Il Sindaco,
prima di lasciare la parola ai tecnici presenti per una illustrazione
dettagliata del PAT, enuncia alcune considerazioni di carattere generale. Si è
avuto modo di parlare in questi anni del PAT, del progetto di programmazione
del territorio secondo la nuova legge urbanistica del 2004, che cambia il
modo di programmare il territorio . E'
un lavoro particolarmente importante, perché rappresenta il punto di arrivo di
un percorso lungo, cominciato ancora nel mandato precedente, nel 2000/2001
delineando le linee fondamentali di indirizzo del piano ed è poi ripreso in
questo mandato alla luce degli orientamenti e delle procedure della nuova
legge.
Ore 17,18 entra l'assessore Rama ed i
consiglieri presenti risultano essere 18.
Il Sindaco
prosegue, riassumendo i principi di questo PAT in tre linee fondamentali. 1) La
crescita demografica graduale, primo elemento che traduce negli obiettivi e
nelle linee del PAT quella che è, in fondo, un'idea di sviluppo del paese, cioè
quello che si vuole rendere possibile è che il nostro paese possa continuare a
mantenere le condizioni di paese, cioè di luogo privilegiato in cui si possono
mantenere le relazioni tra le persone, dove ci sia una dimensione umana del
vivere, la possibilità di avere servizi a misura dei bisogni, con un rapporto anche
più stretto tra chi amministra e chi vive il paese da cittadino. L'idea
fondamentale di questo piano è proprio di arrivare, attraverso la
programmazione urbanistica, a fornire un contesto in cui i cittadini possono
avere una qualità di vita. A volte si lavora per ambiti separati, da una parte
il lavoro urbanistico e dall'altro il lavoro sociale, ma questi due ambiti di
lavoro e di competenze del Comune sono strettamente correlati e di questo si è
cercato di tenere conto. 2) Il recupero di aree degradate o parzialmente
utilizzate: questa linea nasce dalla considerazione che il territorio è
prezioso, non va quindi sprecato, pertanto di fronte alla necessità che ha un
paese di crescere, seppur gradualmente, va prima sfruttato ed ottimizzato tutto
quello che è a disposizione prima di andare ad intaccare nuove aree che sono
dedicate al momento all'agricoltura ed alla coltivazione. 3) Attenzione
ambientale, sia per la situazione in cui si trova il nostro paese, la
collocazione geografica, un luogo di attraversamento, con i benefici derivanti da
questa collocazione, ma anche con alcune ricadute ambientali impegnative:
questa è una situazione oggettiva in cui si va a programmare il territorio; un
po' anche per una sensibilità, che ci è cara, cioè di cercare il più possibile di
creare delle condizioni di qualità ambientale dove l'aspetto del verde e del naturale
sia il più possibile ricostruito laddove è stato prima tolto. Questi sono i tre
punti fondamentali attorno i quali si è lavorato per predisporre questo piano. All'interno,
sono indicate delle linee di sviluppo del paese, che consentano uno sviluppo
graduale ed armonico dal punto di vista residenziale ed anche dal punto di
vista economico, ci sono delle disponibilità e delle trasformazioni che
consentiranno sviluppo produttivo, ma anche tutela dell'ambiente agricolo e
disponibilità della ricettività, proprio per la collocazione del nostro Comune
che può favorire una attività economica di tipo ricettivo. Sulle modalità di
redazione, il Sindaco osserva che, tenendo conto delle indicazioni della legge,
è stata una programmazione molto condivisa nella lettura dei bisogni del nostro
territorio, proprio perché il piano fosse effettivamente aderente alle
necessità del nostro territorio e concretizzabile in tempi abbastanza rapidi. Sono
stati fatti molti incontri, una quindicina di incontri pubblici, sia nella
presentazione del documento preliminare e sia per la concertazione e per la
presentazione del progetto finale. Il PAT essenzialmente è conosciuto dai
cittadini che abbiano avuto interesse a conoscerlo; non è un PAT cresciuto e
costruito in maniera riservata e segreta all'interno del Comune, ma è stato gradualmente
costruito, condiviso e presentato. Si è riusciti a firmare la copianificazione
con la Regione e con la Provincia. Questo è un percorso voluto fin dall'inizio,
sapendo che sarebbe stato laborioso, proprio per poter vedere se le scelte che man
mano si facevano rientravano nello spirito e nella normativa nuova, anche con l'obiettivo
di abbreviare i tempi, perché una programmazione condivisa consente dopo tempi
più rapidi di approvazione da parte della Regione. Si è avuta una qualche difficoltà
con un settore della Regione, ma si è riusciti a trovare una soluzione,
arrivando alla sottoscrizione. Si ha, quindi, la certificazione che questa
programmazione risponde in pieno alla legge e rientra nella pianificazione che
la Provincia fa nel nostro territorio. E' stato scelto di progettare il PAT
internamente alla nostra struttura: sono presenti alla seduta i nostri tecnici,
l'arch. Sartori (responsabile del servizio urbanistica ed edilizia privata), l'ing.
Lonardi (che si è occupato in particolare della stesura del PAT) ed il consulente,
arch. Tutino. E' stata fatta questa scelta consapevoli di avere le potenzialità
per poterlo fare all'interno del Comune ma soprattutto al fine di condividere
scelte di programmazione che nel tempo venivano fatte, è stato possibile un
continuo confronto tra indirizzi dell'Amministrazioni e chi doveva trovare risposte
tecniche all'interno della normativa. Approfitta per ringraziare tutti i
tecnici che hanno lavorato, per la professionalità e capacità che sono state anche
riconosciute in Regione e per le quali si complimenta con loro, ma anche per la
passione che hanno messo in questo lavoro di equipe. Un grazie anche all'assessore
Turato, al quale passa la parola, perché con la sua pazienza e tenacia ha
portato al risultato di oggi.
L'assessore Turato riferisce che il PAT è uno strumento nuovo: la legge è del 2004 e l'applicazione
effettiva è dalla fine del 2006; ha una valenza decennale, è uno strumento che
fissa gli obiettivi e le condizioni di sostenibilità degli interventi, quindi
non è uno strumento di governo diretto, ma uno strumento teso a leggere le
condizioni di sostenibilità del territorio ed a fissarne gli obiettivi e le
condizioni per interventi in sostenibilità. E' copianificato con la Regione e
con la Provincia ed è stato chiuso giovedì 15 gennaio. L'assessore elenca,
quindi, gli elementi innovativi del piano, che consentono di dire che la legge
regionale n. 11/2004 è ben diversa dalla legge precedente. Intanto la concertazione
rivolta agli enti ed ai portatori di rilevante interesse, per la quale sono
stati fatti una serie di incontri. Altri elementi sono: la perequazione
urbanistica, la riqualificazione ambientale, il credito edilizio e la
compensazione urbanistica. La perequazione significa equa distribuzione dei
diritti edificatori sul territorio; la riqualificazione ambientale ed il
credito ci consentono di intervenire laddove ci sono edifici e situazioni
ambientali di degrado, di impedimento o di contrasto dal punto di vista
paesaggistico, concedendo un credito edilizio che va utilizzato in aree ed ambiti
predisposti. La compensazione urbanistica va rivolta, invece, alla capacità di
recuperare edifici o aree da cedere all'Amministrazione per pubblica utilità;
sostituisce sostanzialmente il vecchio esproprio, che dovrebbe essere
utilizzato in maniera molto meno massiccia.
Per una crescita demografica contenuta ci si è posti l'obiettivo di uno
0,8 annuo, per cui un 8% complessivo: occorre tenere presente che tutti i
Comuni della cintura di Verona negli ultimi anni sono cresciuti dal 10 al 20%,
con poche eccezioni. Nel nostro caso, una crescita contenuta 8% su 14.000
comporta 1.000 abitanti in più, a cui si aggiungono 580 abitanti per recupero,
riconversione e credito e 1.800 abitanti insediabili portati in dote dal
vecchio PRG, per cui questo piano configura una potenzialità complessiva di 17.700 abitanti. Gli altri elementi,
oltre alla crescita demografica contenuta, erano elementi contenuti nel nostro
documento programmatico, ma anche nella legge, come la tutela e la valorizzazione
del territorio, della natura, dei monumenti, della vegetazione, dei boschi, del
paesaggio veneto a 360°, nonché la tutela delle fragilità del territorio, i
temi di natura geologica, i corsi acqua, le zone umide, la flora e la fauna, le
cave, ecc. Questi sono tutti elementi rispetto i quali la nostra Amministrazione
aveva dimostrato nel tempo molta sensibilità ed anche molta progettualità (ricorda
la variante ambientale condivisa con la Regione, che è stata trasferita con
implementazioni e riletture nel PAT). Altro elemento caro a tutti è la
limitazione dell'utilizzo di suolo: si sa che il consumo di suolo a svantaggio
dell'agricoltura, e comunque delle aree libere, è notevole, soprattutto in un
Comune come il nostro dove al consumo diretto di suolo per l'edificazione si
aggiunge la presenza di grandi infrastrutture che consumano suolo, come l'aeroporto,
le autostrade e le ferrovie.
Alle ore 17,28 entra il consigliere
Stanghellini ed i presenti passano a 19.
L'assessore Turato continua
informando che sulla base di queste riflessioni si è complessivamente impostato
il lavoro ad un risparmio di territorio. Ci si è misurati con la possibilità di
inserimento di abitanti e si è valutata la questione non solo del consumo del
suolo, ma anche della riqualificazione delle aree sottoutilizzate o degradate,
sorte in maniera abbastanza spontanea, le quali sono oggetto di indicazioni ben
precise. Per Custoza si è ritenuto di intervenire sul recupero della conceria,
che da molto tempo è stata oggetto di tentativi di recupero, mai consolidati,
ora l'idea è quella di puntare sul recupero, indicando di porre gli abitanti insediabili a Custoza in quel sito.
E' vero che per questioni strategiche non è stato indicato solo quel sito,
perché sarebbe stato controproducente: indicare un sito solo significa anche
concedere al proprietario un monopolio che dal punto di vista del beneficio
pubblico diventa controproducente. Per Sommacampagna si è deciso di intervenire
in due aree: Ca' Bianca e Cesure, rimaste per anni periferia e che ora, con questo
piano di riassetto, si ritiene possano essere idonee alla collocazione degli
abitanti insediabili. Per Caselle si è puntato su un completamento del sistema
edificato, mantenendo unito il tessuto ed i servizi: praticamente si tratta del
grande plesso vicino agli impianti sportivi. L'Amministrazione ha previsto un
notevole investimento (580 abitanti) nella riconversione di strutture ed edifici
incongrui, tra i più consistenti cita gli allevamenti avicoli: nulla contro gli
allevamenti avicoli, questa è una possibilità data, per alcuni facoltativa per altri
no, perché costituiscono una fascia di vincolo di natura igienico-sanitaria,
che comporterebbe per i tre centri abitati notevoli limitazioni e difficoltà in
tutto il sistema urbano. Per il sistema produttivo si è pensato, in sintonia
con la legge, di operare in continuità con le aree esistenti, per il semplice
motivo che ci sono già grossi investimenti sia in termini di infrastrutture che
di strutture. Le aree produttive sono indicate a Caselle e Sommacampagna e non a
Custoza: si tratta di una scelta da ritenersi ormai consolidata. Sono previste
aree produttive nella misura di 180.000 mq,
a cui si aggiungono altri 200.000 metri quadrati per la cosiddetta
compensazione urbanistica, fa riferimento in particolare alla fascia verde di
Caselle, un investimento che l'Amministrazione ha ritenuto di fare a difesa
dell'abitato di Caselle, fasce poste verso le due autostrade, che dovranno
essere vegetate e boscate, con una certa profondità (100 mt forse anche di
più), per ottenere quelle aree ovviamente si deve dare in cambio una
edificabilità che sarà di natura produttiva e non residenziale. Il piano conferma
la previsione Mirabilia, con degli aggiustamenti precisi: si riduce di circa la
metà e si va a precisare che chi vuole realizzarla deve affrontare in maniera
radicale la questione viabilistica. Non si vuole che se quel parco nasce possa
rappresentare un problema per la mobilità e lo potrebbe rappresentare
sicuramente se non si affronta il tema del ribaltamento del casello autostradale
e della netta separazione tra le classi viabilistiche, nel senso che non è
possibile creare dei tappi o colli di bottiglia, che possono determinare una criticità
viabilistica. Questo per dire che si conferma anche l'idea del rovesciamento
del casello a nord, in quanto quello attuale è
molto modesto, problematico e poco qualificato. E' vero anche che noi facciamo
questa proposta in osservanza al Piano del Quadrante Europa,che prevedeva che
tutti i caselli fossero in riqualificazione. Per quanto riguarda la viabilità,
ci si è confrontati molto spesso affinché il sistema della Provinciale Morenica
rimanga un sistema qualificato, perché ha un notevole flusso di traffico e non
è molto distante dal punto critico: si è in costante contatto con la Provincia
di Verona, per mantenere molto elevato il livello di scorrevolezza di questa
strada. Per il tracciato TAV si rimane alle decisioni già prese, se dovrà
essere sul nostro territorio, si è previsto che rimanga a ridosso della linea
storica Milano - Venezia. Per quanto riguarda l'aeroporto, nella primavera 2008
ci è stato presentato un'ipotesi di progetto di casello che raccoglieva il
traffico delle due autostrade, Brennero e Serenissima, con un casello dedicato
al sistema aeroportuale ed al sistema Verona (sostituirebbe in parte il casello
di Verona Nord). Rispetto a questo non ci sono stati avanzamenti di lavori, comunque
questa ipotesi non ci trova contrari perché porta in dote alcune soluzione per una
viabilità minore ed in particolare la connessione della strada provinciale
della battaglia (attuale strada che passa davanti all'aeroporto) connettendola,
mediante sottopassi o sovrappassi, al sistema dell'attuale tangenziale: ciò consentirebbe
la possibilità di evitare la circonvallazione dell'aerostazione e l'attraversamento
di Caselle. Sulla questione delle tangenziali del Sistema Veneto o tangenziali
a pagamento, l'assessore riferisce che è stato visto un progetto e che nel PAT
compare solo la previsione, che c'è
sempre stata perché era presente anche nel Piano Regolatore, come possibilità
di una strada di importanza superiore, che corresse a nord del nostro
territorio, lungo la ferrovia; non ci trova d'accordo l'ipotesi attuale di
connessione, che graverebbe sul nostro territorio: nell'unico incontro fatto
abbiamo chiesto che si produca uno studio per mantenere la connessione all'interno
del sistema della A22 e della tangenziale. Non ci è stato più avanzamento di lavori e noi non
abbiamo fatto alcuna previsione, d'accordo peraltro con la Regione, che
copianifica con noi. Sulla questione aeroporto, informa che è diventato civile
nel settembre 2008, prima era un aeroporto militare concesso al traffico
civile, con tutte le problematiche connesse: non si riusciva a capire come era
strutturato. Le cose ora si stanno schiarendo ed abbiamo una convocazione per
fine mese. L'aeroporto, ora civile, ha presentato nelle sedi che ha ritenuto
opportuno il c.d. masterplan, il piano di sviluppo, dal momento che ha ottenuto
per 40 anni la concessione, sulle cui previsioni non ci si è confrontati perché
non si ha ancora la documentazione. Sull'aeroporto noi abbiamo le previsioni
ENAC, proiettate al piano di rischio, che ci hanno fatto, peraltro, modificare una
nostra idea, che era contenuta nel PAT, rispetto alle aree di corte Palazzina: queste
normative ENAC che non prevedono presenza antropica in quelle aree ha fatto sì
che le togliessimo quella previsione dal piano. Rimane la questione del recupero
ex Gecofin, che ha dismesso la propria attività di produzione; si ritiene che
quelle aree possano essere idonee a recupero, evidentemente dotate della
necessaria viabilità, per un utilizzo di tipo commerciale e direzionale. In
particolare, non si va a gravare su Caselle perché si opera uno spostamento
delle previsioni da via Villa a questa area. In via Villa è previsto che non
possa più edificare in ragione delle analisi condotte rispetto ai vari tipi di
inquinamento e viene previsto che ci sia una possibilità di recupero di quella
attività ritenuta incongrua nelle aree di Caselle citate prima. Per quanto
riguarda l'aeroporto, è stato condotto uno studio di mitigazione per l'abbattimento
di rumori ed eventuali inquinanti, dal quale è emersa la previsione di inserire
una fascia verde a protezione del sistema, da recepirsi in sede di VIA e che
non sarà a carico della comunità. Sono state, inoltre, affrontate le tematiche del
recupero del patrimonio esistente in zona agricola, con l'inserimento di norme
che possono in qualche modo facilitare il recupero degli edifici dismessi, nonché
la tematica relativa al patrimonio edilizio esistente, cioè tutti quegli
edifici costruiti 25, 30, 40, 50 anni fa e che sono in qualche modo “congelati”:
ci si è detti di implementare la possibilità volumetrica su queste aree, in
modo da consumare meno superfici. Si tratta di aree dove la tipologia edilizia
è stata realizzata con il vecchio Codice Civile, dove quindi le distanze da
mantenere erano 1,5 m, mentre ora sono 5 metri, per cui sarebbe stato molto
difficile realizzare un piano generale. Si è trovata una soluzione nel mettere
a disposizione degli edifici che compiranno 30 anni un bonus di 50 metri cubi,
da utilizzarsi nel rispetto delle norme relative alle distanze, che non possono
essere derogate. Approfitta per ringraziare lo staff di progettazione, che ha veramente
lavorato con dedizione e competenza.
Il responsabile del servizio urbanistica, Paolo Sartori, osserva che dal momento che l'assessore
ha fornito un'ottima inquadratura ed impostazione generale all'argomento, egli
punterà ad illustrare l'impianto urbanistico generale e gli aspetti pianificatori,
mentre il collega Lonardi potrà dare dei ragguagli approfonditi sulla questione
relativa alla rete ecologica, una parte fondamentale e importante di questo
piano. Nell'approcciarsi ad un progetto di pianificazione, bisogna considerare
che ciò che si va ad elaborare è un qualcosa che si applica al territorio, che
ha delle sue qualità e caratteristiche, che generalmente fino ad una ventina di
anni fa era considerato una carta bianca, su cui venivano tracciati dei segni
che decidevano sostanzialmente l'edificabilità in determinate zone, solo
basandosi su una logica di ampliamento, in aderenza alle zone preesistenti. Dal
1998, in questo Comune è stato cominciato un percorso che la legge regionale ha
poi confermato come percorso valido di pianificazione che parte dal presupposto
che il territorio ha aspetti e qualità non riproducibili, una volta consumati,
rovinati e deturpati non possono più essere ripristinati in quella che era la
loro originaria condizione. Una carta bianca non dice una cosa importantissima
di quello che è Sommacampagna e cioè che per il 40% della superficie è un
territorio collinare, dove gli aspetti del paesaggio e gli aspetti della qualità
ambientali sono diventati tali da essere un bene pubblico, così importante e così
prezioso in un momento in cui si parla di sostenibilità e di recupero di valori
ambientali da non dover essere assolutamente sottovalutato. La parte collinare
è divisa a metà dal canale di bonifica, realizzato dagli Austriaci nel 1880 ed
ha caratteristiche fisiche e peculiarità ambientali diverse dalla zona pianeggiante che è stata oggetto, in
maniera forte, di aggressioni antropiche, fino ad una certa data era ben
tenuto, per la presenza della coltivazione della pesca, ma ora vi si trovano
edifici isolati, capannoni realizzati fuori zona, cave di ghiaia, grandi
infrastrutture, che vanno a detrimento del paesaggio. Il percorso a suo tempo
intrapreso aveva portato a valorizzare la parte collinare del territorio
attraverso la tutela di tutta una serie di elementi, come gli alberi, le siepi,
le zone boscate ed i corsi d'acqua che nella parte pianeggiante sono meno
presenti, perchè ridotti progressivamente dall'attività antropica. La zona
collinare è caratterizzata da una tipologia di utilizzo del territorio, che ha
avuto grande sviluppo: la coltura della vite, che costituisce una delle grandi
risorse territoriali del Comune di Sommacampagna. L'analisi ha affrontato tre
centri abitati con caratteristiche morfologiche ed insediative abbastanza
diverse e che hanno bisogno di interventi diversificati in relazione alle
problematiche che in essi si trovano: certamente Custoza ha bisogno di interventi
di riqualificazione molto minori rispetto a Caselle e Sommacampagna (soprattutto
per la parte bassa del territorio, mentre la parte alta, collinare, è ben
tenuta).
