i quali una Pubblica
Amministrazione tenta di entrare nel meccanismo, invertendo un orientamento, in
modo tale che almeno i benefici di uno sfruttamento del territorio vadano ai
cittadini che vivono in quel territorio. E' un percorso lungo e difficile; egli
crede che anche l'assessore provinciale Coletto possa avere le stesse difficoltà
che deve affrontare Granuzzo come assessore comunale; è possibile, proprio perché
la macchina è più grossa anche di Coletto e di Mosele, è una macchina più potente,
che ha dei collegamenti diretti ed importanti.
Terminati gli interventi dei
consiglieri, non essendoci dichiarazioni di voto, si passa alla votazione.
IL CONSIGLIO COMUNALE
Con voti favorevoli unanimi espressi
in forma palese,
DELIBERA
di approvare la proposta di
deliberazione allegata al presente provvedimento, per costituirne parte
integrante, formale e sostanziale.
Ad iniziativa dell'assessore all'ecologia Massimo
Granuzzo.
Premesse le seguenti
considerazioni tecniche ed amministrative:
1. in data 08.08.2008 con prot. 12615 la ditta
ME.MA.P. di Prospero Mauro, con sede in Monzambano, Strada Moscatello , 45/c ha
inoltrato in Comune domanda di ampliamento della cava di ghiaia denominata
“PEZZETTE 2” nonché copia delle domande relative allo stesso progetto
presentate in Provincia ed in Regione;
2. dell'avvenuto deposito fu data pubblicità
conformemente a quanto previsto dall'art. 18 della legge regionale 07.09.82 n.
44, mediante avviso pubblicato il 12.08.2008, prot. 12720, per quindici giorni
consecutivi all'albo Comunale ed entro i termini previsti dalla legge regionale
predetta sono state presentate quattro osservazioni, di seguito specificate;
(si allega copia)
3. In data 02.09.2008, 03.09.2008 e 04.09.2008
sono pervenute le seguenti osservazioni di cittadini come di seguito
specificate, che vengono, contestualmente alla presente, inviate alla Regione e
Provincia per i riscontri di competenza:
a) osservazione dell'az. Pezzette s.s. di Soave
Marco e Aldo presentata in data 02.09.2008 prot. 13534; (si allega copia)
b) osservazione del Sig. Serpelloni Adriano
presentata in data 03.09.2008 prot. 13564; (si allega copia)
c) osservazione del Sig. Merzi Nello presentata
in data 04.09.2008 prot. 13671; (si allega copia)
4. il responsabile del Settore Ecologia, ha
eseguito l'istruttoria sul progetto avanzando i seguenti rilievi tecnici e
normativi:
a) il progetto di ampliamento
non risulta conforme a quanto stabilito dalla deliberazione di C.C. n. 53 del
16.09.02 in cui vengono individuate le aree da destinare a future escavazioni
ai sensi della l.r. 44/82; tale individuazione, come evidenziato nel punto 4
della citata deliberazione “costituirà punto di riferimento essenziale ai
fini del parere che il Comune è tenuto ad esprimere, ai sensi dell'art. 18
della l.r. n. 44/82. in relazione a nuove richieste di escavazione”;
b) L'ampliamento oggetto della
presente considerando le superfici di attività di cava sia esistenti che
estinte e/o ricomposte e stanti le domande di escavazione ad oggi in fase
istruttoria e/o in attesa di D.G.R.V., supera il limite del 3% del territorio
agricolo comunale;
Tutto ciò premesso:
Considerato
che con ordinanza del Consiglio di Stato n° 3521/2008 del 01.07.2008, di
annullamento, previa sospensione dell'efficacia, della sentenza del TAR VENETO VENEZIA: Sezione II 1736/2007,
concernente autorizzazione apertura cava denominata “Corte Betlemme” viene
motivata come segue: “ ritenuto che l'area
interessata dalla cava comprende oltre che l'area di scavo, anche quella di
accumulo dei materiali, di manovra, di carico e scarico in quanto funzionale
all'attività di cava”;
Si
ritiene che sia confermata la modalità di conteggio del 3% nei modi e quantità
eseguite dal Comune (tutte le aree all'interno della recinzione) e non quelle
conteggiate dalla Regione e/o Provincia (solo l'area adibita a scavo) e
pertanto il presente ampliamento risulta oltre il limite del 3%;
PROPONE
1. di
esprimere parere contrario alla domanda in parola, richiamando le
argomentazioni della premessa che si intendono quindi qui richiamate ed
integralmente trascritte.
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