IL CONSIGLIO COMUNALE
VISTA la proposta del gruppo consiliare “Bientina delle Libertà” di celebrare “La giornata della memoria e della testimonianza” il 10 Febbraio di ogni anno e intitolazione di una strada ai Martiri delle foibe;
RICHIAMATO l'ordine del giorno presentato dal gruppo consiliare “Bientina delle Libertà”, allegato alla presente quale parte integrante e sostanziale;
Il Sindaco propone un ordine del giorno, di cui dà lettura.
Il Consigliere Billi afferma che l'ordine del giorno presentato dal suo gruppo rispecchia l'orientamento del Parlamento e afferma di “rabbrividire” dinanzi alle affermazioni che tale proposta rappresenti una strumentalizzazione.
Viene sottoposto a votazione l'ordine del giorno presentato dal consigliere Billi
IL CONSIGLIO COMUNALE
Con n. 3 voti favorevoli (Turini, Banti, Billi), n. 10 contrari, n.= astenuti, su n. 13 consiglieri presenti;
DELIBERA
- di non approvare l'allegato ordine del giorno, presentato dal Gruppo “Bientina delle Libertà”.
Viene sottoposto a votazione l'ordine del giorno proposto dal Gruppo “L'Ulivo per Bientina” e dal Gruppo “Rifondazione Comunista” e presentato dal Sindaco
IL CONSIGLIO COMUNALE
Con n. 10 voti favorevoli, n. 1 astenuto (Turini), n. 2 contrari (Banti, Billi), su n. 13 consiglieri presenti
DELIBERA
- di approvare l'ordine del giorno proposto dal Gruppo “L'Ulivo per Bientina” e dal Gruppo “Rifondazione Comunista” e presentato dal Sindaco.
I gruppi consiliari L'ulivo per Bientina e Rifondazione comunista
Preso atto della proposta di ordine del giorno di cui al punto n. 7 della seduta del 5 maggio 2004, per le motivazioni indicate nell'allegato documento
Respingono L'Ordine del giorno
Propongono di approvare il seguente documento:
“Il Consiglio Comunale di Bientina respinge l'ordine del giorno presentato dal gruppo “Bientina delle Libertà”. Lo respingiamo poiché si tratta di un documento e di un atto strumentale, che si pone nell'ottica del più ideologico revisionismo storico: per la decontestualizzazione dei fatti operata , per i contenuti espressi, per il linguaggio usato.
Quando, in linea con l'articolo 11 della Costituzione nata dalla Resistenza, ci schieriamo senza mezzi termini contro la guerra, contro ogni guerra, lo facciamo anche perché abbiamo potuto riconoscere i danni, le aberrazioni e le lacerazioni che questa produce.
E' in questo senso che non abbiamo remore nel riconoscere le pagine più tristi del dopo-guerra, con gli strascichi di odio e di sangue, e con aberranti vendette che in alcuni casi sono state attuate in risposta alle stragi più brutali perpetrate dall'occupazione nazi-fascista in Italia, nei Balcani, in Albania, in Grecia ed anche in Africa.
Riconoscere la brutalità di queste azioni significa riconoscere anche le epurazioni, le espulsioni dall'Istria e condannare senza mezzi termini le esecuzioni sommarie anche ad opera dell'esercito Iugolslavo, con la sciagura delle cosiddette “foibe”.
Tutto ciò però non autorizza nessuno a riscrivere, oggi, la storia, a mettere sullo stesso piano chi ha lottato per liberare il proprio paese dal nazismo e dal fascismo, sia in Italia che nel resto del mondo, con chi invece ha usato la più grave violenza ed i peggiori crimini a sostegno dell'arbitrio e della dittatura nazi-fascista.
I comunisti italiani, insieme ai socialisti, agli azionisti ai popolari ed a tutte le altre componenti politiche, non hanno solo partecipato alla lotta di liberazione ed alla costruzione della Repubblica; hanno anche il merito di aver difeso la democrazia e di aver concorso allo sviluppo sociale del paese.
Nel 45 e negli anni immediatamente seguenti, i padri della Repubblica, animati da spirito unitario, per facilitare l'uscita dalla guerra e per ricostruire un clima di civile convivenza, hanno compiuto scelte che ora possiamo anche valutare in maniera critica, ma che non possiamo analizzare fuori da quel contesto.
Aver amnistiato i reati, anche gravi, compiuti dai fascisti nel ventennio, durante l'occupazione nazista e sotto il regime repubblichino ed al tempo stesso aver chiesto alla Yugoslavia di non procedere nei confronti di molti crimini fascisti, ha significato anche minimizzare la gravità delle persecuzioni verso molti italiani in Istria e delle stesse “foibe”.
La storia non si riscrive.
La ricerca di come alimentare il ricordo dei molti sacrifici e dei drammi della guerra, per combattere l'oblio, per noi si salda con l'impegno costante per la pace, contro tutte le guerre.
l'Ulivo per Bientina Rifondazione Comunista