Nel frattempo entra nell'emiciclo
consiliare il geologo Mastella, estensore della VAS.
L'arch. Sartori prosegue citando la
presenza di infrastrutture sul territorio che ne determinano in maniera
significativa la condizione: aeroporto, autostrada, ferrovia, ed, appena di là
del confine il Quadrante Europa e l'autostrada del Brennero. Negli anni, parte
di Caselle e di Sommacampagna si è sviluppata in maniera molto forte sotto il
profilo produttivo, tanto che nella pianificazione di livello superiore, sia
quella regionale (del Quadrante Europa) e sia quella provinciale (nel vecchio
PTP ma anche nell'attuale PTCP), Sommacampagna è sede di ambiti di insediamenti
produttivi ritenuti di livello ed interesse sovra comunale, quantomeno
provinciale. Una volta fatto questo ragionamento, abbiamo confrontato le caratteristiche
del territorio, molto sinteticamente descritte, con quello che è il primo passo
che la pianificazione di un PAT richiede, cioè la sua divisione in ambiti
territoriali omogenei: non si parla di zonizzazione (ex zone D, zone
industriali, zone E, zone agricole del territorio), ma di ambiti che hanno
caratteristiche fisiche o insediative che li rendono omogenei, che possono
essere cioè trattati come un'unica grande macroarea, al cui interno la legge
regionale prevede vengano fatte le previsioni di pianificazione. Provvede
quindi ad illustrare la ripartizione del territorio in ATO: fiume Tione,
abitato di Custoza, parte collinare e zona rurale (caratterizzata da zone boscate
e coltura della vite), capoluogo, pianura agricola tra Sommacampagna e Caselle
(utilizzata per la coltura del mais e della pesca), infrastrutturale
(insediamenti esistenti o in fase di formazione non solo di interesse locale,
cita il Mirabilia), aeroporto con le relative aree di vincolo ed infine Caselle
(che ha la caratteristica particolare di essere tagliato a metà dall'autostrada
A4). Per affrontare il tema del consumo di territorio, su cui ha posto l'attenzione
la legge regionale, l'arch. Sartori considera che negli anni passati, negli
ultimi venti anni di applicazione della vecchia legge regionale n. 61, il
consumo di territorio non era considerato un problema e ciò ha favorito la
realizzazione di interventi residenziali con bassi indici di edificabilità, con
grande consumo di aree, per insediare relativamente modeste quote di popolazione:la
classica tipologia della villetta, creando in generale in Veneto una diffusione
di aree residenziali, che hanno occupato le immediate adiacenze dei centri
storici. A ciò si è aggiunto la grande espansione delle aree produttive: il
Veneto è una delle regioni dove ci sono più aree produttive, il che è positivo dal
punto di vista economico, ma comporta il disseminare sul territorio
insediamenti che producono effetti di antropizzazione, aziende che producono
fumi, reflui, rifiuti. Inoltre, permaneva la questione dell'utilizzo e
riutilizzo di nuove costruzioni nelle zone agricole: la vecchia legge regionale
n. 24 del 1985 dettava dei parametri di edificabilità che non erano legati alle
esigenze reali di conduzione del fondo agricolo, ma alla superficie. Ora, su
questi temi la Regione ha cambiato completamente rotta e, per costringere gli
enti locali a confrontarsi con questo problema, ha imposto una quantità massima
di superficie trasformabile; in pratica in base a quelle che sono le
caratteristiche del nostro territorio, al rapporto tra aree rurali ed aree non
rurali, alle colture ed a tutta una serie di elementi valutativi che poggiamo
la loro origine in considerazioni di tipo agronomico, è stato determinato il
limite massimo di superficie agraria utilizzabile, che è la quantità massima
di terreno agricolo che all'interno di
un piano di assetto del territorio può essere trasformata. Per Sommacampagna,
la superficie agraria trasformabile massima in base ai conteggi svolti dall'agronomo
è pari a 340.000 metri; su questo, noi abbiamo chiesto alla Regione di poter
applicare una piccola deroga, prevista peraltro dagli atti di indirizzo tecnici
regionali, in quanto noi abbiamo sul territorio un aeroporto che occupa circa
2.800.000 mq, il quadrifoglio dell'incrocio tra A22 e A4, che occupa 237.000 mq
e poi il casello della A4 con altri 90.000 mq, solo considerando queste
infrastrutture si perde più di 3.000.000 mq di territorio coltivabile; alla
luce di queste caratteristiche territoriali è stato chiesto ed ottenuto dalla
Regione di mantenere un 10% in più di superficie utilizzabile ai fini della
trasformabilità, portando la quota massima a circa 378.000 mq. Questo significa
che quando si affronterà il tema del Piano degli Interventi non si potrà
consumare territorio agricolo oltre questa soglia, quindi tutto l'impianto del PAT
ha dovuto fare i conti con questo elemento di vincolo esterno, per portare a
ragionare su quello che è un altro aspetto importante: la riqualificazione
delle aree dismesse e degradate, attraverso gli strumenti del credito e della perequazione.
Il passo successivo è stato confrontarsi con il dimensionamento: avevamo dei limiti
imposti degli atti di indirizzo che l'Amministrazione aveva fornito, che sono
stati confrontati con valutazioni tecniche, su quelle che sono le tendenze
demografiche. Abbiamo fatto fare uno studio demografico ed è stato verificato
che il trend di crescita della popolazione ha dipeso sostanzialmente negli
ultimi vent'anni non tanto dalla crescita naturale, ma dalla volontà o capacità
di mettere a disposizione aree edificabile con una determinata tipologia
edilizia, che ha attirato popolazione soprattutto dalle zone periferiche della
città. Nell'ultimo decennio, tra il 1991 e 2001, abbiamo avuto una crescita fra
il 19 e 20% per questa ragione. Tenendo conto di questa potenziale crescita, abbiamo ipotizzato che in relazione alla
popolazione esistente nel novembre 2007, la popolazione insediabile potesse
essere di circa 3.400 abitanti: da qui, tutto un lavoro lungo ed articolato
fatto sullo stato attuale di utilizzo del territorio ci ha portato a
determinare in 1.800 abitanti teorici la quantità di popolazione ancora
insediabile sul territorio, utilizzando e recuperando i volumi esistenti e
completando gli insediamenti già avviati, per arrivare a 1602 abitanti come popolazione
definitivamente insediabile nel territorio comunale nei prossimi 10 anni. Tenendo
conto dell'atto di indirizzo, abbiamo programmato 1000 abitanti per nuovi
volumi ed il resto per recuperi e riqualificazioni. A questo punto, si avevano
tutti gli strumenti per partire con un ragionamento pianificatorio completo:
numeri, indirizzi, vincoli interni ed esterni; si è quindi passati alla
ricognizione e catalogazione dei vincoli esistenti sul territorio, urbanistici (che
discendono da norme che il Comune deve applicare perché afferenti a
disposizioni nazionali, regionali, ecc.) quali i vincoli delle fasce di
rispetto stradale (che dipendono dalla categoria della strada in base al
decreto legislativo n. 265), autostradale, ferroviario, cimiteriali, delle zone
tutelate (edifici storici e centri storici), i vincoli indotti dalla normativa
regionale in materia di tutela del territorio (zone boscate), il vincolo paesaggistico
(che sta sulla parte collinare del territorio e che discende dal decreto
legislativo n. 42/2004), i vincoli indotti dalla presenza dell'aeroporto (che
sono di natura geometrica, perché la vecchia normativa del 1958 definiva le
aree di vincolo non tanto in relazione alla tipologia e quantità degli aeromobili
ma in relazione alla distanza dal perimetro dell'aeroporto; con le ultime
modifiche al codice di navigazione si è passati a vincoli anche di tipo
qualitativo, quindi tipologia degli insediamenti realizzabili in queste zone). Fatto
questo lavoro di catalogazione, siamo stati chiamati a fare un secondo lavoro
di catalogazione relativo alle invarianti, cioè quegli elementi e
caratteristiche fisiche che ci sono sul territorio comunale, che possono o
devono generare strumenti di tutela, perché ne costituiscono la caratteristica
ambientale qualificante. Qui è stato abbastanza semplice per noi perché si
veniva dall'esperienza della Variante n. 17 e non si è fatto altro che riprendere
quella filosofia e quelle indicazioni, aggiornandole, codificandole ed
introducendole come elementi qualificanti della nostra progettazione. Sempre in
relazione agli indirizzi dati dalla Regione, ci siamo confrontati con quelle
che sono le fragilità, cioè alcune caratteristiche peculiari del territorio che
se oggetto di alterazione possono comportare dei riflessi negativi sull'ambiente:
es. la condizione geologica. Anche in questo caso abbiamo dovuto registrare le
condizioni fisiche esistenti, le tutele per far sì che questi ambiti caratterizzati
da queste peculiarità possano essere tutelati ed in che modo devono essere
tutelati, normando il tutto affinché poi con il Piano degli Interventi si
possano decidere quali interventi realizzare e in che maniera realizzarli. Ultima
cosa che abbiamo fatto è la tavola 4, detta anche “carta della trasformabilità”,
in gergo “tavola del progetto”, nella quale sono state delineate le scelte
strategiche. E' la tavola che discende da tutto quello detto prima, sovrapponendo
le cartografie precedenti ed arrivando a definire quali sono gli ambiti del
territorio comunale che possono o devono essere trasformati se li si vuole
riqualificare ed a definire, in relazione alle indicazioni generali del
documento preliminare quali erano le strategie progettuali, tecniche in questo
caso, confrontandole poi con le scelte
dell'Amministrazione Comunale poste alla base del progetto. Questo è il
percorso metodologico con cui è stato portato avanti il piano. Entra, quindi,
brevemente nella spiegazione delle scelte pianificatorie dei tre centri
abitati. Per quanto riguarda Custoza, le zone di tutela delle
corti rurali introdotte dalla Variante n. 19 al PRG sono state riprese e
riproposte, aree al cui interno non è possibile l'edificazione agricola, perché
va a compromettere la visione di questi oggetti storico culturali, per i quali
c'è l'interesse a mantenerne e tutelarne la visibilità. E' riportata una linea
di sviluppo di tipo insediativo residenziale (freccia verde), dove l'abitato di Custoza, visti tutti i vincoli e
le tutele citati, potrà essere ampliato senza compromettere la sostenibilità dell'intero
sistema. Ci sono le zone boscate (zone in
verde) e le aree di riqualificazione (quadrati
di colore verde scuro) dove è possibile procedere alla collocazione di nuovi
volumi oppure al recupero di quelli esistenti a seconda delle destinazioni d'uso
e delle quantità che il PAT mette a disposizione per l'abitato di Custoza. Evidentemente,
qui non si prefigura una pianificazione tale da dire che l'edificazione sarà
sicuramente in una zona o l'altra, perché la scelta sarà se destinare la
volumetria esistente come nuovo insediamento al recupero (ex conceria) oppure alla
nuova edificazione, scelta che sarà propria del Piano di Interventi e che il
PAT non affronta, ma si limita a suggerire le opzioni e le alternative
percorribili. Sono segnati i coni ottici di particolare interesse ambientale e
panoramico (colore rosso), che
derivano da studi fatti in precedenza; tutte queste cose si trovano nelle norme,
che servono per andare a delineare le modalità operative che il Piano di
Interventi dovrà seguire, nel momento che le macroscelte del PAT verranno calate
sul territorio. Riferisce, poi, della zona di espansione delle aree pubbliche
tra l'attuale impianto sportivo ed il cimitero e della riconferma di tutta la
pianificazione in atto (centro storico, zone di completamento, ecc.). Sono
segnati, inoltre, gli elementi di degrado (tre
croci gialle) o che disturbano la qualità ambientale che, attraverso l'istituto
del credito, dovrebbero essere riconvertiti andando a fare due scelte
possibili: o in loco o prendendo questi volumi, demolendoli e spostando la
capacità edificatoria nelle aree di sviluppo e nelle aree di riqualificazione.
Questo comporta accordi e processi di pianificazione attuativa abbastanza
complessi, ma che possono portare ad evidenti miglioramenti di qualità sul
territorio; in generale corrispondono a due allevamenti esistenti in atto e ad
un terzo ex allevamento, che sta alla Bagolina, dove questo concetto di credito
è già stato sperimentato, perché già nel 2000, con l'adozione della Variante n.19,
per quell'insediamento è stata prevista la possibilità, se demolito, di
realizzare in alternativa una certa quantità di volume residenziale, in
accorpamento agli edifici della corte. Il Tione, con la sua valle ed i meandri,
costituisce la vera e propria gemma ambientale del territorio di Sommacampagna,
per le sue qualità paesaggistiche ed ambientali. La normativa è andata a
tutelare in maniera evidente le qualità di questo brano di territorio. Nello
stesso Piano Regionale Territoriale e di Coordinamento è definita una core area, cioè un'area naturalistica di
livello addirittura regionale, un punto di qualità tale da meritare l'attenzione
del pianificatore regionale. Passando a Sommacampagna,
il tema di fondo affrontato è la distinzione fondamentale tra le due tipologie di
aree esistenti, le zone a predominanza residenziale (azzurre) e le zone a prevalenza produttive (rosse): Sono state evidenziate e divise perché dal punto di vista
normativo ci sono delle specificazioni applicative diverse tra un caso e l'altro.
Vengono segnati gli allevamenti (croci
gialle), costruiti negli anni attorno all'abitato di Sommacampagna, che
oggi vengono a collidere con i possibili ampliamenti, perché una volta erano in
piena campagna ed adesso si trovano ai margini del paese, quindi la
realizzazione degli interventi di possibili e potenziali espansioni di tipo
residenziale (frecce azzurre) devono
fare i conti con l'eliminazione di questi elementi di degrado, che pongono vincoli
di tipo igienico sanitario che non sono derogabili: la realizzazione di questi
interventi comporta la necessità di andare, con il credito edilizio, ad eliminare
e riconvertire in loco quelle strutture. Gli insediamenti di tipo produttivo (frecce viola) vanno sostanzialmente a completare
quel processo di pianificazione produttiva che si è iniziato con la Variante
dell'area Crocetta ed alle quali è anche legato il completamento di quella strada
di collegamento che dovrebbe consentire al traffico proveniente dalla
tangenziale di andare verso Custoza senza attraversare il centro abitato di
Sommacampagna. Sulle aree collinari ci sono delle zone di riqualificazione (perimetri arancione) di miglioramento qualità
urbana, dove ci sono delle presenze scoordinate, di insediamenti residenziali nati
nel tempo, senza una precisa logica urbanistica, è prevista la possibilità di
intervenire, anche inserendo delle volumetrie nuove, per andare a riordinare e
soprattutto creare, in alcune di queste, quella dotazione di servizi (come
strade e marciapiedi) che oggi non esistono. Ci sono, inoltre, situazioni di
incompatibilità (croci marrone), cioè
insediamenti esistenti che sono o diventano incompatibili per la presenza di
vincoli (visti prima sulla tavola n. 1) o perché contrastano con una previsione, una proiezione strategica dell'assetto
del territorio futuro. Per esempio, indica i 2 BAO (zone B di riordino
urbanistico) che ad oggi, non essendo ancora state realizzate non hanno più senso
di esistere e che verranno ricomprese all'interno del progetto generale che
dovrà interessare tutta l'area Ca' Bianca, secondo le previsioni di questo Pat,
realizzabile magari per stralci. Quella capacità edificatoria lì attribuita verrà
recuperata all'interno di questi ambiti di nuova edificazione; nel caso non ci
fosse questa possibilità di immediato recupero della capacità edificatoria che
viene persa è evidente l'intento dell'Amministrazione di utilizzare lo strumento
della compensazione urbanistica in altre parti del territorio. Caselle ha la caratteristica di
essere compressa tra elementi infrastrutturali che ne contornano palesemente l'esistenza:
l'aeroporto a sud, le autostrade a est, il quadrante Europa, la ferrovia a
nord, con l'asse dell'alta capacità (ex TAV - tracciato in blu) e l'area del sedime della ex statale 11 (tangenziali
Venete, tangenziali a pagamento), per la quale c'è un progetto di cui il PAT
riconosce il tracciato, che già il PRG dettava come tracciato possibile in
adiacenza alla ferrovia, e non riconosce il braccio che da nord scende a sud
del nostro territorio: questo dovrebbe costituire un punto di partenza su cui
discutere con la Regione per le scelte di percorso delle tangenziali a
pagamento. Caselle ha una conformazione piuttosto strana, nata su due assi
principali,via Scuole e via Roma, si è realizzata sostanzialmente attorno a
questi due assi, nel tempo si è ispessita con la lottizzazione Caselle Sud, che
ha collegato l'abitato di via Roma con l'abitato nato attorno a via Verona.
