Il consigliere Giacopuzzi W. (CI) si scusa per il ritardo e provvede a presentare l'interrogazione “sull'adozione del Piano di Assetto del Territorio - Legge Regionale del 23/04/2004 n. 11 e rapporto ambientale finalizzato alla procedura VAS” allegata al presente provvedimento (all. A).

Nel frattempo rientra il consigliere Pedrini (CI) ed i consiglieri passano a 16.

Il consigliere Marchi (CI) chiede se sia possibile dare risposta immediata ed il Sindaco concorda.

Il Sindaco risponde che è uno dei punti che sono stati verificati prima di arrivare in Consiglio Comunale, alla luce dell'approvazione dei Piani Regolatori precedenti, i consiglieri che erano stati precedentemente in consiglio comunale hanno fatto presente la verifica di questo aspetto. È stato ampiamente verificato sia dal Responsabile del Servizio Urbanistica, sia dal Segretario Comunale. Il concetto è che quello che siamo andati ad approvare è un atto di indirizzo che indica delle possibili linee di sviluppo: non si va a dire chi costruisce il giorno dopo, o dare titolo al signor x o y che può essere parente e quindi avvantaggiato in seguito dal voto del consigliere parente. La legge regionale parla proprio di linee preferenziali di sviluppo, cioè le frecce danno quel senso. Per una tranquillità maggiore, lascia la parola al segretario comunale.

Il consigliere Giacopuzzi W. (CI) precisa che l'interrogazione è nata dal fatto della situazione che si è venuta a creare nel Comune citato, egli ha fatto una trasposizione. Egli ha la necessità di avere una chiarificazione anche perché era venuto fuori, se non ricorda male, proprio in quel frangente, qualcuno si era allontanato (non ricorda chi) e che poi l'assessore Mengalli l'ha richiamato perché qua si tratta di una votazione particolare. Egli ha letto quel caso, anche se inficiato da altre situazioni molto più pesanti, però c'è stato anche il pronunciamento di un difensore civico che l'ha determinato a chiedere.

Il segretario Comunale, dott. Eugenio Azzali riferisce che il famoso art. 78 della Legge 267/2000 prevede che i consiglieri comunali se hanno un interesse immediato e diretto debbono allontanarsi sia dalla discussione che dalla votazione. C'è un distinguo rispetto a quanto eravamo abituati con i piani regolatori o con le varianti parziali ai piani regolatori, in cui si andava a delimitare una zona ben definita, con parametri stereometrici, urbanistici ben definiti, che davano la quantificazione volumetrica che sarebbe andata ad applicarsi sul terreno, lì se quei terreni erano del consigliere o dei parenti fino al quarto grado o piuttosto il consigliere comunale era un professionista dei titolari dei terreni allora sì c'era incompatibilità. Qui siamo su un piano di programmazione molto più generale, molto più elevato. Non tutti i PAT sono uguali, il nostro PAT ha dato delle linee di tendenza, delle linee indicative che possono trasformarsi ma non è neanche detto che si trasformino. Manca, quindi, il presupposto dell'interesse immediato e diretto, per cui cade anche la motivazione o l'obbligo di allontanamento. E' prassi in queste situazioni che l'assessore o il sindaco dia questa comunicazione ai consiglieri comunale perché l'eventualità che un consigliere comunale rimanga in sala essendo coinvolto nell'interesse, è una responsabilità di tipo penale personale, quindi non è una giustificazione, invito o pressione dell'Amministrazione a rimanere in sala, ma è proprio a tutela dei consiglieri nel caso non conoscessero la norma del dettaglio. Ci possono essere PAT che contengono anche i cosiddetti accordi con il privato; allora lì sì in quel caso viene a configurarsi la situazione di interesse evidentemente concreto ed immediato, se i consiglieri rientrano in quegli accordi oppure se le indicazioni delle “frecce” fossero più circoscritte a dei territori ben definiti allora ci sarebbe l'interesse immediato.

L'assessore Turato riprende quanto detto correttamente dal Segretario: li nostro è un PAT di linee di indirizzo, non contiene nessun atto di pianificazione diretta. Oltre a quanto visto nelle tavole, anche nelle norme ci sono delle previsioni di pianificazione: c'è ad esempio una previsione di questo tipo, si dice che i fabbricati che non siano in zona agricola o nel centro storico e che hanno compiuto più di 30 anni potranno ottenere un bonus di 50 mc. Se noi dovessimo nell'approvare il PAT fare tutte queste verifiche, ci sarebbe un solo consigliere che vota e nessun altro.

L'assessore Mengalli, rispetto alla propria affermazione fatta allora e che ora ribadisce, precisa di averla fatta sulla base di sentenze consolidate del Consiglio di Stato, che individuano un interesse diretto ed immediato in quegli strumenti attuativi o di pianificazione che abbiano un'individuazione specifica, con specifiche attribuzioni di diritti o interessi legittimi in capo al soggetto. Questa giurisprudenza consolidata è confermata dallo stesso legislatore regionale che riconosce al PAT o al PTRC un valore di atto di indirizzo programmatorio. In due Comuni si è posto il problema: a Castelnuovo si è posto per il fatto che si sono avvalsi di una possibilità che la legge regionale prevede e cioè di ratificare accordi ex legge 11 nel frattempo stipulati con i privati. In questo caso, siccome gli accordi dentro il PAT hanno efficacia di strumento non più programmatorio ma attuativo e quindi di consolidamento di interessi legittimi specifici, vigeva l'obbligo di astensione. Siccome noi non ratificavamo nessun tipo di accordo con privati e non si andava ad attribuire a nessun tipo di terreno una particolare destinazione o un particolare indice e quindi un interesse particolare, si sente di confermare di essere in linea con il Consiglio di Stato.


 

 

ALLEGATO A