IL CONSIGLIO COMUNALE
SENTITA la relazione del Sindaco, allegata alla presente quale parte integrante e sostanziale;
CON n. 11 voti favorevoli, n. = astenuti, n.3 contrari (Billi, Martelloni e Pascucci), su n. 14 consiglieri presenti e votanti,
DELIBERA
di approvare gli indirizzi espressi dl Sindaco e risultanti dall'allegata relazione.
Relazione del Sindaco
Ritengo doveroso ed importante informare formalmente il Consiglio e al contempo definire l'indirizzo che dovremo seguire in merito alla vicenda di Cerbaie S.p.A di cui il Comune di Bientina è socio con una quota pari al 3,1% (capitale sociale 11.985.511.300).
E' noto che questo Consiglio ha deliberato con atto n. 11 del 10 marzo 1999 la trasformazione della precedente Azienda Speciale in Società per Azioni e con atto n. 77 del 28 luglio 2000 l'aumento del capitale sociale mediante sottoscrizione di nuove azioni.
Operazione questa che impegnava il Comune di Bientina al versamento dei primi cinque decimi (pari a L. 310.025.880) entro il 30.11.2000, termine questo prorogato più volte, oggi stabilito nel 28.02.2001.
Come tutti ricorderemo, nella delibera di approvazione dell'aumento di capitale mediante la sottoscrizione di nuove azioni, il Consiglio comunale ritenne, giustamente, di tutelare gli interessi dell'Ente e quindi dei cittadini, ponendo alcune condizioni, ritenute fondamentali per procedere nella direzione richiesta.
Infatti, nessuno - credo - mette in discussione la scelta, sia con riferimento alla decisione di trasformazione della vecchia azienda speciale in società per azione, sia con riferimento alla necessita di procedere alla ricapitalizzazione dell'Azienda, visto i disastrosi traguardi raggiunti.
Però, il Consiglio e tutti noi, erano e sono ben convinti che la scelta motivata da ragioni di opportunità, alcune anche di necessità e comunque imposta dalla legge e dal mercato, non può ledere le posizioni del Comune e dei cittadini.
Tra l'altro ponemmo con forza il problema della natura giuridica del bene, cioè della risorsa idrica, in considerazione del fatto che la società per azioni, a differenza della precedente azienda speciale, è un imprenditore e come tale, come ben ci ricorda il codice civile, "opera per il profitto".
Se così è, si rende necessario ridiscutere le problematiche relative all'emungimento e alle utilità che debbono pervenire ai territori dove questo avviene, allo stesso modo di ciò che accade in altri settori.
Discussione questa ben lontana da una soluzione, che comunque non può essere risolta in questa sede ma che deve trovare giusta valutazione nella sede legislativa nazionale o regionale, ma che comunque, e non potevamo fare diversamente, è stata posta come elemento in sede di delibera di ricapitalizzazione.
Stiamo ancora attendendo una risposta che riconosca perlomeno il principio, al di là della quantità, di modo che l'Amministrazione possa rivendicarlo in altre sedi, soprattutto in sede A.T.O.:
in tale direzione, è opportuno e corretto riconoscerlo, sta lavorando il Consiglio di Amministrazione di Cerbaie e dovrebbe pervenirci un documento che dovrebbe collocarsi nella direzione auspicata e sostenuta da questo Consiglio.
Più complicato è invece la soluzione dell'altra condizione posta nella delibera di sottoscrizione dell'aumento di capitale sociale e cioè quella inerente la restituzione delle rate dei mutui contratti nel passato dal Comune per il finanziamento di opere idriche e fognarie.
In questo contesto è però necessario distinguere le rate che vanno dal 1996 al 1999, cioè dall'anno di costituzione dell'Azienda Speciale, all'anno di trasformazione in società per Azioni, che ammontano a circa un miliardo e che sono riconosciute già al Comune, anche se l'ottenimento di questo risultato è avvenuto a seguito di una dura presa di posizione dell'Amministrazione, discussione che ha rischiato anche di sfociare in contenzioso, e trovano contabilizzazione nei bilanci degli anni passati.
Tra l'altro, nella nota prot. 70/2001, l'Azienda riconferma la sussistenza del credito, richiamando oltre alle Convenzioni in essere anche il DPR 902/1986 che stabiliva tale obbligo.
In merito a questo aspetto, si pone comunque la necessità di smobilizzare queste somme, o direttamente o attraverso strumenti che consentano una loro utilizzazione.
Diversamente ed in modo più serio, si pone il problema per le rate successive alla trasformazione, che comunque noi abbiamo posto come condizione nella delibera citata, ma che l'Azienda con la nota sopra richiamata, non intende - perlomeno fino ad ora - riconoscere.
Sostiene infatti che "…a partire dalla trasformazione dell'azienda in società per azioni … tale tipo di remunerazione non può più essere riconosciuto ..e le convenzioni hanno dunque esaurito la loro funzione, essendo la società per azioni un soggetto diverso dal precedente".
Si sostiene inoltre la necessità di formalizzare una nuova Convenzione e si comunica che "…a partire dall'1.1.2001 intende erogare ai Comuni soci, in sostituzione dei precedenti importi, un canone di concessione…".
Indirizzo questo non condiviso da questa Amministrazione che recependo una relazione del Sindaco con atto di Giunta n. 13 del 27/01/2001, ha provveduto ad effettuare la compensazione tra l'importo di cui riteniamo essere creditori e pari L. 224.572.000 e l'importo da sottoscrivere.