Vista questa situazione, il progetto non
ha fatto altro che ragionare su quello che era il possibile futuro assetto e
dire che l'area che sta intorno agli impianti sportivi (freccia blu) è l'ambito più consono per poter pensare ad interventi
di tipo residenziale, che vanno poi visti alla luce dell'interesse generale per
il potenziamento delle aree pubbliche che sono esistenti in quella zona e,
quindi, sostanzialmente degli impianti sportivi. Le criticità (croci marroni) sono relative ad un insediamento
(zona C di espansione residenziale) che non è stata edificata per problemi di
vincolo cimiteriale e per la quale si prevede il recupero ed all'area di via Villa dove attualmente è
prevista una zona commerciale e direzionale e che dovrebbe diventare uno dei
punti cardine relativamente agli ambiti di riequilibrio dell'ecosistema di Caselle
(colore verde chiaro). E' una
definizione ripresa dal Piano d'Area, che definiva gli ambiti di riequilibrio
dell'ecosistema: noi abbiamo voluto dedicare un intero articolo delle norme alla
questione ambientale di Caselle inserendo previsioni di grandi aree verdi, che
attraverso le politiche della perequazione e delle compensazioni dovrebbero
essere acquisite per la realizzazione di fasce boscate, quale difesa dell'abitato
di Caselle. Si è pensato che una volta che il Comune riuscisse ad entrare nella
proprietà di queste aree la barriera con le infrastrutture sarebbe effettiva e non
solo ipotetica (sarebbe diverso affrontare il Comune che non il singolo privato),
inoltre l'aspetto della tutela ambientale per l'abitato di Caselle è stato
ritenuto prevalente. Rimane il problema dell'autostrada A4 che taglia fisicamente
a metà l'abitato di Caselle e dalla quale si spandono inquinanti su una buona
fascia di territorio. Nell'accordo di concertazione sottoscritto con l'aeroporto,
avevamo già pensato che quella zona della margherita aeroportuale dovesse
divenire una zona di filtro e di tutela. Analogamente a questa, abbiamo pensato
che a nord dell'autostrada ed a difesa delle zone densamente popolate, visto
che c'era spazio utilizzabile, fosse possibile prevedere, attraverso l'istituto
della compensazione urbanistica e del credito, la realizzazione di una zona
boscata che andasse a mitigare gli impatti dell'autostrada. Gli strumenti che
ci consentono di arrivare a ciò sono i mc edificabili in altra parte di
territorio, ricavabili anche da quella dotazione di 582 abitanti che di fatto
ne giustificano l'adozione. Sul lato dell'area produttiva sono indicate le
croci gialle, perché a differenza della vecchia normativa gli atti di indirizzo
regionali prevedono che le fasce igienico sanitarie degli allevamenti operano,
a partire dal 2004, anche in funzione degli insediamenti produttivi, pertanto
vanno eliminati prima di poter realizzare quegli interventi, che sono necessari
perché sono anche quelle le aree di compensazione, che dovrebbero essere
utilizzate per poter acquisire a patrimonio comunale le aree da dedicare al
rimboschimento. E' indicata la fascia di tutela che sta lungo il margine
aeroporto e che deriva da studio ambientale molto preciso, che abbiamo ritenuto
e consigliato che fosse inserito nella VAS: non è una previsione di tipo
urbanistico, che si possono realizzare o meno, ma è una previsione con quale si
vuole che l'ente che gestisce aeroporto si confronti nel momento in cui dovrà
portare in approvazione il suo piano di sviluppo aeroportuale e che si aggiunge
a quell'accordo sottoscritto a suo tempo che già prevedeva la zona di
mitigazione di cui si parlava. Il Mirabilia è una previsione progettuale che
sta nel piano del Quadrante Europa, è dal punto di vista urbanistico molto
impattante, della quale si è tenuto conto in sede di redazione VAS, ma
costituisce anche un'opportunità. Noi abbiamo solo cercato di dare a quella che
era un'idea abbastanza superficiale, presente nel piano regolatore vigente,
cercando di dare un po' di contenuti maggiori, andando ad inserire un
dimensionamento di metri cubi che rendesse effettivamente ipotizzabile un
intervento, che consentisse un progetto che potesse poi essere appetibile sotto
il profilo economico dagli investitori.
Interviene l'ing. Lonardi per presentare uno dei contenuti più innovativi, per lo
meno all'interno di uno srumento pianificatorio, che è appunto la progettazione
delle rete ecologica locale. Cosa si intende per rete ecologica: interventi o
azioni, strategie per garantire la tutela della biodiversità, un indicatore
ambientale che dà la misura di quanto un sistema ambientale sia efficiente e
sano dal punto di vista della flora e della fauna Costituisce questa strategia
l'integrazione di quello che una volta veniva definita la teoria delle isole,
ovvero all'interno di un territorio antropizzato si definiscono delle aree nelle
quali flora e fauna possono svilupparsi (isole). Ora questa teoria è stata
superata, perchè in realtà si è capito che le isole non potevano garantire la
continuità funzionale dei sistemi naturali e col tempo sarebbero state
inghiottite dall'antropizzazione, per cui, per risolvere problema, è stata introdotta
la cosiddetta “funzionalità a rete” ovvero ci sono ancora le aree protette al'interno
delle quali la flora e la fauna possono svilupparsi, ma queste aree devono
essere assolutamente collegate tra di loro; da qui la necessità di strutturare
i cosiddetti “corridoi ecologici”, perché un sistema piccolo ed isolato non può
sopperire a delle deficienze interne, come l'instaurarsi di malattie o fenomeni
di distruzione della flora e della fauna stessa, mentre un sistema piccolo
integrato in un sistema a rete può sopperire a queste lacune. Ciò consente
innanzitutto di evitare il fenomeno della “mosaicatura” del paesaggio e cioè il
fenomeno per cui gli elementi naturali, e quindi anche la disponibilità di
risorse energetiche e materiali, vengono frammentate all'interno del territorio
da infrastrutture artificiali, quali strade, urbanizzazioni ed insediamenti. Allo
stesso tempo consente il continuo collegamento di queste aree ed il proliferare
di elementi floristici e faunistici. Una rete ecologica di livello locale non
può essere pensata a sè stante, ma deve partire da una progettazione di rete a
livello regionale o addirittura comunitario. Infatti la rete ecologica che è
stata progettata in questo PAT, è partita dalla proposta di rete regionale,
contenuta nel redigendo PTRC, il quale accoglie e fa proprie le indicazioni e
le direttive fornite dalla Comunità Europea all'interno del progetto “Rete
natura 2000” e cala le previsioni regionali all'interno della realtà locale. La
Regione prevede l'utilizzo di quelle che sono le fasce boscate ed i corsi d'acqua
come corridoi ecologici, in particolar modo il territorio di Sommacampagna
è interessato dai corridoi ecologici
inerenti il fiume Tione e le fasce boscate presenti fra le zone moreniche. Queste
indicazioni sono integrate poi con altre due indicazioni fornite dal Piano
Faunistico Venatorio Regionale, inerente un'area posta a Nord Est, definita zona
di ripopolamento e cattura dal punto di vista faunistico, e dall'area relativa
alla ex cava Ceriani, che è soggetta a vincolo forestale, ma che lo stesso
piano della rete ecologica regionale individua come area di rinaturalizzazione,
che presenta già caratteristiche naturalistiche di una certa importanza e che
va, pertanto, tutelata ai fini
ecologici. Con queste indicazioni si è arrivati al progetto finale delle rete
ecologica locale, che al suo interno contiene i seguenti elementi: i corridoi
ecologici, le tre aree di rinaturalizzazione previste (ex cava Ceriani, Caneà,
Palù) che funzionano come serbatoi floristici e faunistici, e le aree definite di
transizione, che fungono sia da protezione dei corridoi ecologici ma anche loro
stesse integrano quelle che sono le capacità di trasporto floristico e
faunistico proprie dei corridoi ecologici e aree cosiddette di riconnessione
naturalistica, che sono aree che, un tempo erano coperte da fasce boscate o
attualmente caratterizzate da attività che precludono la funzione naturalistica
della zona, per le quali è previsto, in futuro, la riconnessione alla rete
naturalistica. All'interno di questo progetto, poi, sono state integrate quelle
aree che fungono da riequilibrio dell'ecosistema di Caselle sia da mitigazione
degli impatti aeroportuali, sempre per il fatto che un progetto di rete deve
essere integrato con tutte le sue componenti affinchè queste stesse componenti
possano funzionare.
Dott. Mastella riferisce che la VAS (valutazione ambientale strategica) è uno strumento
che si affianca al PAT, che valuta quelli che sono gli impatti e gli effetti
significativi che il progetto di piano avrà rispetto ad alcune tematiche
ambientali. La VAS nasce dalla direttiva n. 42 del 2001 della Comunità Europea,
che, al fine di promuovere uno sviluppo sostenibile e durevole ed assicurare un
adeguato livello di protezione dell'ambiente, richiede questo strumento per
qualsiasi piano o opera di una certa dimensione che va ad interessare un
territorio urbanizzato. La differenza tra un SIA e la VAS è che un SIA (studio
di impatto ambientale) va a valutare gli effetti di un progetto e di un'opera
mentre invece la VAS va a valutare le ricadute di un piano. Il dialogo tra PAT e VAS avviene in due modalità: interviene dopo che
è già stata fatta una scelta, oppure entra, dialoga e interagisce direttamente con
il piano. E' stato un lavoro interdisciplinare con competenze diverse, geologiche,
ingegneristiche, agronomiche, ecc., interconnesso con il lavoro dell'ufficio
urbanistica proprio perché il processo decisionale deve maturare man mano. Dal
quadro conoscitivo, informazioni di base che derivano dalla raccolta di dati,
si passa alla prima fase, quella della relazione ambientale, lo stato di fatto,
l'analisi ex antem. Man mano che viene redatto il piano si fanno valutazioni
successive sui risultati che il piano comporta. La VAS deve avere degli obiettivi
di sostenibilità, tenendo conto di principi di massima a cui attenersi (riduzione
rifiuti, minore consumo di suolo, rispetto della naturalità), avvalendosi della
normativa esistente e confrontandosi con gli strumenti di pianificazione di
ordine superiore. Trattandosi di un processo partecipativo, sono stati incontrati
una serie di soggetti del territorio, sono pervenute osservazioni, poi recepite
per poter inserire nel processo tutta una serie di osservazioni, che permettessero
di rendere sempre più evidente il lavoro. Le due fasi relazione ambientale oggi
e rapporto ambientale (valutazione del piano dopo) diventano due fasi
successive sulle quali la commissione regionale dà un parere. Nella relazione
ambientale sono state individuate delle criticità presenti sul territorio,
valutando una serie di matrici e di componenti ambientali. Nel rapporto
ambientale le criticità emerse vengono tradotte nell'indicatore, che è lo
strumento oggettivo che permette di dare una valutazione (in tema di acqua
potabile porta l'esempio dei nitrati o del mercurio).
Alle ore 19,03 entra il consigliere
Serpelloni ed i presenti risultano 20.
Il dott. Mastella continua ad
illustrare la rappresentazione degli indicatori. E stata analizzata la
pressione dell'aeroporto sull'abitato, nello stato attuale e di previsione, per
i dati che si sono riusciti ad avere, e queste elaborazioni hanno permesso di
avere indicazioni qualitative e non quantitative. Per ogni ATO l'attuazione del
piano comporta una modifica alla quantità degli indicatori: i range ci dicono
il cambiamento di questo valore. Da questo perviene la valutazione se il
cambiamento può o meno essere sostenibile. Un esempio sono l'impatto delle
linee sviluppo sulla parte idraulica, una criticità che la commissione VAS
regionale ha chiesto di verificare in particolar modo come le azioni di
sviluppo vadano ad interferire. E' stata effettuata, pertanto, una valutazione
di sostenibilità per ogni indicatore. Da qui, la proposta di azioni di
mitigazione per poter inserire all'interno delle norme tecniche effettive
prescrizioni per andare a ridurre gli effetti su quel indicatore, mettendo in
atto norme che, se inserite, dovrebbero andare a migliorare la situazione.
Tutto ciò verrà analizzato e verificato mediante la previsione VAS e la commissione
VAS stessa controllerà che queste azioni di monitoraggio vengano fatte. Sulle
alternative strategiche, la VAS prevede la possibilità di indicare per alcune
azioni impattanti delle alternative prese in considerazione dall'Amministrazione.
Egli precisa che la VAS è un percorso di modifica di alcune azioni in itinere.
Al termine dell'analisi degli indicatori, si è data una valutazione azione per
azione, dando dei punteggi da 0 a 6 a seconda della localizzazione, che ha
permesso di fare una sommatoria. Da ciò si perviene ad una valutazione
complessiva di ogni azione di piano che dà l'indicazione della sostenibilità
complessiva dell'azione di piano. Se un'azione non è sostenibile si interviene
con una mitigazione e/o compensazione. In tale modo si aumenta la
sostenibilità. Cita la mitigazione dell'aeroporto di Caselle, le fasce verdi
lungo il confine, per diminuire in parte gli effetti dovuti al traffico aereo.
Parlando di impronta ecologica, conosciuta ai più, egli precisa che si esprime
in ettari, e riporta i valori della situazione attuale. Conclude asserendo che
la VAS ha la necessità assoluta di avere un monitoraggio permanente, con
strumenti che verranno messi in atto per le verifiche.
Il prof. Tutino riparte dall'inizio per sottolineare la rilevanza storica di questa
adozione e dell'applicazione della legge n. 11 della Regione Veneto. Già dagli
interventi del sindaco, dell'assessore e dei tecnici è emerso chiaramente che
non si tratta di uno strumento paragonabile con il PRG al quale eravamo abituati,
ma è qualcosa profondamente nuovo e diverso. La L.R. n. 11 del 2004 si colloca
nel solco di un evoluzione scientifica, disciplinare, politica che da molti
anni e con molta difficoltà cerca di precisare in termini socialmente ed
economicamente più utili il diritto di edificazione originariamente connaturato
con la proprietà. Si muove nell'ambito del concetto del valore ambientale, che
si è molto sviluppato negli ultimi decenni, non solo in Italia, a fronte di
situazioni critiche che ci destano un allarme e che ci rende molto consapevoli
per la stessa sopravvivenza dell'umanità. L'attenzione all'ambiente non solo
per conservare una bellezza ma condizioni di vivibilità
e sopravvivenza. Con la legge 11, oggi proponiamo uno strumento che è un piano
di assetto e che si distingue dal piano di interventi, connota già una
distinzione precisa tra le condizioni oggettive e di lunga durata della lettura
del territorio e quelle che sono le scelte politiche, le opportunità e
convenienze di intervento diretto sul territorio che vengono demandate al piano
degli interventi. Questo trattamento separato in due fasi della pianificazione
introduce una possibilità nuova che è quella di considerare elementi oggettivi
e di lunga durata ben difficilmente modificabili. La stessa rappresentazione, che
viene fatta attraverso le tavole, di vincoli, invarianti e fragilità come corpo
scientificamente indagato, ci dà una conoscenza ed una descrizione che relegano
la trasformabilità come una possibilità solo conseguente alla valutazione di
questi valori di lunga durata, fissi, è come una possibilità residuale. Questa
è una distinzione estremamente importante nel percorso della progressiva evoluzione
del diritto di edificazione: la possibilità di trasformazione diventa quel che
rimane, quel poco o tanto (poco in realtà), che può essere trasformato senza
pregiudicare le qualità ed i rischi di intervento sul territorio. E' un modo di
proporre il piano che dobbiamo considerare profondamente innovativo. Ci sono
poi altri elementi introdotti dalla legge 11, che ci confortano in questa
direzione: il credito edilizio, la perequazione e la compensazione sono termini
che ci dicono come possa venire trattato quel che rimane del diritto di
edificare come qualcosa che può essere trasferito, che può essere negoziato,
comprato e venduto, che può essere però collocato solo dove il piano degli
interventi decide che si può fare. Vuol dire subordinare i diritti o le attese
che una proprietà può avere ad un interesse generale che viene interpretato dalla
pianificazione e che la pianificazione stessa adopera per realizzare le
trasformazioni. Questo processo di progressiva separazione tra il diritto di
edificare e la proprietà del suolo è cominciato dalle storiche sentenze della
Corte Costituzionale (n. 40 e n. 41 del 1968), che avevano sancito per la prima
volta in Italia che i vincoli non erano indennizzabili, cioè il fatto che un
vincolo (tutela ambientale, ecc.) che comportassero inedificabilità non
comportano un indennizzo specifico. Una decisione a quell'epoca clamorosa, che
più tardi si trasferì nella legge n. 10, la Bucalossi, che ha trasformato il
concetto di licenza edilizia, cioè il fatto che l'ente pubblico autorizzasse il
proprietario a realizzare un suo diritto, in concessione, cioè l'ente pubbliche
che concede ad un privato il compito di realizzare un interesse collettivo
stabilito dal piano. E' un percorso che è tutt'altro che terminato, perché le
resistenze sono fortissime, soprattutto in Italia dove alla speculazione
edilizia ed alla rendita è stata attribuita un'importanza enorme, assolutamente
non paragonabile agli altri paesi europei: c'è una propensione alla collocazione
del risparmio sul mattone assolutamente sproporzionata alle esigenze effettive,
dal momento che in Italia ci sono più abitazioni che famiglie. E' un fenomeno
unico al mondo. Ci si muove su un terreno interessante politicamente per il
nostro futuro, per l'evoluzione e la collocazione del nostro paese nella
comunità internazionale. E' un adeguamento forse tardivo ma molto efficace che
ormai viene portato avanti per adeguarci ai concetti di tutela ambientale.
Bisogna tener conto che lo sforzo che questo ha comportato si è tradotto in un
testo legislativo piuttosto complicato, difficile e che comporta nella stesura
del PAT una difficoltà interpretativa e compilativa abbastanza notevole. Questo
ha del resto consentito di fornire al Comune dei materiali che saranno
utilissimi anche nel futuro ed un impianto di trattamento dei dati che
faciliterà tutto il lavoro successivo. La banca dati che è stata messa insieme
ed il lavoro della VAS, appena descritto, rappresentano dei valori che si
devono tenere a portata di mano per tutte le operazioni successive che ci consentono
delle valutazioni molto più serie, precise e scientifiche di quanto fosse stato
mai fatto. In questo senso, è doveroso riconoscere che la produzione faticosa di
questo documento è stata coronata da un successo ammirevole. La stessa Regione
ha riconosciuto che questo PAT si colloca tra i migliori tra quelli presentati
e questo si deve soprattutto ai tecnici comunali. Egli è grato del fatto che
gli sia stata data la possibilità di dare il proprio contributo a questo
lavoro: la collaborazione con il Comune è cominciata nel 2000 con la produzione
di quella variante al PRG che ha costituito la premessa di questo lavoro e che
è stata trasferita nella compilazione del documento preliminare. Essendo un
lavoro che compie quasi 9 anni, si dice soddisfatto di averlo potuto seguire
fino ad arrivare ad un risultato concerto e conclude ringraziando.
Il Sindaco
ringrazia per la presentazione esauriente, che riteneva doveroso dare. Propone
di effettuare una sospensione, un'ora di pausa, per poi procedere alla
discussione ed i consiglieri concordano.
La seduta viene sospesa alle ore
19,45.
Alla ripresa di seduta, alle ore 21,
risultano presenti 20 consiglieri (assente Braggio di CI).
Il Sindaco
apre la discussione sul punto in oggetto.
