Entra il consigliere Guidi.

 

Il Sindaco dà la parola alla consigliere Nieri che dà lettura della interrogazione e chiede delucidazioni sugli indirizzi che l'Amministrazione intende dare per salvare questa società.

 

Il Sindaco dà lettura della propria risposta, che viene allegata alla presente quale parte integrante e sostanziale.

 

Il consigliere Billi si ritiene soddisfatto come gruppo ma non comprende perché ci sia un intento polemico nell'accusa  di connotare come abuso il fatto di presentare interrogazioni.

 

Il Sindaco fa presente che quando nella risposta afferma “Interferire in questa sfera, ritengo, sia un abuso e un compito che per convinzione e volontà non appartiene all'Amministrazione.” non sia riferito al gruppo “Bientina delle Libertà”, ma come tale frase debba essere letta in correlazione al precedente paragrafo della risposta.

 

La consigliere Nieri dice che la polemica sembra sempre affiorare nelle risposte dell'Amministrazione.

 

 

 


 

 

 

Risposta orale all'interrogazione presentata dal Gruppo Consiliare “Bientina per le libertà” - prot. n. 7287 del 27 maggio 2003 e inerente la situazione della S.S. Sextum.

 

            Con riferimento all'interrogazione di cui all'oggetto e relativa alla problematica della Società Sportiva Sextum, di cui si chiede la discussione in Consiglio Comunale, ritengo di aver risposto nel contesto della pubblica assemblea che si è tenuta presso i locali della Torre Civica, su iniziativa della stessa Società, il giorno 17 giugno 2003.

 

            In questa sede ritengo opportuno avanzare semplicemente alcune riflessioni che l'interrogazione pone.

 

            Innanzitutto non ritengo sia un dramma se una società sportiva viene “declassata”, o meglio se in conseguenza dei risultati del campo subisce una retrocessione: credo che questo meccanismo - la promozione e la retrocessione - sia insito al Campionato di calcio, di qualunque categoria si parli.

 

            Così come ritengo opportuno valutare la gestione non tanto in riferimento al risultato sportivo, che è pur sempre importante, quanto al ruolo sociale che una società di questo tipo deve necessariamente svolgere.

 

            In altre parole, personalmente ritengo, a livello dilettantistico e a maggior ragione nelle categorie in cui ha militato la Sextum che il problema non sia tanto quello di vincere un campionato per “vendere”, per esempio, maggiori diritti televisivi o per lucrare maggiori introiti.

 

            Piuttosto l'obiettivo di un buon campionato è da ricercare anzitutto nella qualità dei rapporti che si riesce a stabilire nella “formazione sociale”, tanto per usare un linguaggio caro al costituente, e con la società civile nel cui contesto la Sextum opera.

 

            Quindi, non è tanto un problema di “competitività” e di “immagine” come sostiene l'interrogante, quanto piuttosto di qualità del servizio sportivo e educativo che la società riesce a trasmettere ai bambini, agli atleti, ai tifosi.

 

            Da questo punto di vista, come ho avuto modo di dire in altre sedi, la gestione della società forse non è immune da critiche, o più semplicemente dovremmo interrogarci e riflettere sui motivi di un costante e crescente isolamento della Sextum rispetto a settori della vita associativa: basti per esempio richiamare la situazione delle contrade e del Palio.

 

            Ritengo doveroso, però, precisare che nell'attribuire giudizi è necessaria la valutazione complessiva della situazione e non limitarci a chi “urla di più” o a prendere in considerazione solo una sfaccettatura dell'intero: in altre parole, credo, che una vera riflessione, innanzitutto non può avvenire in questa sede, mancando essa della presenza dell'interlocutore principale, vale a dire la società.

 

            In secondo luogo, una vera riflessione può essere fatta solo a condizione di liberarci da qualsiasi interesse di parte, da qualsiasi pretesa velleitaria o avventuriera e soprattutto deve avvenire libera da ogni strumentalizzazione politica e di partito, come invece, mi sembra, si collochi la presente interrogazione, che trova il limite e quindi la dimostrazione della faziosità, nel considerare la Sextum come un'azienda che può essere “venduta”, che deve essere “competitiva”, che deve avere “un'immagine”: in altre parole, sembra, che ci si interessi più “ai molti tifosi” che, per esempio, al ruolo educativo che l'attività sportiva deve svolgere nei confronti dei “molti bambini” della scuola calcio.

