IL CONSIGLIO COMUNALE
Richiamata la propria deliberazione n°107 del 29/11/2002, esecutiva, con la quale si approvava la proposta di intenti per la cessione a titolo gratuito dei locali della Pieve di S. Maria Assunta, annessa Sagrestia e Casa Canonica, con l'eccezione dei locali sede del Museo della Pieve e di altri locali ad esso annessi;
Richiamata altresì la propria deliberazione n°120 adottata in data odierna, con la quale si approva la cessione sopra indicata;
Visto il protocollo d'intesa tra il Comune di Bientina e l'Ente Parrocchia di S. Maria Assunta per la valorizzazione, la tutela e la conservazione del patrimonio artistico e culturale della Pieve medesima, composto da un premessa di carattere storico e da n°6 articoli;
Visto il parere espresso dalla Curia Arcivescovile di Pisa;
Visto il parere di regolarità tecnica espresso ai sensi dell'art.49 del D. Lgs. N°267/2000, reso dal responsabile del servizio competente;
Il Sindaco pone a votazione la proposta con le integrazioni qui di seguito indicate: al punto 5 del Protocollo d'intesa, dopo le parole "ricognizione di tutti i beni esistenti", aggiungere "compresi quelli provenienti da altri oratori o chiese minori esistenti in Bientina, ancorché dismessi, e custoditi nel complesso della Pieve di S. Maria Assunta.
Con esplicito riferimento a queste ultime categorie di beni, nel rispetto delle norme e documenti precedentemente citati, e senza pregiudizio per l'esercizio del culto, l'Amministrazione comunale e l'Istituzione religiosa attuano gli strumenti previsti dalla normativa in generale ed in particolare dall'art. 3 del presente protocollo, impegnandosi a promuoverne la valorizzazione anche attraverso una loro collocazione in siti o locali ritenuti più idonei ed opportuni."
CON n. 14 voti favorevoli, n. = astenuti, n. = contrari, su n. 14 consiglieri presenti e votanti,
DELIBERA
PROTOCOLLO D'INTESA TRA IL COMUNE DI BIENTINA E L'ENTE PARROCCHIA DI S. MARIA ASSUNTA PER LA VALORIZZAZIONE, LA TUTELA E LA CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE DELLA PIEVE DI S. MARIA ASSUNTA DI BIENTINA
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PREMESSA DI CARATTERE STORICO
Le antiche memorie, che trovano puntuale riscontro nelle filze delle deliberazioni e partiti della Comunità di Bientina, testimoniano con frequenza e con dovizia di particolari, i provvedimenti e le conseguenti spese affrontate dalla Comunità, specialmente a partire dal 1627, quando gli amministratori del tempo decisero l'ampliamento della Pieve già esistente e dedicata fin dal 1509 alla Madonna Assunta , divenuta ormai troppo piccola per l'accrescimento della popolazione.
L'edificio fu consacrato dall'allora Arcivescovo di Pisa Scipione Pannoccheschi d'Elci il 10 aprile 1644, ma questi, in " in actu consecrationis" trasferì la commemorazione e festa alla seconda domenica d'ottobre.
Il progetto di ampliamento, predisposto dall'architetto di Corte Gherardo Silvani, comportò la demolizione del campanile e l'allungamento dell'edificio fino alle vecchie mura castellane. Tutte queste opere di carattere edificatorio, ebbero un costo notevolissimo per la Comunità di Bientina; dall'esame delle deliberazioni e dei libri dei saldi dell'epoca si può notare come la spesa ascendesse a circa 7.000, pari a 14.000 lire toscane.
Al periodo seicentesco appartengono anche la bellissima cantoria in pietra serena e il monumentale organo costruito tra il 1637 e il 1640 dall'organaro lucchese Bartolomeo Ravani; lo strumento è racchiuso in una splendida cassa lignea, intagliata e dorata a oro zecchino, opera del fiorentino Adamo Guglielmi. Anche in questo caso la spesa ammontò a circa Lire 10.000 del tempo, una somma enorme.
Esteriormente la Pieve di S. Maria Assunta ha forme molto semplici, e tuttavia, nella sua semplicità, colpisce per il suo studiato ed armonico geometricismo, tutto toscano.
Tale austera semplicità è riscontrabile anche nell'invaso spaziale interno, sotto i posteriori addobbi settecenteschi.
Fu dopo la traslazione del corpo di S. Valentino dalle catacombe romane di S. Callisto, avvenuta nel 1699, dopo circa 4 anni di pratiche burocratiche estenuanti espletate con scrupolo dagli amministratori comunali del tempo, che l'edificio fu adornato di stucchi e pregevoli dipinti da parte degli artisti più in voga del momento.
Tra i plasticatori che lavorarono nella Pieve sono da citare il ticinese Martino Portogalli (1702-1706) autore degli stucchi nella parte absidale, nonché nella Cappellina del SS.mo Sacramento, Paolo e Domenico Bolani, padre e figlio (1777 - 78), protagonisti delle decorazioni sulle pareti laterali.
Notevole il grande soffitto ligneo a cassettoni, recante al centro l'immagine dell'Assunta nella gloria degli angeli, opera del pisano Andrea Mattei (1748/1750).