Il consigliere Pietropoli (CI) innanzitutto esprime un rammarico sui tempi, visto che l'ultima
variante al piano è del 1992 e quindi risale a circa 16 anni fa. Sembra quindi
che per l'Amministrazione Comunale di Sommacampagna in questi anni nulla sia
cambiato. Eppure dagli anni Novanta il mondo ha avuto trasformazioni
incredibili come la caduta del muro di Berlino, l'11 settembre, la
globalizzazione, la delocalizzazione e la trasformazione dell'economia e della
società, ma il piano regolatore di Sommacampagna è rimasto quello. Potremo dire
che questo non sia di certo un bell'esempio di amministrare. In secondo luogo
sentiamo la necessità di avvisare i cittadini che in scadenza del mandato e per
chiare e disperate mosse elettorali verrà approvato sì un piano, ma un piano a
metà; se tutto va bene, infatti, si arriverà ad avere l'approvazione del solo PAT
e non del piano degli interventi. Si tratta, quindi, di uno strumento che fissa
trasformazioni ammissibili, ma non dà di fatto risposte concrete ai cittadini
che da tanto tempo aspettano invece il nuovo piano e sono stufi di andare ogni
tanto in Comune a parlare del futuro delle loro aree e delle loro zone. Dunque
potremo dire che in cinque anni e con un piano regolatore di fatto già pronto
prima nelle precedenti Amministrazioni, non si è riusciti a far altro che un
metà piano ed è inutile citare la legge 11 della Regione Veneto come elemento
che ha fermato l'iter del piano, visto che la legge 11 è dell'aprile 2004. Con
un piano già fatto alla fine dell'amministrazione Mengalli e non consegnato per
evitare in quel caso problemi con gli elettori, bisognava correre subito ed essere
veloci, visto che non si era riusciti a terminare il piano prima del 2004, per
non presentarlo troppo vicino alle elezioni. I cittadini di Sommacampagna hanno
pagato, quindi, i giochetti elettorali della politica. Ma nel nuovo PAT tutto è
più facile, visto che si possono mettere frecce un po' qui e un po' là,
cercando di accontentare un po' tutti, pensando che i cittadini di Sommacampagna siano il “popolo bue”,
ma forse sarà necessario dire ai cittadini che nelle zone colpite dalle
freccette si potranno insediare solo i carichi aggiuntivi derivanti dal credito
edilizio e dalle compensazioni urbanistiche, quindi è tutto da vedere. Entra,
quindi, in alcune considerazioni sulle scelte. Per l'ATO n. 3, relativo alla
definizione di Custoza, o meglio atto terzo della definitiva distruzione di Custoza,
il PAT prevede delle cose che se fossero uno scherzo sarebbero divertenti, ma
che purtroppo leggendo le carte risultano alquanto reali e preoccupanti. Si
propone,quindi, non di parlare di ATO 3 ma del terzo atto della distruzione di
Custoza, che già di guerre e di feriti ne aveva già subìti abbastanza. Atto
primo: il famigerato muro, che è costato quanto una scuola ed è stato costruito
per contenere un parcheggio dimensionato in modo da accogliere i visitatori di
una fiera, ovviamente come sanno bene i cittadini la fiera viene fatta all'interno
del parcheggio in modo da rendere impossibile anche l'unico criterio per
ritenerlo un intervento ammissibile: la funzionalità. Atto secondo: la lottizzazione
in buca, che è posta all'ingresso del paese e che è posizionata in modo da
essere facilmente allagabile e difficilmente giustificabile per una frazione
che dovrebbe porre all'ingresso del paese il vessillo della salvaguardia del
paesaggio e del territorio. Non contenti di questo si è deciso di passare all'atto
terzo, ovvero invadere anche l'ultimo di brandello di paesaggio che arrivava
nel cuore del paese con una zona dalle dimensioni abnormi per servizi di
interesse comunale di maggiore rilevanza, pari alla metà dell'intero centro
storico. Noi riteniamo inammissibile costruire in questi ambiti e sinceramente
credevamo che le proteste unanimi dei cittadini contro il muro facessero
passare una volta per tutti la voglia di perseguitare la nostra amata Custoza.
Forse, se con i soldi del muro si fosse costruita la scuola, i cittadini
sarebbero un po' più contenti, Leggiamo inoltre con ironia a calce delle tavole
di progetto che si sono commissionati studi specifici per Caselle e Custoza all'architetto
del muro tanto “amato” dai cittadini di Sommacampagna e Custoza.
Il consigliere Giacopuzzi W. (CI) rileva l'assoluta incompetenza e capacità propositiva sua dal
punto di vista tecnico rispetto questo lavoro: ha veramente toccato con mano che
è enorme e che ha richiesto anni di applicazione e di valutazione. Al di là
degli obiettivi messi a conoscenza della popolazione ed accettati dalla Regione
Veneto, in tutto questo periodo, grazie al quale egli ha cercato di capire questo
strumento di piano, c'erano dei cambiamenti, dovuti sicuramente all'elaborazione
stessa, che hanno comportato delle difficoltà e disorientamento: ogni volta che si faceva un ragionamento, si
cambiava o si aggiungeva un ulteriore elemento che faceva cambiare idea. Rileva
che è stato un documento estremamente dinamico, che è stato pensato e costruito
nel tempo. Sottolinea la competenza tecnica perché questo è un aspetto
determinante, come è stato ampiamente rilevato questa sera. Ma il PAT è uno
strumento di carattere politico. Al di là di tante specificazioni, che egli ha apprezzato
e cercato di capire, non bisogna dimenticare che è un aspetto politico, dove
certe scelte eminentemente politiche sono state fatte. Un aspetto determinante
e strategico è Caselle, considerata la zona dove il PAT è più pesante e
strategico. Inutile sottolineare le infrastrutture già presenti o previste, con
le quali il PAT deve fare i conti: sono ingerenze o presenze molto
condizionanti. Non tutte sono state esplicitate concretamente nel PAT, manca
fondamentalmente il nuovo previsto casello autostradale della A22 ed il sistema
delle tangenziali lombardo-venete. Tra l'altro, anche nel documento del geologo
Mastella sono stati elencati e nominati come elementi impattanti il sistema
delle tangenziali venete e poi lo sviluppo aeroportuale. Tutto il concetto di nuova
aerostazione è sicuramente rientrante in una strategia di ampliamento o di strutturazione
dell'aeroporto (se farlo in testa a pista o centro pista), perché questa scelta
andrà ad interagire in maniera estremamente pesante su Caselle. Ricorda i
pronunciamenti dell'ex sindaco Mengalli che si era pronunciato proprio in
questa direzione e gli piacerebbe sapere ancora cosa ne pensa o cosa ne pensa
questa Amministrazione su questa questione. Queste mancanze si notano: nel PAT
si notano determinate scelte che sono state fatte ma si vedono anche certe
assenze, anche se si tratta di strutture che verranno realizzate nel futuro e
che implicano ragionamenti viabilistici per Sommacampagna. La loro presenza,
anche solo segnata, dava innanzitutto a chi leggeva il PAT un'informazione e
soprattutto a chi le farà sovracomunalmente dà l'idea che il Comune di
Sommacampagna ha presente questa cosa e che in qualche maniera dovrà venire a
patti. Rileva come di recente sia stata inserita (perché non era nella
pianificazione iniziale) le linea verde che delimita l'aeroporto, che egli
comunque constata con estremo piacere e soddisfazione. Altrettanto, chiede perché
queste presenze futuribili non sono state inserite.? La riflessione fatta è che
non prevederle nel PAT significa forse anche non dare dei messaggi su come il Comune
vorrebbe che fossero fatte. La linea verde dà indicazione di come il Comune vuole
che sia presente una cosa del genere. Così questo sistema delle autostrade
lombarde venete potrebbe diventare, pur nella negatività della presenza del
soggetto, una strategia ed una modalità per evidenziare una mitigazione di
carattere ambientale che questo stesso soggetto potrebbe portare nel nostro
territorio, invece di vederla solo come una penalizzazione la si potrebbe
vedere come una modalità per rinverdire o fagocitare un sistema di difesa dell'ambiente,
che magari potrebbe essere impensabile, tant'è che quella striscia, quell'arco al confine Est di Caselle con
questa presenza dovrà essere variato. Questa barriera verde al confine est è
positiva ma apre ad un'altra considerazione, del prezzo che si dovrà pagare,
quella bellissima parentesi verde costerà in termini di compensazione. Egli
immagina che si andrà a prendere nella zona artigianale di Caselle, che vuol
dire metri cubi, traffico, certo anche sicuramente lavoro, però è un prezzo che
Caselle dovrà pagare. Non sa fare le valutazioni fino in fondo, ma crede si
tratterà di un prezzo molto alto. Chiede perché il Comune di Sommacampagna,
considerando sempre la parte Est di Caselle, non ha presentato osservazioni al PAT
di Verona, in merito alle aree e strutture di confine del Quadrante Europa che
non sono sottoposte a VAS, proprio perché questo va a danneggiare Caselle. Il
PAT di Verona prevede una zona di riqualificazione e di ammortizzazione tra Quadrante
Europa e Verona mentre non prevede nulla nella parte di territorio tra Quadrante
Europa e Caselle. La separazione a verde la fa Sommacampagna, perche non la fa Verona?
Perché dobbiamo consumare il nostro territorio? Sarebbe interessante chiedere
una compensazione che le aree di Verona Ovest, della Brennero diventino bosco a
mitigazione ambientale. Nel centro di Caselle, nella zona nord, c'è un
tratteggio che dà fastidio: la zona
dietro la chiesa, che costeggia il cimitero, la via che fa spartiacque tra due
campi sportivi è visto come area di
urbanizzazione consolidata residenziale; è chiaro che lì potrebbe non essere
costruito nulla, ma egli è contrario per il fatto che una zona verde in centro
paese è strategica e deve rimanere tale: la vorrebbe come campo sportivo nuovo.
Propone di togliere quel tratteggio e che si renda quell'area intoccabile per
gli anni futuri. Altro argomento: la discarica Siberie è un danno (cita pag. 40);
ci tiene a sottolineare questo fatto anche se da un punto di vista generale ha
rilevanza non apprezzabile, però ritiene necessario ribadirlo perché anche nel
documento delle norme tecniche viene considerata un fattore limitante nell'ATO
n. 7; lo rileva anche in considerazione di tutto quel pronunciamento ed
atteggiamento avuto come minoranza nei confronti di questa scelta infausta. L'area
verde a seguito della concertazione con l'aeroporto, soprattutto nella parte
Nord, è una bella idea, ma si chiede se sia un'area verde vera e propria,
perché sicuramente alle aziende che sono presenti in zona può far gola: si
tratta di un'area verde attrezzata o un'area di parcheggi strategica? Perché
il posto in effetti si presta. Domanda
una chiarificazione ulteriore: uno degli obiettivi della sostenibilità sociale
del nostro Comune, prevista nel VAS, è la salvaguardia ed il miglioramento
della vita mediante alcune azioni, una di queste è crescita demografica
contenuta, dove il termine corretto è non “sviluppo” ma “adeguamento”.
Sicuramente si dice che il piano ha cercato di equilibrare una domanda di
residenzialità che è molto alta a Caselle oppure attraverso il recupero di una volumetria
esistente, che egli giudica buono, però è rimasto sorpreso dai numeri, dalla
percentuale di possibilità di ampliamento e soprattutto i numeri sui nuovi
abitanti del Comune e facendo la proporzione anche per la frazione di Caselle,
perche se siamo 15.000 abitanti in tutto e 5.000 a Caselle, 100 abitanti all'anno
previsti significano 33 abitanti all'anno a Caselle, circa; gli pare che sia un
numero estremamente ridotto in considerazione dei numeri di bambini che nascono,
delle persone che muoiono, dei nuovi insediamenti e delle persone immigrate. La
domanda che gli è nata è proprio quella che è stata fatta nella serata di
presentazione di PAT a Caselle: chi si sposa, dove va ad abitare? C'è poca “tollerabilità”
insediativa a Caselle e torna alla mente la sproporzione di Caselle Sud, fatta dal
2000 in poi, quando la massa è arrivata pesantemente. Egli trova difficile
contemperare questa necessità di limitazione a causa del vecchio insediamento;
anch'egli è d'accordo a livello generale sul fatto di andare piano, ma gli pare
un dato estremamente rilevante in negativo. Quando si parla delle conclusioni del
potenziamento dei servizi di uso quotidiano, anche per le frazioni, chiede a
cosa ci si riferisce.
L'assessore Turato, sul rammarico per i tempi, considera che sicuramente se avessimo potuto
l'avremmo chiuso prima. Il piano regolatore è coetaneo agli strumenti urbanistici
dei comuni contermini ed è stato aggiornato con lo strumenti delle varianti,
che sono del tutto legittime, discusse in Consiglio Comunale. Non c'era nessun piano regolatore nel cassetto,
ma c'era uno studio che era stato portato avanti con la vecchia normativa. Il
sindaco d'accordo con l'Amministrazione ha deciso di congelarlo proprio per
dare la possibilità di discuterlo nel mandato successivo. Nel mandato
successivo si è ripreso, è sopravvenuta l'aspettata legge regionale, che noi
riteniamo molto positiva, riteniamo giusto aver aspettato la legge regionale, perché
dà delle possibilità notevoli nei termini di gestione di uno strumento che sia moderno
ed al passo dei tempi. La chiusura di uno strumento di pianificazione
strategico avviene a sei mesi dalle elezioni, ma non vorrebbe che in Italia si
continuasse con questo gioco, perché anche il sindaco che viene la prossima
volta se lo riprende in mano radicalmente probabilmente non arriverà molto
distante da questi tempi, quindi è una costatazione che non si condivide. La
questione degli insediamenti e dei carichi aggiuntivi è una lettura sbagliata,nel
senso che negli ambiti che abbiamo visto ci vanno tutti i carichi di natura
residenziale e non i carichi aggiuntivi. Si focalizza poi la questione su Custoza,
che si riteneva la frazione meno investita da questioni di natura ambientale intese in senso negativo (inquinamento, presenza
di strade e quant'altro) dove peraltro la nostra pianificazione condivisa dalla
Regione è già una pianificazione sedimentata da tempo. Si parla del muro, egli non
crede sia la sede, comunque in ogni caso non fa parte del piano, ma se si
vuole, si parli pure del muro. La lottizzazione è stata posta in quel sito
perché è stata concordata con la Soprintendenza, perché tutti gli altri siti
sono notevolmente problematici, e poi in collina non c'è mai una buca, perché c'è
comunque fisicamente un punto di scolo dell'acqua, basta che venga regolata. Il
paese di custoza che gode effettivamente di un'unicità, è abbastanza sparso,
che gode di una edificazione particolare, non riesce a riconoscerlo come “brandello
di paese”; c'è una previsione di inserimento di una struttura pubblica e parlare
di una dimensione spropositata crede sia controproducente: ben vengano le
dimensioni se si mette una scuola e dei servizi. Non vede, pertanto, dove stia
la contrarietà. Non entra nel merito dei soldi del muro perché anche questa è
una questione che ritiene superata. Fa una semplice precisazione: il muro di
Berlino è caduto nell'89 non negli anni '90. Rispondendo al consigliere Giacopuzzi,
considera che è evidente che questo piano è stato redatto dai tecnici, ma dove la
politica si è assunta tutte le responsabilità. I tecnici sono stati degli
interpreti notevoli, come detto prima e come ripete. Il piano è risultato
dinamico, proprio perché in particolare rispetto alla frazione di Caselle le
sopravvenienze sono state notevoli. Caselle ha tutta una serie di situazioni
molto in divenire; il casello della A22, le tangenziali, l'aeroporto. Ci si
confronta in genere ed in particolare con lo strumento urbanistico si pongono
dei segni sulla pianificazione solo quando vi sono le condizioni: le
tangenziali a pagamento sono state presentate, mai discusse, non c'è una sede
dove si possa al momento presentare controdeduzioni, siamo andati in Provincia
dove abbiamo espresso le nostre perplessità. D'accordo con la Regione non
abbiamo messo quella bretella di collegamento, perché, come detto prima, mentre
nella parte Nord si è raccolto sostanzialmente quello che nel piano precedente
si diceva e perché si ritiene che lì sia meno dannoso porre una strada di
scorrimento, sulla questione invece delle tangenziali aver messo segno
significava in qualche modo dire che siamo quasi d'accordo. Non averlo messo
significa intanto correttezza dal punto di vista della disciplina urbanistica e
poi che ci si riserva nelle opportune sedi di esporre tutte le controdeduzioni,
tra cui l'essere critici (che diventi un'autostrada 2) e rispetto quella
posizione. Si chiederà che venga spostata. Non avendola discussa né in
Consiglio Comunale né coni colleghi, non abbiamo posto una condizione
interlocutoria perché riteniamo non fosse giusto. La stessa cosa si può dire per
il casello A22, presentato nella primavera 2008, del quale non si è più saputo
niente; sembrava che la A22, nel quadro dello spostamento degli investimenti a
sud di Affi, lo considerasse come cosa fatta, ma non si è più visto una documentazione
che andasse oltre. Deve dire che non si è contrari a quel tipo di possibilità,
pur riservandoci le giuste controdeduzioni. Un altro elemento che si può estrapolare
è che tra tangenziali a pagamento e casello i progettisti non hanno dialogato:
questa sembra una cosa molto strana per non dire superficiale. Sulla questione
sullo sviluppo aeroportuale, c'è un piano, da noi visto ufficiosamente, mai
depositato nel comune di Sommacampagna, che assieme a Villafranca è il comune
competente dal punto di vista territoriale. E' un piano di sviluppo su cui avremmo
molto da dire, ma è inopportuno dal punto di vista disciplinare fare una previsione
su una cosa, che non è stata discussa dagli enti; su questo la Regione è d'accordo,
probabilmente non sarebbe stata d'accordo se si decideva di inserire qualcosa
perché avrebbe chiesto da quale documento lo si era tratto. Fa un piccolo
inciso sul fatto che la pista può essere segnata sulla cartografia per
questioni di sicurezza nazionale solo adesso. Riassumendo, sulla viabilità si è
favorevoli, con riserva, rispetto al sistema del casello, contrari rispetto al
sistema delle tangenziali. Sulla mitigazione ambientale osserva che, quando ci
si confronta con la pianificazione, se si vuole che sia efficace bisogna riferirla
a precise norme di leggi vigenti. E' chiaro che qualsiasi amministratore si
siederà ai tavoli di TAV e tangenziali a pagamento chiederà mitigazioni
ambientali ed anche che sul territorio ci sia ristoro di altro tipo. Questo,
però, non deve sconfinare nella demagogia, perché è chiaro che chi agisce a
livello nazionale e regionale deve agire in maniera coerente, non è che a
Sommacampagna dà 1, dall'altra parte dà 3 e dall'altra ancora dà 5, anche
perché incorrerebbero nei ricorsi di legge. In merito alla questione del verde,
al consigliere Giacopuzzi W. precisa che è evidente che Caselle investe molto
nel verde e significa che in qualche modo “se lo paga”: nessuno lo regala,
anche perché sono milioni di euro. È evidente che c'è una questione relativa
alla dotazione di servizi, per cui se Caselle pagasse tutto in termini di verde probabilmente non rimarrebbe
nulla in termini di servizi, ma questa è una cosa a cui non si è pensato. Oggi
quel verde è un verde legittimo e se, malauguratamente, passasse quella strada
(tangenziali) il verde si sposta e
rimane comunque a difesa dell'abitato di Caselle. E' stato messo lì anche
perché si voleva dare un'indicazione precisa: proprio lì abbiamo avuto un
contenzioso, che è arrivato al Consiglio di Stato, relativo ad un progetto
devastante di sistemazione agraria, che se approvato diventa praticamente una
cava nascosta. Finora si è riusciti a contrastarlo. In merito alla questione del
PAT di Verona, l'assessore osserva che Verona ha fatto da tempo le proprie scelte,
sia con il centrosinistra che con il centrodestra, che puntano a valorizzare
molto tutte le aree del Quadrante Europa. Sono state fatte battaglie notevoli, siamo
sempre stati molto duri nei confronti del Q.E., li abbiamo sempre contrastati
perché addirittura pensavano di sconfinare nel nostro territorio, in funzione
di un'eventuale legge di interesse regionale. Egli ricorda la richiesta di
utilizzare i 500.000 mq dell'area Guerra per parcamento auto, da noi contrastata,
si sono resi conto che con le norme vigenti non c'era possibilità di sfondare,
però a Verona hanno ritenuto di valorizzare al massimo; pare che ci sia chi
pensa addirittura di utilizzare in futuro la discarica, per cui un'osservazione
di quel tipo sarebbe stata del tutto ininfluente e inutile rispetto a
pianificazione consolidata nel tempo. Sulla questione del tratteggio in centro
a Caselle, dichiara che quell'intervento parte dal presupposto che lì c'è una qualificata
presenza di servizi, tempo libero e sport, e a nessuno mai verrebbe in mente di
mettere qualcosa di diverso. La discarica viene recepita; sulla questione dell'area
verde dell'aeroporto c'è un accordo per cui quell'area deve essere utilizzata
conformemente a quell'accordo: noi non potremmo farci dare un'area dal demanio e
dopo farla diventare qualcos'altro, perché sarebbe scorretto valorizzarla in
altro modo, quindi rimane un'area di qualificazione del sistema dei servizi di
Caselle e del sistema di difesa ambientale di Caselle. Sulla questione della crescita
demografica probabilmente è sfuggito che i 1.000 abitanti insediabili sono i
nuovi, poi ci sono 580 abitanti derivanti dal credito e poi altri 1.800
abitanti che sono in dotazione all'attuale piano, quindi gli abitanti futuri
sono 3.500 complessivamente, per cui il riferimento è 17.700. Urbanisticamente
si ragiona in metri cubi e si ragiona ancora in 150 metri cubi per abitante,
quando è pacifico che lo standard è ben inferiore, per cui gli abitanti saranno
di più. Sui servizi, è chiaro che ogni Amministrazione che si rispetti deve
comunque fare come minimo una previsione sui servizi dell'educazione, dello sport
e delle aree dedicate al tempo libero; non si va in crisi nella messa a
disposizione delle dotazioni di strutture scolastiche, è da evitare, così come crede
sia molto importante dare risposte in termini di strutture per il tempo libero,
per attività sportive e per attività culturali, che si sono dimostrate molto
floride all'interno del nostro territorio comunale complessivo.