La lettera inviata in data 31.01.2001 prot. 1534, richiama l'indirizzo dettato dalla Giunta e in particolare in essa si afferma: "…La presente per comunicarVi che questa Amministrazione ha provveduto a dare esecuzione a quanto stabilito nella deliberazione del Consiglio Comunale n. 77 del 28.07.2001 in merito all'aumento del capitale sociale di Codesta Azienda mediante sottoscrizione di nuove azioni.
Infatti, si è provveduto all'emissione del mandato di pagamento n. 127 del 30.01.2001 per un importo pari a L. 310.025.880, corrispondente alla somma da noi dovuta per il versamento dei cinque decimi ed in contemporanea all'emissione della reversale di incasso n. 7 pari a L.224.572.000, corrispondente al credito, che viene così compensato, che questa Amministrazione ritiene esistente nei confronti di Codesta Azienda e pari all'ammontare della somma che il Comune deve annualmente pagare per i mutui precedentemente contratti e finalizzati alla realizzazione di opere date in gestione a codesta Azienda.
Si evidenzia che questa Amministrazione non condivide, e quindi contesta, il contenuto e la sostanza della nota del 29 dicembre 2000 assunta al protocollo di questo Comune in data 2 gennaio 2001 con il n. 70, dove si esterna la volontà di non corrispondere le somme relative alle rate di mutuo precedentemente contratti per la realizzazione di opere poi date in gestione all'Azienda, sostenendo la tesi che prima della trasformazione le somme erano dovute, indipendentemente dalla loro estrinseca previsione nella Convenzione che regola i rapporti tra il Comune e l'Azienda, poiché espressamente previsto dalla legge, mentre con la trasformazione in S.p.A. "tale tipo di remunerazione non può più essere riconosciuto" e quindi "le convenzioni hanno dunque esaurito la loro funzione, essendo la società per azioni un soggetto giuridicamente diverso dal precedente".
Questa tesi non è condivisibile non solo sul piano politico perché individua nei Comune e quindi nei Sindaci eventuali responsabilità di tipo contabile per crediti e somme che l'Amministrazione ha il dovere di recuperare, ma neanche sul piano più propriamente tecnico poiché la citata Convenzione, e quindi i motivi che la sostengono e con essi le ragioni che hanno consentito di deliberare la trasformazione, sono richiamati nella delibera con la quale è stato deciso la trasformazione dell'Azienda speciale in società per azioni.
Queste le ragioni che determinano il comportamento tenuto dall'Amministrazione in questa sede, alle quali si aggiungeranno altre, più precise e puntuali, qualora nel prosieguo si dovesse aprire un contenzioso con Codesta Azienda.
Infine, rilevo inoltre la necessità che sia dato soddisfazione all'ulteriore condizione posta dal Consiglio Comunale nella delibera di ricapitalizzazione ed inerente la problematica dell'emungimento, poiché al momento non sono conosciuti da questa Amministrazione atti o documenti che rispondano a quanto richiesto…".
Ovviamente la nostra posizione ha trovato poi la contrarietà dell'Azienda, aprendosi così la strada di un contenzioso, salvo una possibilità d'incontro tra queste due posizioni contrapposte che non può pero prescindere dal riconoscimento delle somme da noi vantate.
Non solo, quindi, per dovere di informazione, si è reso necessario l'inserimento di questo argomento nell'ordine del giorno dell'odierna seduta, ma soprattutto perché venga formalizzato un indirizzo che tuteli l'Ente ed i cittadini, anche in considerazione della prossima Assemblea di Cerbaie S.p.A. che si terrà nei prossimi giorni.
Prima di concludere, alcune considerazioni.
Il recupero della quota inerente le rate dei mutui non solo è doveroso ma è anche sostenibile sia in base agli elementi contenuti nella nota richiamata, sia in base a disposizioni di legge, sia sulla scorta di una ulteriore considerazione, elementare ma significativa, cioè che la delibera di trasformazione è stata approvata, tra l'altro, perché non comportava oneri per il Comune, altrimenti avrebbe seguito un diverso iter.
Non è possibile oggi, quindi, affermare il contrario, escludendo altresì possibilità di ottenere tutela ai propri interessi.
Inoltre, non è possibile concettualmente considerare il canone di concessione come surrogato delle somme a noi dovute: non è possibile perché il profilo quantitativo della somma è rilevante e soprattutto perché significherebbe ammettere disparità di trattamento.
Infatti basta pensare alla differente situazione in cui si troverebbe un Comune che ha realizzato gli interventi beneficiando di contributi pubblici rispetto a chi ha investito risorse proprie oppure rispetto a chi ha visto interventi diretti dell'Azienda.
Anzi, con riferimento a quest'ultima ipotesi, non possiamo non prendere atto di enormi disparità, anche tra gli stessi soci dell'azienda, cosa non ammissibile per principio generale.
Gli elementi che possono sostenere la nostra tesi sono in realtà molto più numerosi rispetto a queste semplici osservazioni: per questo motivo, ritengo opportuno che l'Amministrazione tuteli in tutte le sedi possibili gli interessi della propria comunità, anche nei confronti della normativa che disciplina il delicato settore del cosiddetto "ciclo idrico integrato" che sembra non aver tenuto conto di queste importanti problematiche.