Si dà atto che, pochi minuti dopo le
ore 20.00, il Sindaco e i consiglieri sono accomodati negli scranni comunali.
Sono presenti 11 componenti il Consiglio comunale. Il Sindaco è in procinto di
far fare l'appello al Segretario comunale, quando un cittadino presente fra il
pubblico - tale sig. Vladimiro Benetti, Segretario di Sezione della Lega
Nord - chiede ed ottiene la
parola. Il sig. Benetti esordisce
dicendo che, d'ora innanzi, i consiglieri della Lega Nord non
parteciperanno ai consigli comunali, fino a quando non verranno risolte le
“note vicende”. Conclude affermando che, per risolvere le “note vicende che il
Sindaco ben sà”, la Lega resta comunque a disposizione del Sindaco.
Il consigliere De Nardi Antonio domanda al Sindaco quali
siano “le vicende” per le quali i consiglieri comunali della Lega Nord
diserteranno il Consiglio comunale.
A seguito di tale quesito, si
sviluppa dialogo sotto riportato in forma sintetica:
SINDACO:
Le vicende sono queste: mi hanno chiesto di dare l'incarico a Benetti di
procurare un nuovo Segretario comunale. Benetti e la Lega hanno chiesto di dare
loro l'incarico, un incarico scritto, di procurare un nuovo segretario.
GALLON: Queste cose non si devono dire, perché c'è
la presenza del pubblico.
TOMASI:
Comunque qua saltano fuori i segreti della magistratura.
GALLON:
Se posso, da parte mia esprimo alla dottoressa la mia massima solidarietà e
stima. Mi dispiace che si sia verificato questo episodio.
FARAON
ANTONIO: Mi associo, ma non ho neanche bisogno di associarmi, perchè
la dottoressa sa come la penso. La scelta del Segretario è una prerogativa del
Sindaco, perché il Segretario deve essere persona di fiducia del Sindaco, e
questo l' ho detto e ribadito fin dall'anno scorso, quando abbiamo perso il
Segretario precedente per le “note vicende”.
Dico che non è più tollerabile un'altra scena del genere. Se la Lega non
vuol partecipare ai consigli, non partecipi. Se questo è il senso civico che la
Lega ha nei confronti dell'Amministrazione, allora devo dire che è molto basso.
CARAVITA:
Allora, fino alla scadenza del mandato assisteremo a queste pantomime! Se per
motivi di particolare gravità o altro, l'attuale Segretario - di cui io niente
ho da dire - dovesse rimanere qua, fino alla scadenza del mandato, noi non avremmo il piacere di avere di fronte a noi i rappresentanti
della Lega?
SINDACO:
Forse ci sarà qualche serata più tranquilla, senza offese, o più civile. I
cittadini di Tarzo si devono rendere conto della situazione; è giusto che
sappiano. Ora facciamo l'appello e andiamo avanti.
CARAVITA: Volevo chiedere al Segretario: queste assenze dei consiglieri della Lega, sono
assenza giustificate?
SINDACO:
Sono assenze ingiustificate.
CARAVITA:
Quante assenze ingiustificate ci possono essere?
SINDACO:
Ci possono essere 3 assenze
ingiustificate.
A questo punto il Segretario esegue l'appello.
Nel corso dell' appello, il cui risultato è riportato nel frontespizio del
presente provvedimento, il Sindaco dichiara che le assenze dei consiglieri Faraon Adriano, Sacchet Vincenzo, Della
Pietà Clara, De Pizzol
Adriano, Bof Gianangelo, Dall'Antonia Danilo, verranno considerate assenze ingiustificate.
*************************
Il Sindaco-Presidente passa al 1 punto
posto all'odg e cede la parola al Sindaco di Revine Lago Zardet Battista il
quale interviene in qualità di Presidente del Comitato di Fondazione di
Comunità il quale relaziona quanto segue:
ZARDET:
Ho preparato delle cartelline da consegnare ai consiglieri relative al progetto
fondazione di comunità. La conferenza dei Sindaci dell'ULSS 7 ancora nel 2004
ha pensato di fare una fondazione di comunità e ha nominato un comitato che
portasse avanti questo progetto. Questa
fondazione non andrà ad interferire con quelle già esistenti e nemmeno con i
servizi offerti dall'ULSS. E' stato fatto l'atto notarile e lo Statuto. L'assistente
sociale coordinata dall'assessore ai servizi sociali ed altra gente opererà nel
territorio per la raccolta di denaro e per la formulazione di progetti di
intervento che evidenzino le problematiche locali.
Il comitato ha stabilito in E
100.000,00 la somma per l'iniziale funzionamento della fondazione, E 70.000,00
sono già stati donati da una banca, la restante somma dovrebbe essere reperita
dai vari Comuni aderenti con varie iniziative. La quota a carico del Comune di
Tarzo è di E 660,00.
IL CONSIGLIO COMUNALE
VISTO
che:
Il Piano di Zona 2003-2005 approvato,
come accordo di programma, dalla Giunta Comunale del 17/08/2004 con delibera n.