Il Sindaco
aggiunge una considerazione su Custoza. Come si diceva nella breve
introduzione, si è partiti per ciascun centro considerando quali sono le caratteristiche
attuali e le esigenze; è vero che sono state fatte previsioni di crescita per
Custoza, ma sono state fatte in funzione della vitalità del centro; sì, ogni
volta che si costruisce questo può dal punto di vista ambientale porre dei
condizionamenti, questo è ovvio, ma l'aspetto che abbiamo privilegiato è stato
quello della vita all'interno della comunità di Custoza. Uno dei temi che nel
tempo è sempre stato sentito è quello del mantenimento del servizi, cioè la
possibilità di vivere a Custoza, che dal punto di vista ambientale è
privilegiata almeno all'interno del nostro territorio comunale, avendo a
disposizione, però, una scuola elementare, una scuola materna, un nido, alcuni
negozi, la posta, la banca, la farmacia. Un tempo si è lavorato molto su questa
linea per poter dotare la frazione di servizi, che ovviamente vanno mantenuti
nei numeri. C'è poi il concetto generale di arricchimento quando in una
comunità non ci si fossilizza con gli abitanti storici ma si consente anche l'ingresso
a persone che provengono da altri comuni e da altri territori. Questa è l'idea
da cui partiti. A Custoza, inoltre, avevamo il grosso problema della conceria,
che è stato anche affrontato nel piano regolatore precedente, con delle
varianti, ma che di fatto non è stato risolto. Ci sono delle riflessioni
maturate nel tempo che hanno portato a proporre una conciliazione di queste due
esigenze che si ritenevano importanti: dare una possibilità di crescere in
maniera contenuta e risolvere il problema della conceria. Prima si era pensato all'attività
artigianale e produttiva, poi all'attività direzionale e ricettiva, ma su
questo non c'è stata soluzione; è vero che è stata prevista anche una freccia
come possibile espansione in allargamento della nuova zona residenziale, ma
anche questo è un altro concetto che è stato al fondo del nostro proporre, e
qui si collega anche alle frecce di Sommacampagna: non si è voluto creare dei
monopoli, cioè andare a prevedere delle previsioni di espansione che fossero obbligatorie,
perchè questo non è di interesse pubblico, nel momento in cui c'è la
possibilità di espandere un centro in unica direzione è ovvio che poi è
difficile trovare degli accordi e delle soluzioni che possano tenere conto in
primo luogo di quello che è interesse pubblico, cioè il principio della
concorrenza è inserito all'interno di queste espansioni. A Sommacampagna è vero
che sono state previste varie linee, ma effettivamente sono proprio il disegno
del paese che va completato, non è tanto l'idea di andare ad avvantaggiare un'area
piuttosto che un'altra, ma è quella di dire che teoricamente in queste zone il
paese si potrebbe espandere in un disegno complessivamente ordinato, dopo di
chè si vedrà se scegliere una linea o l'altra, c'è tutto il piano degli
interventi, con il criterio che sia l'interesse pubblico a prevalere, per avere
le condizioni in futuro di fare degli accordi il più possibile liberi. Sul
dimensionamento e numero di abitanti, riferendosi all'intervento del
consigliere Giacopuzzi W., afferma che effettivamente, quando si è andati a
presentare il PAT a Caselle, era rimasta abbastanza sorpresa da quell'intervento
che il consigliere ha ricordato che rilevava che si costruisce poco a Caselle,
proprio perché nel passato tutti i segnali che erano arrivati dalla frazione erano
esattamente il contrario. Proprio l'esperienza di Caselle Sud aveva portato
alla decisione di espandere e crescere, ma con una gradualità che consenta l'integrazione.
In realtà, quei 100 abitanti/anno sono quelli relativi al nuovo volume ed anche
in questi anni, con il piano regolatore vecchio, siamo aumentati di 100-200
persone all'anno, non siamo stati fermi, e questa è la dimostrazione della potenzialità
che c'è all'interno del nostro piano e che si è espressa e potrà continuare ad
esprimersi e realizzarsi anche negli anni futuri. Non è esattamente vero,
inoltre, che il Piano Regolatore fosse pronto alla fine del mandato precedente;
era impostato, ma c'erano alcune questioni che necessitavano ancora di tempo:
alcune ipotesi progettuali che adesso vengono presentate in realtà han
richiesto un lavoro lungo ed una maturazione, intersecandosi sempre con eventi
sopravvenuti in virtù di quelle realtà che abbiamo in casa nostra e che ogni
tanto portano dei cambiamenti. Conciliare questo con le idee che avevamo ha
richiesto dei tempi abbastanza lunghi.
Il consigliere Giacopuzzi W. (CI) si dichiara ben felice della risposta data dall'Assessore
Turato sul centro di Caselle, ma la segnatura gli dà fastidio, perchè corrisponde
ad aree di urbanizzazione consolidata a destinazione residenziale/riproduttive.
Chiede di tirarla via.
L'assessore Mengalli spiega perché non ha senso toglierla: perché se si guarda la titolarità
di quell'area si vedrà che le proprietà all'interno prevalenti sono quelle
della pubblica amministrazione e della parrocchia. In questo contesto, siccome
quello sarebbe lo strumento attuativo di progettazione, nel quale le parti si
compensavano il dare ed avere in termini di opere di urbanizzazione, verde,
impianti sportivi è nel pieno interesse della pubblica amministrazione, siccome
questo non è lo strumento che edifica in quella zona, questo è lo strumento che
programma lo sviluppo armonico ed equilibrato di quella zona, ragion per cui la
parrocchia ha tutto l'interesse a veder riconosciuto un ambito più ampio per
poterlo utilizzare in sede di compensazione urbanistica, di accordo
urbanistico, proprio per poter ottenere quei maggiori benefici che ne
deriveranno per lo svolgimento di attività parrocchiali. Per capirci, sarà il
progetto di lottizzazione a stabilire che lì sopra non si potrà costruire
neanche un metro cubo, ma questo darà titolo alla Parrocchia di poter chiedere che
la propria area, che è edificabile, goda di una cubatura maggiore che
altrimenti con gli indici bassi che ci sono in zona non le consentirebbero di
realizzare quelle strutture sociali che richiedono elevata cubatura: se l'indice
è 1 non si fa nessuna scuola materna sulle aree della Parrocchia. La Parrocchia
ha la necessità di poter spendere cubatura che porta in quel ambito e che è
proveniente da aree contermini di quei proprietari. Non ha senso oggi mettere
la Parrocchia come lottizzante minoritario, perchè questo lo pagherebbe sul
tavolo realizzativo. L'assessore prosegue affermando di rimanere sempre stupito
dal consigliere Pietropoli e di preferirlo quando è spontaneo e non quando
legge discorsi scritti da altri, perchè rischia di dire delle sciocchezze. Egli
gli ricorda da 20 anni che qui non ci sono “disperati politici”,che hanno
necessità di fare scelte nella disperata o presunta esigenza di “salvarsi” da
sciagure che il consigliere peraltro prospetta da oltre 20 anni. Ha il dovere
di ricordargli che questi che egli chiama sciagurati amministratori sono qui da
20 anni confermati dagli elettori, senza aver rubato nulla agli elettori.
Quindi le scelte fatte sono state fatte in ottemperanza ad un mandato che è
stato dato dagli elettori e per il quale abbiamo cercato di fare il nostro
meglio. Quando Pietropoli parlava di un Piano Regolatore fermo da 20 anni, avrebbe
dovuto anche ricordare che l'Amministrazione, proprio per evitare che il paese
si ingessasse, è arrivata alla variante n. 21 del Piano vigente e non
variantine da un metro quadrato (ricorda le varianti relative all' adeguamento
attività produttive, con 80 aziende che hanno ottenuto la possibilità di
ampliarsi, alle 19 corti rurali protette, alle zone residenziali di
completamento). Dire che si è bloccato il paese, francamente è infondato, più
che ingeneroso. Fra l'altro stupisce ancora di più la cosa, perchè si dovrebbe
decidere se edificare e mettere la gente nelle condizioni di lavorare è una
virtù o una sciagura. A seconda del momento che vi fa comodo o abbiamo
dissipato il territorio, perchè lo abbiamo lasciato invadere da lottizzazioni
dissennate, incredibilmente devastanti, salvo poi venirci a dire che qui stiamo
approvando acqua fresca perchè molti cittadini, che con ansia attendono di
potersi collocare ed attendono di esercitare quell'attività imprenditoriale ed
edilizia, purtroppo qui si troveranno niente. Quindi, Pietropoli, delle due
una: o siamo disennati e devastatori o siamo persone che usano la cautela. Lo invita
a fare un giro attorno ai paesi del circondario di Verona e a darsi un'idea dal
punto di vista edilizio ed urbanistico cosa significa progettare in maniera
devastante, anche con riferimento a Comuni amministrati da persone a lui vicine.
C'è poi la questione che quando si definisce uno strumento urbanistico un mezzo
strumento urbanistico che non dà risposte, si sottende che qualcuno che ci sta
a cuore non ha avute risposte. La domanda è: o tu mi vieni dire quali sono gli
interessi che oggi vengono elusi, non considerati e che non sono letti in
questi strumenti, devi dire quali sono e spiegare perchè lo sono. Se la si
mette dal punto di vista produttivo, gli ricorda che nonostante le vostre mille
dichiarazioni di incapacità, la lottizzazione produttiva Crocetta che
ritenevate irrealizzabile nel giro di 3-4 anni, le aziende che avevano
intenzione di trovar spazio (a prezzi sicuramente non agevoli) da quelle parti l'hanno
trovato. Sulle lottizzazioni, Caselle Sud, Montemolin, i vari completamenti, anche
Custoza, invita il consigliere Pietropoli di avere il coraggio di andare da
quelli che sono andati ad abitare in quell'area a dirgli che le loro case sono
collocate nel peggior posto di questo mondo e che egli ritiene che quello è un
posto indegno e che abbiamo devastato Custoza: forse ti sentiresti dire che
quelli sono tra i cittadini di Sommacampagna i più soddisfatti per come sono
collocati per il tipo di condizioni di vita che hanno trovato in quegli
appartamenti e case. Quando si parla per slogan, bisogna rendersi conto che si
dicono cose che chi invece le vive davvero non le pensa queste cose. Altra questione.
Far politica, lo ha imparato a proprie spese, non è sempre l'affermazione del
fare quello che si vuole ma significa anche accettare di muoversi per passi, i
passi del possibile, perchè se si vuole su un piano come questo si può mettere
di tutto e di più; invece egli ha sempre chiesto che venga indicato il percorribile,
perchè quello sì sarebbe tradire la gente, sarebbe indicare cose che non si
possono realizzare. Programmare significa seguire le vie del possibile. Un
piccolo inciso sul muro di Custoza: ricordati che sei l'unico che ha votato a
favore di quel progetto, quindi adesso come io mi assumo le responsabilità
delle cose che ho fatto, tu l'hai votato, dopo un ben sopralluogo nel quale hai
espresso toni entusiastici sulla natura dell'intervento. Interviene il consigliere Pietropoli per precisare
che per il sopralluogo non è vero e l'assessore
Mengalli prosegue affermando che, comunque, qui in Consiglio Comunale egli
aveva votato a favore di quel progetto.
Piacerebbe che si imparasse ad assumersi le proprie responsabilità. Rifacendosi
all'intervento del consigliere Walter Giacopuzzi, che egli ha apprezzato,
perchè chiede delle spiegazioni perchè ha delle preoccupazioni, questo è un
approccio condivisibile. Egli si sente convinto che questo strumento sia di
grande cautela. Egli ricorda che in campagna elettorale una preoccupazione che maggiormente
ci attanagliava era Mirabilia, ed ora apprezza che questo PAT abbia
razionalizzato, ridimensionato e reso intelligibile quell'ipotesi, dandole il
ruolo che ha. A suo tempo egli spiegava che era scelta forse un tantino
strumentale, ma capiva che era una provocazione, che poteva essere letta dai
cittadini. Di questo piano mi convince di più il fatto che dimostra libertà
dell'amministrare e del non avere padroni: quando in Giunta, a seguito degli
incontri con i cittadini, è emerso che le destinazione delle aree a confine con
la Palazzina e l'autostrada creavano problemi (sa che qualcuno si è stupito del
fatto che...), ha riconosciuto che si stava facendo un passo più lungo rispetto
quella che è la sensibilità della cittadinanza e quindi ha accettato senza
vergogna e senza paura di tornare indietro. Queste valutazioni sono state fatte
su tanti fronti, per quello si dice che questo è uno strumento che nel momento
in cui si sono poste delle incertezze le ha interpretate in termini
cautelativi. Sui rapporti con Verona, l'assessore Turato ha risposto. Un'azione
politica a volte va letta non dalle risultanze documentali ma anche dalle
cancellazioni. In Giunta arrivavano, da Verona, da Venezia e dal Q.E.,
documenti che ponevano sul nostro territorio delle crocette, di cui si chiedeva
il perchè e ci veniva risposto che noi si faceva parte del Quadrante Europa,
per cui anche voi dovete pagare il vostro prezzo, tradotto in macchine di Autogerma,
estensione dei parcheggi dei magazzini generali e tentativo di invadere per 250.000
mq il nostro territorio. Egli deve dire in termini polemici che qualcuno che
stava all'opposizione in Consiglio Comunale ci aveva anche accusato di trattare
male i comuni contermini e che rifiuta ogni trattativa e ogni ragionamento e
che, tutto sommato, 200.000 metri destinati a parcheggio se in cambio avessimo
avuto 150-200.000 a verde sarebbe stato un grande risultato. Noi in quel
momento abbiamo detto di no, poi mi pare di capire che anche la minoranza ha
apprezzato il fatto che non abbiamo ceduto di un millimetro. Questo
ragionamento per dire che personalmente ha forse dato per scontato, sbagliando,
che fosse impossibile ottenere qualche cosa a casa d'altri, specialmente quando
gli altri erano gruppi e realtà ben più forti delle nostre. Egli è stato
contento di chiudere la porta ed incamerare un modesto risultato solamente
quando ha avuto la conferma che negli strumenti di programmazione provinciale,
regionale e del Q.E. non si faceva più riferimento esplicitamente al nostro
territorio. Quello è già sembrato una grande conquista, certo non si è riusciti
a fare il bosco a casa loro, ma si è riusciti ad ottenere che non ipotizzassero
in casa nostra. Per questo, con convinzione e con i prezzi che si sono
compresi, egli ha accettato che venisse messa una sorta di presidio urbanistico,
di baluardo, che in futuro non potesse rimettere in discussione il diritto di
progettare a casa nostra. Anche sui tempi, far le cose fatte bene costa tempo
ed energia e non crede che nè l'assessore nè i professionisti l'abbiano tirata
lunga. Certo, 5 anni fa, è vero che 6 mesi prima delle elezioni aveva chiuso
per non andare in campagna elettorale con uno strumento di questo tipo aperto.
Ha fatto questa scelta con convinzione, perchè crede anche adesso sarebbe
sbagliato andare sotto elezioni con uno strumento aperto, perchè crede che
chiunque si trovi qui ad amministrare abbia il diritto di ragionare su una
lavagna ferma, su dei dati certi e sui quali potrà fare il passo successivo,
che è quello dell'adozione dei piani di interventi, che non deve condizionare
nessuno. Consegnamo a chiunque amministri uno strumento ben impostato, ben
programmato, ben calibrato che consentirà ai futuri amministratori di impostare
bene il proprio lavoro. Egli crede, infine, che i tecnici presenti possono
attestare che dalla giunta o dagli amministratori non siano mai arrivati input
a forzare la loro professionalità e la loro libera lettura, salvo gli atti di
indirizzi, che sono sempre politici. Pertanto si consegna tranquillamente il
piano ai cittadini, consci dello sforzo effettuato ed al quale ci si è dedicati
con passione, nella speranza che possa essere una buona base si cui costruire
la qualità della vita della nostra gente in futuro.