Nella parte absidale della chiesa sono ben visibili tre grandi quadri a olio su tela raffiguranti, la condanna, il martirio e l'apoteosi di S.Valentino, opera rispettivamente dei pittori Redi, Puglieschi e Piero Dandini (1703/04).
Sopra il ballatoio sono visibili, benché bisognevoli di restauri, sei grandi dipinti a tempera - fresco, opera del fiorentino Giuseppe Romei (1714 - 1785) che raffigurano i miracoli di S. Valentino. Appartenenti al periodo della piena maturità dell'artista (1782/83), sembrano preannunciare il gusto pre - romantico per la visione paesistica slargata e chiara.
Fu questo, insieme agli stucchi sulle pareti laterali, l'ultimo grande sforzo di natura artistico-realizzativa da parte del Comune, che nella scelta degli artisti e nella committenza dimostrava una competenza e un gusto assolutamente superiore alla media delle altre Comunità di campagna.
Una delle ragioni principali dello splendore artistico che la Pieve assunse nel corso del secolo XVIII, si deve indubbiamente alla traslazione delle reliquie di S. Valentino. La venuta di questo santo non costituì per il paese un evento soltanto religioso, ma interessò tutti gli aspetti della sua vita quotidiana, segnandone un ricordo incancellabile, ben descritto in una memoria tuttora esistente nell'archivio del Convento dei Frati Minori francescani di S. Romano, ove il corpo di S. Valentino fu esposto alla pubblica venerazione per tre giorni nel corso del tragitto fluviale via Arno da Firenze a Bientina:
"Un regalo cotanto eccellente, cotanto magnifico e prezioso fu l'epoca fortunata di quella terra, mentre da esso Tesoro Le ne risultò tutta la felicità e spirituale e temporale. I prodigiosi insieme e stupendi miracoli quasi innumerabili operava Iddio ad intercessione di S.Valentino, nelle tre feste di Pentecoste: la fama di essi richiamava da lontane parti dentro e fuori della Toscana le Nazioni in gran numero a visitarlo, come a un Santuario in pellegrinaggio, per cui ne derivarono considerabili vantaggi a quella chiesa, nelle numerose sacre suppellettili, per abbondanti offerte e limosine; a quegli abitatori nei loro guadagni per la vittuaria e per gli alloggi alla copiosa moltitudine de' Forestieri, e finalmente al Lustro di quella Terra [Bientina] divenuta ormai per ogni dove rinomata dalla fama gloriosissima del Santo, quando che per l'innanzi se ne stava in quell'angolo solitaria, negletta, e poco meno che conosciuta. Tutto a gloria di Dio, della serafica Religione e del Padre Molto Reverendo Provinciale Maestrini, il quale col suo gran credito ottenne da Roma così prezioso Tesoro in questo prodigioso Corpo Santo".
Questa memoria fornisce anche una spiegazione logica all'esistenza di suppellettili di arte sacra, cosiddetta minore, in oro e argento e tessuti preziosi che hanno dato origine al Museo della Pieve, inaugurato nel dicembre 1993. A detta dei maggiori esperti del settore, trattasi di una delle raccolte più ampie e preziose di argenterie del '700 nell'intera Toscana; basti vedere i marchi che caratterizzano molti degli oggetti ivi esistenti (da Paolino Batoni, alla bottega dei Vambrè, ai Geri, ai Guadagni, ai Pittermann, alle botteghe orafe pisane, meno studiate, ma non per questo meno apprezzabili).
Di tutti questi oggetti, oltre alla catalogazione e inventariazione, esistente presso la Soprintendenza ai Monumenti di Pisa, fu fatta un'altra minuziosa e molto più completa opera di catalogazione e inventariazione nel volume di C.Cantagalli - R. Vincenti,"La Pieve di S.Maria Assunta di Bientina", pubblicato nel 1993 dalla Casa Editrice Pacini di Pisa, per la liberalità della locale Cassa Rurale ed Artigiana.
DELLA VALORIZZAZIONE , TUTELA E CONSERVAZIONE
DEL PATRIMONIO ARTISTICO - CULTURALE DELLA PIEVE
A tale scopo il Sindaco pro-tempore e il Pievano pro-tempore si incontreranno annualmente per definire e concordare tutte le iniziative possibili per la valorizzazione dei beni artistici e culturali esistenti nel complesso della Pieve di S. Maria Assunta, e ne riferiranno ai rispettivi consessi.
Sarà garantita l'apertura dei locali anche in date da concordarsi, dietro prenotazione da parte di cittadini e visitatori che ne facciano espressa richiesta.
Con esplicito riferimento a queste ultime categorie di beni, nel rispetto delle norme e documenti precedentemente citati, e senza pregiudizio per l'esercizio del culto, l'Amministrazione comunale e l'Istituzione religiosa attuano gli strumenti previsti dalla normativa in generale ed in particolare dall'art. 3 del presente protocollo, impegnandosi a promuoverne la valorizzazione anche attraverso una loro collocazione in siti o locali ritenuti più idonei ed opportuni.
Letto, Confermato e Sottoscritto
Il Sindaco del Comune di Bientina Il Rappresentante Ente Parrocchia S. Maria Assunta
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