 

            Nell'interrogazione, si chiede, “cosa ha fatto l'Amministrazione per cercare di aiutare la società”, … se era a conoscenza che i dirigenti avevano mostrato la volontà di vendere, … quali siano gli interventi che questa Amministrazione intende prendere per riportare il Bientina nella giusta categoria”.

 

            Al di là degli interventi sugli impianti sportivi e dei contributi economici finalizzati alla gestione dei campi sportivi (circa 21.000 euro all'anno), abbiamo cercato, innanzitutto, di rispettare l'autonomia della Società e quindi le scelte che la stessa poneva in essere, indipendentemente da una piena condivisione delle stesse.

 

            Nella visione di una comunità dove sempre più intenso è il senso di appartenenza, abbiamo cercato, nell'azione dell'Amministrazione, il coinvolgimento di tutti i soggetti, collettivi ed individuali, e quindi anche della Sextum.

 

            Così come, per quanto possibile, abbiamo cercato di contribuire alla costruzione di un terreno il più favorevole possibile per la società sportiva “dal glorioso passato”, sia nei rapporti con le altre associazioni che operano in Bientina che con il mondo imprenditoriale: raramente però abbiamo raggiunto risultati.

 

            La ricerca del perché di questo insuccesso meriterebbe un'attenta analisi nel valutare le cause nella nostra incapacità o insufficienza oppure nel contesto sempre più chiuso o isolato in cui la Sextum sta operando, o ancora, nel disinteresse sempre maggiore della realtà cittadina, dovuta al cambiamento dei tempi, nei confronti delle realtà calcistiche paesane, come - d'altra parte - sta avvenendo in molti Comuni.

 

            In merito, invece, alla conoscenza della volontà di vendere, premettendo che la domanda è posta in modo sbagliato perché nelle società di questo tipo, credo, che lo statuto preveda l'ingresso di nuovi soci, ma non la vendita della società, comunque, l'Amministrazione non era a conoscenza se non nei limiti della disponibilità a accogliere, da parte dell'attuale dirigenza, nuovi soci e consiglieri.

 

            Al di là delle “voci della piazza” che sostenevano, fin dal mese di aprile, il passaggio nelle mani del Sindaco di tutti gli atti e dell'intera questione Sextum, il primo incontro con la dirigenza della Società, su convocazione del Sindaco, è avvenuto il 20 maggio 2003 e in quella sede, come detto pubblicamente nell'assemblea del 17 giugno, è stata registrata “la stanchezza” degli attuali consiglieri e la loro disponibilità a consentire l'ingresso di chiunque, dichiarando l'esistenza di un leggero passivo (circa 15/20.000 euro).

 

In quella sede, però, è stata registrata anche la ferma volontà dell'attuale dirigenza di continuare qualora nessuno si fosse presentato.

 

            Quindi, d'intesa con la dirigenza Sextum, l'Amministrazione ha esperito alcune verifiche in merito alla disponibilità di operatori ad entrare nella direzione della società: tentativi che non hanno dato alcun risultato ma solo risposte negative per svariati motivi che vanno dal disinteresse, alla ristrettezza dei tempi, alla contrapposizione netta all'attuale consiglio direttivo.

 

            Insomma, lo stesso silenzio che si è avuto in sede d'assemblea pubblica dove, contrariamente alle polemiche dei bar e della “piazza”, nessuno ha sollevato dubbi o critiche, anzi si sono avuti solo alcuni interventi favorevoli al mantenimento dello status quo.

 

            L'interrogante chiede infine quali azioni intende intraprendere l'Amministrazione: l'unica risposta è quella che richiama la memoria dei fatti come in precedenza descritti e sottolinea, ancora una volta, che la Società Sextum è un soggetto autonomo che ha un proprio Consiglio direttivo che è pienamente legittimo di porre in essere le scelte che ritiene opportuno.

 

            Interferire in questa sfera, ritengo, sia un abuso e un compito che per convinzione e volontà non appartiene all'Amministrazione.

 

            Perlomeno a questa Amministrazione, a questa maggioranza.

 

 

Bientina, lì 27 giugno 2003.

 

                                                                          Il Sindaco

                                                                                                          Marco Braccini