Il consigliere Pietropoli (CI) replica alle accuse del vicesindaco Mengalli. Per quanto
riguarda Custoza ed il famigerato muro e la strada che costeggia la parte
opposta alla chiesa, egli ha dato allora il proprio voto favorevole ad un
progetto di massima, perché credeva che fosse necessario un riordino del centro
di Custoza. Altra cosa è pensare che fosse favorevole al progetto che
effettivamente è stato attuato, anche perché dai disegni cartografici che
allora erano stati consegnati non era bene evidente l'impatto che avrebbe avuto
quell'opera sul territorio. Per dire la verità, non pensava che fosse così
devastante e nemmeno era evidente la prospettiva di quella pensilina realizzata
all'inizio del paese, vicino alle scuole; egli crede che chi ha progettato quel
centro di Custoza non abbia a cuore l'insieme paesaggistico di ciò che era Custoza
un tempo e di ciò che egli vorrebbe rimanesse. Per quanto riguarda
edificazione, ci sono vari modi di edificazione: egli non ha mai dichiarato che
edificare è un male o un bene, è giusto edificare in base alle esigenze dei
paesi, in base alle prospettive di crescita dovute ai nuovi nati ed anche dare
la possibilità a qualcuno di venire ad abitare nel nostro territorio; altra
cosa è progettare degli edifici che vanno ad impattare in maniera violenta sul
nostro territorio. Il nostro è un
territorio fatto da tre paesi con storia e morfologia specifici. E' evidente che
i nostri tre paesi non avevano la necessità di costruire come si sta costruendo
i PIRU attuali: a suo avviso è stata fatta una scelta errata. Era giusto
recuperare quelle aree, ormai conglobate all'interno del paese con quelle strutture
degradate ed inutilizzabili, ma è sbagliatissimo costruire con quelle
dimensioni, con quelle cubature e con quei formati. A suo modo di vedere, il
PIRU quasi ultimato è sicuramente un pugno nell'occhio, per gli abitanti che
abitano attorno e per tutti coloro che abitano a Sommacampagna. Sembra doveroso
per le minoranze il compito di criticare scelte aberranti. Osserva, inoltre,
che costruire nel campo davanti alla Ca' Nova non sia una scelta corretta, perchè
è uno degli ultimi brandelli di collina, di terreno che penetra nell'abitato di
Sommacampagna e che fa ricordare agli abitanti di non essere alle Golosine,
come sembra di essere guardando i PIRU. E' vero che non si è indicato dove si
costruirà perchè ciò spetta ai piani di intervento, ma inserire le freccette vuole
dire le possibili espansioni future urbanistiche. Già indicare quell'area come
possibile espansione edilizia è un errore, perchè è uno scorcio paesaggistico stupendo, chi proviene dalla città
ammira i paesaggi collinari del nostro territorio. Sono scelte fatte dai
progettisti, su indicazioni della giunta: è vero che essi lavorano in autonomia,
ma le indicazioni le dà la Giunta. Per quanto riguarda il centro storico di Sommacampagna,
nel PAT si parla dell'adeguamento della piazza ed il ruolo centrale tramite il miglioramento
architettonico degli edifici privati e la sistemazione del giardino. A suo
avviso, il problema del centro di Sommacampagna non si risolve con delle
correzioni estetiche, come indicato nel PAT, ma serve qualcosa di più, serve
una progettazione che dia la possibilità agli esercizi commerciali di tornare
nel centro, vi è una carenza di parcheggi e vi sono delle norme che non
facilitano l'insediamento commerciale e delle attività così caratteristiche dei
centri storici dei paesi. Inserire nel PAT l'indicazione che serve un
rifacimento migliorativo solo estetico è poca cosa, non si fa tornare l'economia
in centro a Sommacampagna con queste norme, serve qualcos'altro.
Il Sindaco
considera che viene detto che l'intervento sulla piazza di Custoza è stato un
intervento che dal punto di vista ambientale non ha tenuto conto delle
caratteristiche ambientali e che bisogna proprio dire che tutto è relativo a
questo mondo: si può assicurare che questo è stato proprio l'aspetto
fondamentale su cui ha lavorato il progettista (ricorda le relazioni che hanno
accompagnato il progetto e le presentazioni dove c'è stata un'estrema
attenzione); è evidente che ci sono sensibilità diverse e modi diversi di
concepire l'ambiente, la cura e l'interesse per l'ambiente; quello che si può
dire per certo è che non è stato un intervento ad occhi chiusi, un intervento
che è andato ad intervenire sull'ambiente casualmente; è stato un progetto che
invece ha cercato di valorizzare, ripete con gusti che possono essere diversi, però
il lavoro c'è stato, molto competente e molto meticoloso. Sui PIRU, si è
parlato varie volte: lì c'erano delle zone di degrado che andavano recuperate;
se non si fossero fatti quegli interventi adesso saremo qua a dire che abbiamo mancato
una delle nostre responsabilità: tenerci in centro paese due strutture
fatiscenti di quelle dimensioni sarebbe stato del tutto contradditorio rispetto
alle scelte fatte nel paese. Non crede ci fossero molte altre strade, le
condizioni preesistenti sulle quali ci si poteva muovere consentivano poca
libertà e si crede di averlo fatto al meglio. Se vogliamo onestamente valutare
quell'intervento andiamo a confrontarlo con altri interventi di recupero (a Verona
ed altri paesi). Sulla questione della espansione della zona Ca' Nova anche per
me è un intervento difficile, ma è un sacrificio che si va volentieri perché
vuol dire mettere a disposizione l'area per la realizzazione della nuova scuola
materna Campostrini, che da tempo manifesta la necessità di costruire una scuola
nuova, perchè non più adeguata, dal punto di vista delle normative di sicurezza
ma anche non pù funzionale rispetto i progetti educativi e didattici. Da tempo la
scuola chiede l'individuazione di un'area, manifestando la preferenza di
rimanere nel centro del paese e la scuola stessa ha individuato una soluzione.
E' uno di quegli elementi dei quali si parlava in premessa, che abbiamo
ascoltato, delle esigenze non tanto del privato, ma di rilievo importante, sociale,
pubblico a cui trovare una risposta. Quella freccia ci consente la soluzione a
questo problema. Sulla questione degli esercizi commerciali nel centro è d'accordo:
va fatto uno studio che preveda un disegno complessivo, l'esigenza dei
parcheggi e la necessità di trovare soluzioni per delle attività commerciali di
qualità, specifiche, che possano vivere nel centro del paese.
L'assessore Turato sostanzialmente condivide in larga parte la posizione del consigliere
Pietropoli: è vero che il centro storico necessita di essere rivisto in termini
di normative e di pianificazione, è una cosa che dal punto di vista delle
possibilità commerciali è già stata affrontata con uno studio di piano che
recepiva la nuova normativa regionale in materia di commercio, molto banalmente
consentiva ad es. di fondere due unità abitative nel centro storico, cosa non
sempre facile per certi versi. E' vero che c'è il problema del parcheggio dei mezzi,
su cui si dovrà lavorare per dare una risposta. Ricorda che l'indicazione che
viene data adesso con il piano di assetto del territorio è un'indicazione che
prevede che sulla piazza vada fatto un recupero di qualità, che consenta di
riqualificare la scena urbana e di ripensare anche al ridisegno del giardino e del
verde.
Il consigliere Bertolaso (CI) considera sicuramente il PAT è uno strumento urbanistico
innovativo, per tutto il lavoro fatto e per le novità della legge 11 (siamo stati
uno dei primi comuni ad applicarla), quindi crede che comunque vada
riconosciuto un grosso sforzo di preparazione. Questo strumento è stato
definito dall'assessore molto dinamico, invece egli l'ha colto in molti
passaggi uno strumento calato dall'altro e poco condiviso. Le volte che ci si è
visti, nelle quali ci sono stati comunicati quali erano gli indirizzi è apparso
subito uno strumento bloccato e poco emendabile. Dopo gli eventi hanno fatto sì
che cambiassero le cose, ma e sempre parso uno strumento già definito dalla
maggioranza e senza nessuno spazio di manovra per scelte diverse anche da parte
delle minoranze. E' chiaro che c'è una responsabilità diretta di chi governa a
predisporre e realizzare questo tipo di strumento, non c'è stata una fase nella
quale si sono condivise alcune questioni e portate avanti insieme. Sicuramente sono
stati fatti una serie di incontri, ma si è stupito prima della richiesta di un cittadino
presente, interessato in parte, che chiedeva se adesso poteva vendere. Questo
per dire che è un'operazione, anche per la sua novità, che ha avuto poco
approccio con chi è proprietario di quelle aree freccettate: dovevano forse
essere messi a conoscenza dei risvolti della vicenda. Proprio perchè strumento
nuovo, qualcuno lo pensa ancora come uno strumento vecchio. Egli ritiene lo strumento
urbanistico di questo tipo funzionale alla programmazione del territorio ma anche
a dare risposte alle persone. Spesso passa, anche attraverso alcuni termini
come “pressione antropica”, è come se la presenza dell'uomo e delle persone
fosse il male maggiore: egli ritiene che le ragioni per cui ci si dota di uno
strumento così siano sicuramente quelle di programmare, ma in funzione di chi
ci vive. Il Sindaco prima accennava al fatto che sono state fatte alcune scelte
in funzione della vivibilità, bene, anche il dove si abita e come si abita è
una questione di vivibilità. Allora alcune tipologie costruttive rispetto ad
altre definiscono le vivibilità. Quindi l'equilibrio deve essere giusto tra la
salvaguardia del territorio e la possibilità per chi ci va ad abitare di, visto
che al di là di tanti svantaggi abbiamo anche il vantaggio di avere zone vocate
belle, poterne fruire. Vede, inoltre, ancora delle zone, ad esempio, di
contiguità fra aree produttive ed abitative. Alcune zone indicate, a suo
parere, non sono le più belle per insediamenti a carattere residenziale. Ribadisce
essere una preoccupazione non tanto legata agli interessi sulle aree ma a
questa ottica rispetto gli spazi da mettere a disposizione delle persone. I PIRU
saranno sicuramente il recupero di una situazione degradata, ma il contesto non
è migliorativo della dimensione abitativa, nel senso che si guardano dentro in
casa, chi prima aveva uno spazio di un certo tipo davanti, parla delle
abitazioni già presenti, adesso si trova dei muri. In questo senso sottolinea l'attenzione
alle modalità edificatorie ed i luoghi. Sulla questione della possibilità di
recepire anche da parte delle minoranze alcune proposte, ricorda due cose di
cui si era già parlato nei vari passaggi: i boschi di pianura e la
circonvallazione sud di Caselle, tutto sommato irrise all'epoca perché
costavano, perchè erano inefficaci, ora le ritroviamo, sono cambiate alcune
condizioni, ma i boschi di pianura adesso sono efficaci perchè li mettiamo. La circonvallazione Sud risolve
il problema della viabilità di Caselle. Una volta che ci è stato presentato il
PAT, rispetto a quella piccola variante fuori dall'autostrada si discuteva se va
a ledere gli spazi di quella zona già insediata e si diceva che intanto è
importante indicarla. Ora anche la circonvallazione di Caselle era importante
indicarla, anche se all'epoca non c'era ancora la disponibilità di qualcuno ed
anche i boschi di pianura era importante indicarli anche se non c'era ancora, o
non del tutto compreso, lo strumento della compensazione. Ci sono stati alcuni
passaggi che si potevano discutere insieme. In quel momento là, le proposte
sono state un po' irrise. Rispetto alla questione degli abitanti insediabili, non
è che si passa dal dire limitiamo gli insediamenti al dire invece apriamo, certo
è che la storia recente ci ha dimostrato che aree tutto sommato di notevoli
entità sono state praticamente consumate in tempi rapidissimi, per quali
motivi? A suo avviso, c'era forse la possibilità di fare cassa. Non è che si
cambi di posizione o che si voglia un colpo allargare ed un colpo stringere,
anche in questo l'equilibrio ed il controllo dell'utilizzo delle aree a
disposizione deve essere graduale. Un altro aspetto che chiedeva una scelta
coraggiosa e che forse anche doveva iniziare prima: a Sommacampagna resta
questa tremenda promiscuità tra zone produttive e residenziali. La questione di
spostare, per questo parla di scelta coraggiosa, consiste nella possibilità di
spostarsi completamente nella parte a nord dell'autostrada (ovviamente non
esisterebbe più la possibilità di Mirabilia), ma pensare a liberare la parte
residenziale del nostro paese e questa promiscuità tra crede abbia perso un'occasione.
Pone alcune domande di carattere prettamente tecnico: la normativa per l'edificazione
(gli indici di cubatura di una zona, i servizi, ecc) presume trovano spazio nel
piano di interventi? Con quale criterio vengono definiti i vincoli sugli
allevamenti, che variano di dimensioni? Conclude osservando che l'operazione a
favore della scuola materna è importante, la sta aspettando da tanto tempo;
precisa che la scuola è, però, adeguata alle norme di sicurezza.
Il sindaco ammette
di essersi espressa male. Le è stato solo riferito che dovevano essere rifatti
degli impianti, mentre per le norme di sicurezza è a posto.
L'assessore Turato sulla partecipazione considera che sicuramente non è facile per un
consigliere accostarsi a questa massa di dati ed informazioni specifiche, però
si sarebbe aspettato in effetti qualche contributo in più. Portare un contributo
significa discutere e non esigere un cambiamento. Sulla questione della
circonvallazione sud, si utilizza gran parte del sedime della provinciale e è
stato trovato chi paga il bypass: si tratta di 5-6-7 milioni di euro, che se
non vengono pagati da chi fa il casello autostradale certamente non li paga la
Provincia nè la Regione. La reticenza era dovuta a questo, di non iscrivere
la previsione nel libro dei sogni;
nella pianificazione si scrive quello che si può fare e quello che è possibile
raggiungere. I boschi di pianura evidentemente erano una buona intuizione, per
la quale si è stato trovato il modo, nella legge, di realizzarli. Ecco perché si
è preferito fare il piano secondo la nuova legge, altrimenti queste cose non si
sarebbero potute fare. Questo piano risponde alla modernità e a dei criteri
assolutamente attuali. La questione dei boschi di pianura ha trovato una
risposta, ma ha trovato una risposta nelle norme di legge, quindi non è un
sogno, tant'è che si è detto che qualcuno se li paga e se li paga la comunità
di Caselle. Sulla questione delle aree, perchè si ritiene che la legge lo
vieti, non abbiamo contattato i proprietari delle aree, se non in alcuni casi
del tutto specifici laddove c'era da perseguire un interesse pubblico rispetto
a richieste specifiche avute nella fase di concertazione: il sindaco faceva
riferimento prima ad un'area di collocazione della scuola materna Campostrini. Quindi
il piano di assetto del territorio può mettere in moto tutte le aree che vuole,
ma risposte certe non ce ne sono, tant'è che è il piano degli interventi, o il
cosiddetto piano del sindaco, che ne determinerà l'attuazione. Il piano è
certamente rivolto all'essere umano, alla persona ed alla qualità. Ci sta che si
faccia riferimento ai PIRUEA, che sono stati un modo con una legge specifica di
affrontare un problema del tutto specifico. E' evidente che l'edificazione nelle
nuove aree sarà diversa da quel tipo di edificazione, ma sarà diversa anche
dalle villette isolate. Per certi versi, si deve dire che anche nel centro
storico ci si guarda dentro nelle finestre, fa parte della tradizione, è chiaro
che la promiscuità può dare problemi di un altro tipo. La questione della
collocazione della residenza, si è ritenuto che la zona collinare fosse un
patrimonio da preservare e possibilmente con questo piano libera da
edificazione; si è ritenuto di intervenire nella parte pianeggiante proprio per
riqualificare quelle zone che attualmente risultano sottodimensionate sotto il
profilo dei servizi e promiscue rispetto al sistema produttivo. E' evidente che
se il piano avesse avuto le risorse avremmo fatto magari degli spostamenti
radicali, delle “deportazioni”, ma è anche vero che si ragiona con dei dati di
fatto:il dato di fatto è che la dimensione economica di questo intervento era
assolutamente fuori dalla portata e del tutto illogica per certi versi. Con
delle fasce di protezione di verde molto consistenti si è in grado di creare
una barriera di protezione, che può determinare per quel quartiere una riqualificazione generale con
la messa a disposizione di servizi, di cui attualmente è sottodimensionato. In
più, addirittura, si è pensato per Via del Lavoro, dove da una parte si sono le
residenze e dall'altra le attività produttive, di dare la possibilità che quel
tipo di attività produttive venga trasformato in attività compatibili, magari
di servizio (cita gli studi medici). I vincoli sugli allevamenti sono
diversificati in base ad una direttiva regionale, che si basa sul benessere
animale (i turni di allevamento, i vari tipi di aerazione, i polli per metro
quadrato), da cui derivano tre fasce di vincolo, applicabili in maniera
scientifica. La normativa relativa alle modalità di realizzazione degli
interventi è chiaro che troverà risposta nel regolamento edilizio, che andrà a
coordinarsi con il piano di interventi. Il regolamento edilizio riporterà
sicuramente quegli elementi di innovazione, che sono relativi al risparmio
energetico ed al basso impatto ambientale.
Il consigliere Bertolaso (CI), sui boschi di pianura, osserva che pensare che questa possa
essere una soluzione è ben diverso dal dire che la cosa è ridicola. Sulle aree
egli non voleva dire contattare i privati ma che addirittura gli interessati non
conoscono uno strumento così nuovo. E' uno strumento importante e decisivo
ancora poco conosciuto.
Il consigliere Franca Pedrini (SP) fa presente la propria opinione. Nell'ultima
riunione delle commissioni riunite svoltesi in data 8 gennaio si era espressa
con rammarico nei confronti della Regione Veneto perchè qualche componente
tergiversava nel firmare il documento del PAT concertato e condiviso. Si era
permessa di fare un appunto agli amministratori, nel senso che secondo il
proprio punto di vista avrebbe spedito la nota scritta lei l'avrebbe spedita
prima di quando è partita, proprio perché non sembrava giusto che un documento
di così grande portata e così importante, condiviso tra più enti, non dovesse
proseguire la sua strada dopo il tanto lavoro fatto. Questa sera, alla luce
della presentazione del nostro sindaco, ha colto che a livello regionale ha
prevalso il buon senso e che ora con grande soddisfazione possiamo consegnare
ai nostri cittadini un documento serio, attento e preciso che può andare
incontro alle esigenze della nostra popolazione, preservando nel contempo tutto
il nostro territorio. Certamente non è terminato qui il lavoro, è solo l'inizio,
che vedrà impegnato l'amministrazione prossima e magari anche la successiva e
gli uffici preposti, però lo ritiene decisamente importante e ben definito.
Il Sindaco considera
che si è riflettuto molto sull'opportunità di inviare una comunicazione alla Regione
per metterla al corrente della nostra situazione e della necessità per noi di
venire a portare il PAT in Consiglio Comunale perchè ormai i tempi diventavano stretti
rispetto la scadenza del mandato, perché poteva significare anche una
possibilità di rompere un rapporto di collaborazione che era stata molto buono.
Scrivere che non si era più nelle condizioni di copianificare voleva dire rinunciare
ad un lavoro ed era una comunicazione abbastanza impegnativa da parte nostra,
che poteva forse pregiudicare un rapporto positivo. Per questo abbiamo aspettato
fino alla fine, finchè proprio era per noi obbligatorio portare il PAT in
Consiglio Comunale. A quel punto lì, a mali estremi estremi rimedi ed il 23
dicembre abbiamo mandato quella comunicazione che poi ha portato alle reazioni
che conosciamo. Ovviamente, è inutile dire che siamo molto soddisfatti che anche
quel settore che pensava di non poter essere nelle condizioni di trovare una
soluzione, obiettivamente difficile, alla fine si sia impegnato per arrivare
alla soluzione.
L'assessore Granuzzo osserva che la decisione di procedere con la variante generale al PRG è
maturata nel 2001. Il consigliere Pietropoli considerava che sono passati
troppi anni dal 1989, in realtà il 1992 è stato l'anno del ritorno dalla
Regione: nel 1989 l'Amministrazione si era determinata nell'approvazione del
PRG. In questi 20 anni, oltre a cambiare il mondo, è anche maturata sotto il
profilo squisitamente urbanistico una sensibilità radicalmente nuova, in
particolar modo per quanto riguarda gli aspetti ambientali. Lottizzazione come Montemolin
e Caselle Sud oggi non si potrebbero approvare per dire quanto radicalmente è
modificata la normativa di riferimento. Non si dice che erano sbagliate: nei
panni degli amministratori dell'epoca, con la forma mentis degli anni Ottanta e
con l'idea di urbanistica di allora, si avrebbero fatto le stesse cose, forse
con qualche modalità diversa. Per questo motivo, uno dei punti qualificanti del
PAT è quella di essere stato costruito in modo molto attento e attinente ai
nuovi orientamenti che vanno riconosciuti alla Regione Veneto. Altro aspetto
assolutamente qualificante è la modalità con cui è stato costruito questo PAT è
l'assoluto rispetto che la proposta illustrata questa sera ha per la relazione preliminare
di indirizzo politico programmatico approvata dall'allora Amministrazione
Mengalli nel 2002. C'è stato un percorso lungo, per certi versi sofferto, ma nei
contenuti finali assolutamente rispettoso dei principi, non facili, fissati in
quel documento; su tutti, la crescita demografica contenuta, che si traduce in “poca
roba da distribuire”. Assumersi l'obiettivo di crescere in termini demografici contenuti
significa decidere consapevolmente che non ci si accinge a formare un PAT che
avrà grandi margini di inserimento di metri cubi, di aree produttive e di aree residenziali,
che permetterebbero di agire in modo più articolato ed in certi versi più popolare,
nel senso che si ha materiale per accontentare più parti. Prima si faceva
riferimento al fatto che comunque più frecce significa la possibilità in tempi
differiti di accontentare questo o quell'altro, egli sottolinea che le critiche
che più volte sono arrivate sono esattamente l'opposto, e cioè le aree di
potenziale espansione, in particolar modo residenziale, sono limitatissime e
conseguentemente se qualcuna di queste aree non dovesse procedere positivamente,
si rischierebbe di restare in panne. Crescita demografica contenuta e un altro dei
principi fondamentali fissato 2002 e rispettato da questo piano era il recupero
del patrimonio edilizio esistente e risparmio del territorio in quanto bene non
riproducibile: egli crede che in questo piano non ci sia neanche un ambito di
territorio che comprenda aree di espansione vergini
Il consigliere Marchi ricorda l'area di Custoza e l'assessore Granuzzo precisa che è destinata ad una struttura
pubblica e non per una lottizzazione. L'assessore continua affermando che la
scelta, difficile, è stata confermata questa sera. Riferendosi all'intervento
di Bertolaso nota che è in termini contrari all'intervento di Pietropoli: o la
valletta della Ca' Nova, come tutte le altre aree di pregio equivalente nella
zona collinare del capoluogo vanno assolutamente rispettate o dall'altra parte si
accetta che alcune aree possano essere messe in gioco a favore della qualità
della residenza. Bertolaso faceva riferimento al fatto che questa proposta di
pianificazione in realtà spinge molto sul recupero di aree da riqualificare, ma
offre poche possibilità a chi ha le opportunità di fruire di zone del
territorio più belle e prestigiose. Il consigliere Bertolaso diceva che importante
anche dove si abita e come si abita. Questo è uno spunto importante, per
contrappunto, perchè ci permette di sottolineare una delle riflessioni che egli
ha condiviso e per cui si era battuto all'interno della maggioranza. E' vero
che è importante il come si abita, ma il come si abita bisogna cominciare a
porselo come interrogativo non solo per nuovi insediamenti, ma anche per chi
all'interno del nostro territorio già ci abita. Si è fatto più volte riferimento
alla zona industriale, inserire un ambito di riqualificazione che comporta l'inserimento
di un certo numero di metri cubi nei pressi del canale (incrocio Cesure - via
Pindemonte) permette di prevedere un innalzamento della qualità vita per le
1.200 persone che già abitano a ridosso della zona industriale, opportunità che
conseguirà alla possibilità di approvare una zona attuativa, con un'area verde degna
di questo nome, che la zona produttiva oggi non ha, con una viabilità
difficile, con degli allevamenti che in termini odorigeni ed in termini
ambientali comportano dei disagi ai residenti. E solo un esempio per dire che
se mi pongo un problema del come si abita, qale sia la qualità della vita per
le nuove aree di espansione, altrettanto crede sia corretto porsi questo
problema per chi già è insediato sul territorio. Se vengono riconosciute zone
degradate è giusto che l'urbanistica si faccia carico di dare un'opportunità di
riscatto a queste zone. Chiaramente si potrebbe dire che si poteva pensare uno e
l'altro: si poteva puntare alle riqualificazioni ma si poteva destinare una
parte dello sviluppo residenziale anche a insediamenti nuovi in aree
prestigiose. Qua si viene al punto di partenza: la coperta è corta; sviluppo
demografico contenuto significa inevitabilmente metri cubi insediati sul
territorio contenuti e, conseguentemente, o si punta al recupero e
riqualificazione delle zone che si ritengono più bisognose di questo intervento
o si fanno aree nuove, come la Montemolin o Caselle Sud. Egli ribadisce che non
deve sembrare una critica facile fatta oggi di scelte degli anni Ottanta: l'ha
premesso che forse in quegli anni lo avrebbe fatto anche lui. Però in modo
altrettanto responsabile e logico, bisogna riconoscere che i tempi sono cambiati
ed accettare l'idea che il sacrificio di dire mancano le opportunità per chi se
lo può permettere di ritagliarsi soluzione abitativa di livello superiore, è
una scelta fatta consapevolmente. Un appunto sulla questione delle frecce, di
cui parlava il consigliere Pietropoli, chiamandolo un piano sospeso a metà e
che le frecce non indicano dove si andrà a parare. Un'Amministrazione cara al
consigliere Pietropoli, quella di Verona, ha trovato il modo di dire che le
frecce che indicano lo sviluppo residenziale o produttivo nel PAT non sono
vincolanti; noi al contrario abbiamo in modo fermo ritenuto di sottolineare che
sono vincolanti, per dire che se l'intenzione fosse quella ipotizzata da Pietropoli
avremmo aderito sicuramente alla facile interpretazione normativa che ha dato il
sindaco di Verona. Non si sente di aderire a questa teoria secondo la quale il piano
non è chiaro e lascia tutto in sospeso.
Il consigliere Giacopuzzi N. (LdC) si scusa di non aver partecipato vivamente al
dibattito, ma questo piano è stato visto e rivisto e sinceramente l'approccio
sembra piuttosto corretto, le zone di espanzione sono state collocate dove era
sensato collocarle. L'unica cosa che si sente di dire questa sera è che un PAT
di questo rilievo dovrebbe segnare le grosse arterie di progetto. Il punto
debole di questo piano è la frazione di Caselle, perchè non si vede potenziata una
circonvallazione nella parte Ovest. Nella parte Est c'è, ma non bisogna
dimenticare che andiamo a potenziare e nuovi insediamenti nella parte Ovest e
che sarebbe il caso di chiudere l'anello proprio in questo settore. A suo avviso
c'è da studiare un'arteria. Piuttosto di prevedere un ponte sull'autostrada in
quella posizione, in questa zona (indica
un punto della tavola delle trasformabilità), da collegarsi magari con un'arteria
di progetto. E' l'unico punto che si sente di far notare.
L'assessore Turato rileva che sulla questione della viabiità di Caselle si è molto
riflettuto, partendo proprio dal presupposto che l'inserimento di nuove strade
si ritiene sia sì un aiuto ma nello stesso momento dà la possibilità di penetrazione
a traffico indesiderato. Potenziare la viabilità significa anche invitare
convenuti non desiderati, è giunto il momento di pensare che il nostro sistema
viabilistico fa ancora riferimento alle vecchie strade provinciali che si corre
il rischio che il traffico non sia ben analizzato e si disperda sul territorio.
Si crede che sia più che sufficiente quella che è la circonvallazione Sud perchè
connette direttamente il sistema viabilistico che fa riferimento al sistema
della città di Verona, che è il grande attrattore. Dai nostri studi risulta che
il resto è traffico che viene verso Sommacampagna, per cui è meglio che non
attraversi, per cui non occorre fare altre strade di attraversamento, anche
perchè abbiamo uno dei brani del territorio agricolo da preservare. E' chiaro
che bisogna fare delle strade indispensabili perchè il nostro sistema non
arrivi al collasso. Non siamo ancora ai problemi della pedemontana di Treviso, dove
ci vogliono ore per muoverci, qui abbiamo delle criticità sulla provinciale 26
nelle ore di massima punta ed effettivamente un problema di tortuosità dell'attuale
strada provinciale, ma se si riuscirà ad arrivare a quella viabilità sud, si
pensa che sia più che sufficiente anche perchè molto spesso su strade
secondarie si riversa comunque un traffico non locale, indesiderato.
Il Sindaco esprime
grande soddisfazione questa sera nel portare all'approvazione dei consiglieri questo
progetto di PAT, che è uno strumento che si vuole mettere a disposizione dei nostri
cittadini, e che potrà essere operativo a breve, dopo aver raccolto le
osservazioni ed effettuato la conferenza dei servizi in Regione. Si sente di
ringraziare tutti coloro che hanno lavorato a questo risultato, i tecnici, l'ufficio
ed il prof. Tutino, che dall'alto della sua lunga esperienza in materia di
progettazioni urbanistiche ci è stato di guida e di sicuro riferimento.
Progettare all'interno del Comune è stato un vantaggio perché ha permesso di
far lavorare chi conosce bene il territorio e con un confronto continuo e
diretto con l'Amministrazione, ma era importante avere anche l'occhio esperto
dall'esterno, che potesse controllare se le nostre scelte potessero essere
inserite in un'ottica di scelte generali. Ringrazia anche i tecnici della
Regione, in particolare la dott.ssa Bresin, che è stata la responsabile della
copianificazione con il nostro Comune e che si è dimostrata una persona molto
disponibile a trovare le soluzioni, come pure ringrazia i tecnici della Provincia.
Ringrazia anche la Giunta, che si è confrontata con i contenuti ed i termini di
una legge nuova, ha riflettuto molto sulle scelte da operare, dedicandovi
veramente molto tempo. Ringrazia i consiglieri di maggioranza ed anche quelli
di minoranza; dispiace se, come diceva
prima il consigliere Bertolaso, sono state fatte delle proposte da parte dei
consiglieri di minoranza che non hanno trovato adeguata accoglienza, non solo
per quello che è stato chiesto, ma anche perché effettivamente quelle richieste
interpretavano un'esigenza (dotazione di verde a Caselle); alla fine si è
trovata una soluzione e crede che questo debba essere soddisfazione perché al
di là dell'irritazione del momento, nella sostanza l'importante è che i temi
passino e diventino concreti, vengano recepiti nel momento delle condizioni di
realizzabilità. Passa alle dichiarazioni di voto.
Il consigliere Giacopuzzi W. (CI) preannuncia voto di astensione, da un lato perché si sono
constatate e verificate in parte scelte che vanno nella direzione che noi
condividiamo: sono intuizioni buone; dall'altro lato ci lasciano un po'
perplessi sia per quello che c'è e sia per quello che non c'è. Altre situazioni
non ci vedono d'accordo, come espresso negli interventi, nell'attesa soprattutto
anche di formulare osservazioni, di leggere quelle della cittadinanza e di formulare
i nostri intendimenti.
Il consigliere Vincenzi Massimo (SP) nel tema specifico relativo all'urbanistica ed alle
possibilità edificatorie in zona rurale si sente in dovere di ringraziare l'assessore,
il sindaco e gli uffici per le risposte che si è volute dare anche a questo
comparto. Evidentemente sia gli allevamenti avicoli, ma più in generale le
strutture ora esistenti in zona agricola hanno effettivamente bisogno di una riorganizzazione
alla luce della nuova problematica relativa all'insediamento di persone che non
operano nel settore agricolo e che si vanno poi a confrontare con realtà
diverse (conosciamo le lamentele che arrivano spesso nei nostri uffici). Si è
cercato di dare una risposta, anche condividendola con l'associazione di
categoria e con gli operatori agricoli del nostro Comune. Nelle possibilità
seppur strette date dalla normativa egli crede che sia stato fatto un bel
lavoro e ringrazia Sindaco ed Assessore che si sono fatti portavoce all'interno
della Giunta delle istanze che gli pervenivano dal mondo agricolo, per cui
annuncia voto favorevole.
Il consigliere Lara Rigo (SP) dichiara che il voto di Sommacampagna Popolare, della
maggioranza, sarà favorevole in quanto il PAT coniuga elementi politici con le necessità
di sviluppo del Comune, invariabili pesanti, con elementi di mitigazione e di
riparazione del territorio. Sono da valutare positivamente l'attenzione alle
peculiarità del territorio che vengono catalogate e quindi preservate, la
perequazione e l'attenzione a definire più possibilità di sviluppo del
territorio, la valutazione oggettiva della VAS della situazione ambientale
attuale e della pianificazione futura e della sua sostenibilità. Tutto questo,
dal 2004, è stato fatto attraverso un percorso lungo, concertato con tutti i
portatori di interesse, ma soprattutto elaborato dalla Giunta con fatica e
meditato e animatamente discusso all'interno della maggioranza. Il voto
favorevole che si dà nasce anche dalla gratitudine che va allo staff tecnico dell'ufficio
urbanistica che ci ha permesso una comprensione della non facile materia ed ai
collaboratori esterni, prof. Tutino e dott. Mastella, che hanno apportato
ulteriori e preziosi contributi. Tutto ciò ci mette in grado di valutare e,
quindi, votare favorevolmente questo piano di assetto del territorio.
Il Sindaco precisa
che il testo di delibera depositato qualche giorno fa è stato integrato con il
verbale di sottoscrizione degli elaborati del PAT con la Regione Veneto e
Provincia di Verona. E' stato sottoscritto successivamente al deposito, per cui
è stato necessario integrare la proposta. Mette in votazione la proposta di
delibera, dopo aver ricordato che, essendo un atto programmatorio di carattere
generale, non ci sono incompatibilità da verificare a carico dei consiglieri e
che il tema si porrà quando si andrà ad approvare i piani di interventi.
Tutto ciò premesso,
IL CONSIGLIO COMUNALE
Con voti favorevoli 14, astenuti 6
(Bertolaso, Marchi, Giacopuzzi W., Stanghellini, Pietropoli di CI e Giacopuzzi
N. di LdC), contrari //, espressa in forma palese,
DELIBERA
di approvare la proposta di
deliberazione allegata al presente provvedimento, per costituirne parte
integrante, formale e sostanziale.
Proposta di deliberazione ad iniziativa dell'Amministrazione
Comunale
Premesso che:
§ il Comune di Sommacampagna è dotato di un P.R.G. la cui ultima
Variante Generale (adottata nel 1990) è stata approvata dalla Giunta Regionale
con provvedimento n. 3541/92, alla quale hanno fatto seguito un complesso di
varianti parziali e puntuali, tra le quali si ricordano: la Variante 16 (1997)
finalizzata in particolar modo al riordino delle attività produttive fuori zona
(Zone D5); la Variante 17 (1999) tesa all'individuazione ed alla tutela delle
caratteristiche ambientali, naturalistiche e paesaggistiche del territorio; la
Variante 18 (1999) per l'individuazione di nuovi ambiti da destinare ad
insediamenti produttivi; la Variante 19 (2000) per la regolamentazione degli
interventi consentiti negli aggregati rurali di antica origine (Corti Rurali);
la Variante 20 (2003) concernente il cambio di base cartografica con
contestuale digitalizzazione del P.R.G.; la Variante 21 (2004) relativa all'adeguamento
al P.A.Q.E. e ad alcune varianti puntuali di interesse pubblico; la Variante 24
(2004) concernente la regolamentazione degli interventi nel Centro Storico di
Custoza; senza dimenticare tutte le varianti minori, quelle puntuali e quelle
attinenti ad impianti ed infrastrutture di interesse pubblico;
§ a fronte di questo doveroso e continuo lavoro di aggiornamento
tecnico, integrazione ed implementazione del P.R.G. vigente, reso necessario
dalle forti dinamiche di sviluppo che hanno interessato ed interessano il
territorio comunale, è emerso come la “struttura urbanistica” dello stesso
necessiti di una sostanziale revisione dei criteri informatori originari al
fine di adeguarle alle nuove esigenze del quadro sociale ed economico nel
frattempo sviluppatosi;
§ per rispondere a tali nuove esigenze, con deliberazione della
Giunta Comunale n. 108 del 18.04.2002 esecutiva e successivamente con delibera
del Consiglio Comunale n. 44 del 25.07.2002 esecutiva, è stata approvata la
Relazione Preliminare di Indirizzo Politico Programmatico per la progettazione
di una nuova Variante Generale al P.R.G.;
§ l'attività di progettazione è stata temporaneamente sospesa al
momento dell'approvazione ed entrata in vigore della nuova Legge Urbanistica
Regionale n°11 del 23.04.2004) - vedasi deliberazione della Giunta Comunale n°146
del 27.05.2004, in conseguenza del mutato quadro tecnico normativo, dovendosi
modificare profondamente le modalità di progettazione ed approvazione del nuovo
Piano Regolatore Comunale;
§ i nuovi Piani Regolatori Comunali sono ora composti da due
distinti documenti: il PAT - Piano di Assetto del Territorio - che fissa gli
obiettivi e le condizioni di sostenibilità degli interventi e delle
trasformazioni ammissibili (art. 13 della L.R. 11/2004) ed è soggetto all'approvazione
regionale; il PI - Piano degli Interventi - che si rapporta con il bilancio
pluriennale comunale e con gli altri strumenti comunali settoriali previsti da
leggi statali e regionali, da attuazione al PAT attraverso interventi diretti o
per mezzo di piani urbanistici attuativi (PUA) ed è di approvazione e
competenza unicamente comunale;
§ gli strumenti di pianificazione devono essere accompagnati dalla
Valutazione Ambientale Strategica, finalizzata alla verifica degli effetti e
dei differenti scenari derivanti dalle azioni pianificatorie sul territorio al
fine di promuovere uno sviluppo equilibrato nel rispetto dell'uso sostenibile
delle risorse (art. 4 della L.R. 11/2004);
§ con delibera della Giunta Comunale n°74 del 13.04.2006 è stato
adottato il Documento Preliminare all'adozione del PAT, ai sensi dell'art. 15
della citata legge regionale, cioè scegliendo la proceduta concertata ivi
prevista, al fine di procedere con maggiore efficacia ed efficienza all'elaborazione
del piano;
§ che a seguito di contatti ed incontri a livello tecnico,
intercorsi con la struttura tecnica regionale di riferimento, è emersa la
necessità di procedere ad una revisione del Documento Preliminare adottato, al
fine di conformarlo (per quanto possibile) allo schema predisposto dalla
Regione medesima, confermando gli obiettivi già individuati ed integrandolo ai
fini dell'avvio della procedura di Valutazione Ambientale Strategica attraverso
l'inserimento di un primo Rapporto sullo Stato dell'Ambiente;
§ con Deliberazione n°151 del 03.08.2006 la Giunta Comunale ha
pertanto riadottato, ai sensi dell'art. 15 della L.R. n°11/2004, il Documento
Preliminare alla progettazione del Piano di Assetto del Territorio - P.A.T., ed
approvato lo schema di Accordo di Pianificazione con la Regione Veneto, al fine
di avviare la procedura concertata di progettazione dello stesso;
§ con il medesimo provvedimento è stato adottato il primo Rapporto
sullo Stato dell'Ambiente ed avviato il procedimento di Valutazione Ambientale
Strategica (VAS);
§ In data 08.08.2006 è stato sottoscritto l'Accordo di
Pianificazione per la redazione del Piano di Assetto del Territorio Comunale
con la Regione Veneto, ai sensi dell'art. 15 della L.R. n°11/2004;
§ con Deliberazione n°170 del 21.09.2006 la Giunta Comunale ha
stabilito le modalità di effettuazione della concertazione, consultazione e
partecipazione sui contenuti del Documento Preliminare adottato, attraverso la
programmazione di cinque incontri pubblici suddivisi nelle seguenti macro aree
tematiche:
Ø Viabilità,
mobilità e infrastrutture: confronto e consultazione sull'attuale assetto
viabilistico ed infrastrutturale, finalizzato alla definizione dei nuovi
interventi necessari, anche in funzione delle politiche di sviluppo urbanistico
e settoriali perseguite;
Ø Attività
economiche: confronto e consultazione con le attività e le categorie
economiche operanti a vario titolo sul territorio, al fine di perfezionare e
specificare gli obiettivi strategici da perseguirsi col PAT, anche in relazione
alla sostenibilità ambientale degli interventi da proporre;
Ø Qualità
dell'ambiente urbano: confronto e consultazione sugli interventi e sulle
politiche urbanistiche da perseguire per la riconversione degli ambiti
degradati, per il miglioramento della qualità della vita e delle condizioni di
vivibilità dei quartieri, delle aree e degli impianti pubblici in genere;
Ø Ambiente
e paesaggio: definizione degli obiettivi strategici per la tutela del
patrimonio paesistico - ambientale, anche attraverso l'apposizione o la conferma
di vincoli finalizzati alla tutela del paesaggio agrario, della vegetazione
arborea ed arbustiva di pregio presente, delle visuali panoramiche, della
morfologia del territorio, nonché della produzione agricola tipica di
Sommacampagna;
Ø La
Città di Tutti: confronto sull'attuale dotazione di servizi pubblici
sportivi, ricreativi, culturali, sociali, scolastici ecc., finalizzata alla
definizione degli obiettivi e delle esigenze sociali della cittadinanza da
recepire e formalizzare nel PAT.
§ che, al fine di consentire i dovuti approfondimenti su alcuni
temi in discussione, ai predetti incontri pubblici, sono seguiti alcuni
incontri specifici con i seguenti enti o associazioni territoriali:
1) Soc.
Autostrada Brescia - Padova S.p.A.
2) Soc.
Aeroporto Valerio Catullo
3) Associazione
Missionaria Sommacampagna O.V. Onlus
4) A.L.P.I.
(Associazione Liberi Professionisti Imprenditori)
5) Associazione
Scuola Materna G. Campostrini
6) Casa
di Riposo G.A. Campostrini
7) Consorzio Z.A.I.
Quadrante Europa
§ che, a seguito dei predetti incontri ed al fine di approfondire e
concordare con la Soc. Aeroporto Valerio Catullo le strategie di pianificazione
comunale inerenti le aree poste in prossimità del sedime aeroportuale in
frazione di Caselle, è stato sottoscritto in data 07.03.2008 un apposito
Accordo di Concertazione, secondo il testo approvato con Delibera di Consiglio
Comunale n°37 in data 11.07.2007;
§ che in relazione alla nota congiunta del Presidente della
Provincia di Verona e dell'Assessore Regionale all'Urbanistica, datata 28.03.2007,
i Comuni sono stati invitati ad adottare un'Integrazione all'Accordo di
Pianificazione, al fine di coinvolgere la Provincia nel procedimento di
formazione concertata del PAT;
§ che l'Integrazione all'Accordo di Pianificazione tra il Comune di
Sommacampagna, la Regione Veneto e la Provincia di Verona per la
Predisposizione del P.A.T., il cui testo, successivamente alla verifica dei
contenuti del Documento Preliminare da parte dell'Amministrazione Provinciale,
è stato approvato con Delibera della Giunta Comunale n°8 del 24.04.2008, è
stata sottoscritta in data 03.06.2008;
§ con Deliberazione di Giunta Comunale n°105 del 12.06.2008 è stata
di fatto chiusa la procedura di concertazione e partecipazione sui contenuti
del Documento Preliminare con gli altri Enti pubblici territoriali e con le
altre Amministrazioni preposte alla cura degli interessi pubblici coinvolti ed
il confronto con le Associazioni economiche e sociali portatrici di rilevanti
interessi sul territorio e di interessi diffusi, nonché con i gestori di
servizi pubblici e di usi pubblici;
§ dai verbali dei suddetti incontri di Concertazione e dalla
relazione del consulente tecnico normativo, prof. arch. Alessandro Tutino,
depositata in data 30.08.2007, non sono emerse indicazioni che rendessero
necessaria l'integrazione/modificazione degli obiettivi posti alla base del
progetto di PAT dal Documento Preliminare adottato;
§ alla luce di quanto sopra, sono stati quindi confermati integralmente
i contenuti del Documento Preliminare medesimo;
§ in attuazione dell'Accordo di
Pianificazione sottoscritto con la Regione Veneto la progettazione/formazione
del Piano di Assetto del Territorio è avvenuta di concerto con la Direzione
Urbanistica Regionale, sentita la Provincia di Verona;
§ parallelamente all'attività
di progettazione del PAT è stata elaborata una proposta di Rapporto Ambientale
che verificasse i contenuti e gli effetti delle azioni di piano ipotizzate al
fine di accertarne la compatibilità e sostenibilità ambientale, in ossequio
alle disposizioni di legge per la valutazione ambientale strategica;
§ l'attività di progettazione è
stata sostanzialmente indirizzata ed orientata da una parallela e costante
verifica del livello di sostenibilità delle ipotesi progettuali al fine di
equilibrare le azioni di piano con idonei interventi di mitigazione ambientale;
§ il tutto è ampiamente
documentato ed illustrato nella proposta di Rapporto Ambientale allegata al PAT
quale parte integrante e sostanziale;
Tutto ciò premesso;
Rilevato che il
progetto di PAT in adozione costituisce un nuovo strumento urbanistico
pianificatorio generale che muta sostanzialmente i criteri informativi del previgente
P.R.G., in sintonia con gli indirizzi generali e gli obiettivi della
pianificazione territoriale di cui all'art. 2 della L.R. 11 del 27/04/2004 e
successive modifiche ed integrazioni;
Dato atto che, in sede
di redazione del progetto del P.A.T., è emerso che alcune previsioni del P.R.G.
vigente contrastano o sono incompatibili con i vincoli o gli indirizzi
strategici generali del progetto, come risulta da quanto specificatamente e
puntualmente indicato nella TAV. n. 4 - “Carta della Trasformabilità”;
Osservato che gli
ambiti interessati possono essere precisamente individuati ricorrendo alle
indicazioni contenute alla pag. 18 e seguenti della Relazione di Progetto, all'interno
del capitolo inerente allo “Stato di attuazione in rapporto alle direttive del
Documento Preliminare”;
Preso atto che i
contrasti e le incompatibilità individuate sono i seguenti:
1. impossibilità di dar corso al completamento
degli interventi edilizi residenziali del comparto residenziale di espansione
C3/17 in Custoza in quanto posto in aree assoggettate al vincolo di
elettrodotto di cui alla L.R. 27/1993, come riportato nella Tav. n. 1 - “Carta
dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale”;
2. adeguamento delle previsioni del comparto
D3/2 a quanto previsto nella Variante puntuale n. 24 al P.R.G. vigente, di cui
alle delibere consiliari n. 3 del 28/02/2005 e n. 84 del 14/12/2005, approvata
definitivamente dalla Regione Veneto giusta D.G.R. n. 1604 del 17/06/2008, con
utilizzo unicamente agricolo delle aree ivi indicate con la sigla D3/2b, in
relazione all'elevato pregio paesaggistico e ambientale del sito;
3. impossibilità di completare le previsioni
edificatorie del comparto C2/3 nel Capoluogo in quanto parte dello stesso verrà
destinato all'ampliamento delle aree di pertinenza del plesso scolastico della
scuola media del Capoluogo, come riportato nella Tav. n. 1 - “Carta dei Vincoli
e della Pianificazione Territoriale”;
4. accorpamento delle previsioni edificatorie
dei comparti BAO/3 e BAO/4 del Capoluogo ai nuovi insediamenti previsti dalla
linee di sviluppo insediativo residenziale presente nell'ATO n. 1, come
riportato nella Tav. n. 1 - “Carta dei Vincoli e della Pianificazione
Territoriale”;
5. impossibilità di dar corso agli insediamenti
previsti per il comparto D4/2b dell'ATO n. 1 in quanto posto interamente all'interno
della fasce di rispetto autostradale come rilevabile dalla Tav. n. 1 - “Carta
dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale”, nonché rientrando nelle
prescrizioni di tutela del corridoio di progettazione infrastrutture sovra
comunali di cui alla TAV. 4 - “Carta
della Trasformabilità” di progetto del PAT;
6. incompatibilità dell'attuazione delle
previsioni del comparto direzionale - commerciale D2E/S in Caselle, mai
edificato od oggetto di richieste di attuazione delle attuali previsioni di
P.R.G., in relazione all'esito degli
accertamenti e delle verifiche condotte con il Rapporto Ambientale finalizzato
alla V.A.S., nonché al previsto utilizzo delle aree per la realizzazione degli
ambiti di riequilibrio dell'ecosistema di Caselle, al fine di costituire un
fascia “cuscinetto” di mitigazione ambientale tra il sedime dell'autostrada A4
e le aree di urbanizzazione consolidata previste TAV. 4 - “Carta della
Trasformabilità” per la frazione Caselle;
7. accorpamento delle previsioni edificatorie
del comparto C2/16 in Caselle, già presente nella Variante Generale al P.R.G.
vigente approvata nell'anno 1992, ma mai edificato, ai nuovi insediamenti
previsti dalle linee di sviluppo insediativo residenziale previsti nell'ATO n.
2, come indicato nella TAV. 4 - “Carta della Trasformabilità” per la frazione
Caselle;
8. incompatibilità di parte delle previsioni
insediative del comparto D1/e9 dell'ATO n. 2 di Caselle con il corridoio di
progettazione di infrastrutture sovra comunali finalizzate alla realizzazione
della linea ferroviaria ad alta velocità (TAV. 1) nonché alla futura
realizzazione del progetto delle Tangenziali Venete di cui alla DGR 1171 del
26/05/2008;
§ Visto
l'art. 8 lett. e) delle N.T. in adozione ove si stabilisce, per tali previsioni
incompatibili con i vincoli e gli indirizzi strategici, il … possibile trasferimento e/o la
trasformazione della destinazione d'uso dei volumi esistenti e previsti verso
le aree di urbanizzazione consolidata, o le aree di sviluppo insediativo, o le
aree di riqualificazione e riconversione … , o le aree per interventi diretti
al miglioramento della qualità urbana e territoriale … , o infine le aree
destinate alla realizzazione di programmi complessi;
§ Dato atto che sarà quindi possibile successivamente all'approvazione
del P.A.T. ed attraverso l'applicazione dell'art. 6 della L.R. 11/2004 -
“Accordi tra soggetti pubblici e privati”, addivenire ad una soluzione
concordata che non danneggi le proprietà private interessate;
§ Richiamata la sentenza del consiglio di Stato n. 4656/2007 del
29/05/2007 inerente l'applicazione del comma 12 delle N.T.A. della Variante n.
19 al P.R.G., con particolare riferimento all'impossibilità in essa sancita di
consentire la trasformazione d'uso dei fienili siti all'interno dei nuclei
rurali di antica origine (ex art. 10 della L.R. 24 /85) ora individuate sulla
Tav. 3 - “Carte delle Fragilità” e normate all'art. 4.3.1 lett. d), decimo
punto, delle Norme Tecniche;
§ Osservato che in seguito a tale statuizione le disposizioni
normative suddette non risultano conforme agli intenti ed agli obbiettivi posti
alla base del progetto urbanistico a suo tempo adottato ed approvato con la
citata Variante n. 19, talché risulta necessaria una integrazione/modificazione
di tale disposizione al fine di ripristinarne l'applicazione secondo gli
obiettivi inizialmente prefissati;
§ Visto e preso atto che all'interno dell'art. 4.3.1 lett. d),
decimo punto delle citate Norme Tecniche
in adozione, viene indicata la corretta applicazione della norma di cui
trattasi nello spirito e con la finalità originariamente prevista;
§ Visto il Parere di Compatibilità Idraulica favorevole del
17.06.2008 Prot. n. 3270, da parte del Consorzio di Bonifica Adige Garda, con
raccomandazioni e approfondimenti recepiti in sede di progettazione del PAT;
§ Visto il Parere di Compatibilità Idraulica favorevole del
23.06.2008 Prot. n. 2359, da parte del Consorzio di Bonifica Agro Veronese
Tartaro Tione, con raccomandazioni e approfondimenti recepiti in sede di
progettazione del PAT;
§ Visto il Parere di Compatibilità Idraulica favorevole del
04.07.2008 Prot. n. 349028, dell'Ufficio Regionale del Genio Civile di Verona,
con prescrizioni e indicazioni recepite in sede di progettazione del PAT;
§ Visto il Parere di Compatibilità Ambientale positivo, con
prescrizioni e raccomandazioni recepite poi all'interno della proposta di
Rapporto Ambientale, della Commissione Regionale VAS n. 81 del 22.07.2008,
sulla Relazione Ambientale allegata al Documento Preliminare per la redazione
del Piano di Assetto del Territorio;
§ Ritenuto di procedere all'adozione del Piano di Assetto del Territorio,
quale strumento di attuazione degli obiettivi generali del Documento
Preliminare sopraccitato, nonché degli obiettivi e delle scelte strutturali di
pianificazione maturate nel quadro del perseguimento della sostenibilità
ambientale;
§ Dato atto che il Piano di Assetto del Territorio del Comune di
Sommacampagna si compone di:
ü 1.0 Relazione Tecnica
ü 2.0 Relazione di Progetto
ü 3.0 Norme Tecniche
ü 4.1 Carta dei Vincoli e della Pianificazione
Territoriale
ü 4.2 Carta delle Invarianti
ü 4.3 Carta delle Fragilità
ü 4.4 Carta delle Trasformabilità
ü 5.0 Quadro Conoscitivo su base informatica
(DVD), che contiene le analisi di supporto tecnico al progetto
§ Dato atto che la proposta di Rapporto Ambientale si compone di:
ü Rapporto Ambientale
- Allegato
A - Tabella di valutazione delle azioni di piano
- Allegato
B - Tabella di valutazione delle azioni di piano con mitigazione
- Allegato
C - Prontuario per le mitigazioni ambientali di infrastrutture viarie ed
aeroportuali nel Comune di Sommacampagna. Focus sull'aeroporto “Valerio
Catullo”
- Allegato
D - Modellazione dell'inquinamento atmosferico attraverso l'utilizzo dei dati
dei macrosettori (fonte Arpav)
- Allegato
E - Destinazione d'uso urbanistico dei comuni limitrofi
- Allegato
F - Valutazione d'Incidenza Ambientale
ü Sintesi Non Tecnica
Considerato che il progetto del PAT ed il relativo Rapporto
Ambientale recepiscono e danno attuazione in parte alle indicazioni contenute
nell'Accordo di Concertazione sottoscritto con l'Aeroporto Valerio Catullo, di
cui alla Delibera di Consiglio Comunale n°37 del 11.07.2007, in adempimento
alle disposizioni di legge in materia, con particolare riferimento alla
relativa Valutazione Ambientale Strategica;
§ Vista la L.R. 23.04.2004 n. 11 “Norme per il Governo del
Territorio”;
§ Visti gli “Atti di indirizzo ai sensi dell'art. 50 della L.R.
23.04.2004 n°11 - Norme per il Governo del Territorio” approvati con
Deliberazione di Giunta Regionale n°3178 del 08.10.2004;
§ Vista la direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del
Consiglio del 27.06.2001 concernente la valutazione degli effetti di
determinati piani e programmi sull'ambiente;
§ Visto il D.Lgs. n°152 del 03.04.2006 e successive integrazioni e
modificazioni;
§ Vista la Deliberazione della Giunta Regionale n°2988 del
01.10.2004, così come modificata ed integrata dalla Deliberazione della Giunta
Regionale n°3262 del 24.10.2006;
§ Vista la Deliberazione della Giunta Regionale n°3173 del
10.10.2006
§ Vista la Deliberazione della Giunta Regionale n°1322 del
10.05.2006, così come modificata dalla D.G.R. n°1840 del 19.06.2007
§ Visto il D. Lgs. n°267 del 18.08.2000 “T.U. delle leggi sull'Ordinamento
degli Enti Locali”;
D e l i b e r a
1) di adottare il Piano di Assetto del
Territorio ai sensi dell'art. 15 della L.R. 23 Aprile 2004 n°11 “Norme per il
Governo del Territorio”, formato dagli elaborati di seguito elencati redatti
dai rispettivi professionisti incaricati:
§ 1.0 Relazione Tecnica
§ 2.0 Relazione di Progetto
§ 3.0 Norme Tecniche
§ 4.1 Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale
§ 4.2 Carta delle Invarianti
§ 4.3 Carta delle Fragilità
§ 4.4 Carta delle Trasformabilità
§ 5.0 Quadro Conoscitivo su base informatica (DVD);
2) di confermare, unicamente per quanto
compatibile con il progetto del PAT adottato, i contenuti
urbanistici/pianificatori dell'Accordo di Concertazione, che si allega alla
presente in copia quale parte integrante e sostanziale, di cui alla Delibera di
Consiglio Comunale n°37 del 11.07.2007, ferme e impregiudicate restando le
altre condizioni in esso contenute;
3) di adottare la proposta di Rapporto
Ambientale di cui alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) composta dai
seguenti elaborati:
ü Rapporto Ambientale
- Allegato
A - Tabella di valutazione delle azioni di piano
- Allegato
B - Tabella di valutazione delle azioni di piano con mitigazione
- Allegato
C - Prontuario per le mitigazioni ambientali di infrastrutture viarie ed
aeroportuali nel Comune di Sommacampagna. Focus sull'aeroporto “Valerio
Catullo”
- Allegato
D - Modellazione dell'inquinamento atmosferico attraverso l'utilizzo dei dati
dei macrosettori (fonte Arpav)
- Allegato
E - Destinazione d'uso urbanistico dei comuni limitrofi
- Allegato
F - Valutazione d'Incidenza Ambientale
ü Sintesi Non Tecnica;
4) di dare atto che il piano adottato sarà
depositato presso la sede del Comune a disposizione del pubblico per 30 giorni
consecutivi, decorsi i quali chiunque può formulare osservazioni entro i
successivi 30;
5) di dare atto che sulla proposta di Rapporto Ambientale
della VAS saranno avviate le consultazioni previste dalla Direttiva CE/42/2001
agli artt. 6 e 9 e dal D. Lgs. n. 152 del 03.04.2006, e successive
modificazioni, all'art. 14, concernente la valutazione degli effetti di
determinati piani e programmi sull'ambiente;
6) di incaricare il Responsabile del Settore
Edilizia Privata - Urbanistica di provvedere agli adempimenti conseguenti previsti
dalla L.R. 11/2004, dall'Accordo di Pianificazione sottoscritto con la Regione
Veneto e la Provincia di Verona, nonché dalla Direttiva CE/42/2001 e dal D.Lgs.
152/2006 e successive modificazioni;
7) di autorizzare il Sindaco pro - tempore a
rappresentare il Comune di Sommacampagna alla Conferenza dei Servizi prevista
dall'art. 15 comma 6 della L.R. 11/2004.
Ed inoltre
DELIBERA
Di
dichiarare la presente deliberazione immediatamente eseguibile, ai sensi dell'art.
134, comma 4, del decreto legislativo n. 267/2000.