84 e sottoscritto dalla Conferenza dei Sindaci dell'ULSS 7 in data 19.2.2004
prevede tra le azioni innovative e trasversali la realizzazione della
Fondazione di Comunità per il nostro territorio.
Il disegno ha preso corpo nella
Conferenza dei Sindaci del 21.4.2005 con la costituzione di un gruppo di lavoro
e l'avvio del percorso. All'obiettivo progettuale hanno aderito tutte le 28
Amministrazioni comunali del territorio dell Ulss 7. Il provvedimento di
adesione di questa Amministrazione è stato assunto con delibera n. 42 del
21.04.2005 indicando il referente
istituzionale locale nella
persona dell'Assessore ai servizi sociali ed il referente funzionale
all'interno dell'operatività locale nella persona / nell'ufficio servizi
sociali.
In data 15.12.2005, con atto del notaio
Ferretto in Conegliano, è stato costituito il Comitato per la Fondazione di
Comunità con l'obiettivo primario di raccogliere il fondo patrimoniale iniziale
e di iniziare il lavoro sul territorio volto a far conoscere questo strumento
nuovo e le sue potenzialità.
Al Comitato ed al progetto ha aderito
la Banca della Marca, istituto di credito cooperativo che, nell'attuazione dei
propri valori fondanti, ha destinato al patrimonio della costituenda fondazione
un contributo di 70 mila euro.
Ora il compito di proseguire e di
radicare l'iniziativa compete a tutti i comuni del territorio dell'ULSS 7.
1. La Fondazione di Comunità, una
realtà non profit, per la qualità del welfare locale
Nel percorrere i testi e gli studi di
settore, emerge un elemento costante: I' economia non profit è un'area in fermento
sia perché materia giovane, sia perché troppo positivamente connessa alle
dinamiche sociali di cui è espressione nelle grandi domande e insicurezze del
cambiamento che sta attraversando il mondo, o una parte significativa di esso.
Le comunità locali sono chiamate a
ripensare se stesse, il proprio sviluppo, la propria capacità di prendersi cura
dei problemi in un contesto di glocalismi sempre più evidenti.
Si è avviato in diverse sedi il
dibattito sui bilanci sociali, bilanci di missione, bilanci di sostenibilità.
Esso riguarda istituzioni ed imprese,
associazioni e realtà attive nella comunità dove partecipano alla produzione di
beni economici, di servizi e di beni relazionali.
Si è in presenza di un lavoro che
portando verso i profili dì salute di un territorio
(intesi non solo come assenza di
malattia, ma benessere più generale) sempre più evidenzia come la ricchezza
economica, il possesso di beni materiali, non costituisca da sola la chiave
della qualità della vita, anzi la ricerca dell'emancipazione da stagioni
recenti di emigrazione e di povertà (il Veneto è stato terra di emigrazione
fino a metà degli anni 70), abbia comportato l'accelerazione di uno sviluppo
che oggi manifesta tutti i suoi limiti nella distruzione del territorio,
nell'inquinamento, negli stili di vita che producono nuove patologie.
E mentre nuove sfide interpellano le
comunità locali, preoccupate del presente e del futuro - basti pensare al solo
fenomeno dell'immigrazione che mette radici e genera istanze sociali nuove - vi
è la consapevolezza che mai come oggi vi sia ricchezza diffusa, disponibilità
di risorse economiche e materiali spesso accumulate mettendo il valore lavoro
al primo ed assoluto posto nella vita, e che ci sia il desiderio di dare spazi
di nobiltà a tale ricchezza.
2.
Dare spazi di nobiltà alla ricchezza territoriale
Tale desiderio può trovare - è nostra
convinzione - una sua ragionevole realizzazione nell'ipotesi di una Fondazione
della Comunità locale.
Perché essa può:
q alimentare la cultura
della filantropia
q mobilitare la
filantropia individuale ed organizzata su obiettivi territoriali
q dare anima a progetti
a tutto campo dalla cultura al sociale, dall'ecologia alla ricerca, dalia
sanità all'istruzione, dalla riscoperta delle radici al progetto di futuro.
Perché se nel sociale il disegno è il
welfare community esso ha basi forti solo in un percorso di community care
generante quella cultura della sussidiarietà che anima il welfare mix.
Perché la nascita e la diffusione delle
Fondazioni di Comunità in Italia, può costituire un elemento ulteriore per
promuovere una legislazione - già presente nei paesi anglosassoni - che
incentivi la filantropia individuale, aziendale, associativa.
3.
Il Piano di Zona, programmazione dei servizi in
rapporto ai bisogni e Fondazione
Perché l'idea ed il progetto della
Fondazione di Comunità inserita nei piani di zona
- strumento previsto a livello
nazionale dalla L. 328 / 2000, in Veneto anticipata con la LR. 5/96 - dell'ULSS
7 cui aderiscono 28 comuni?
Perché nell'intuizione del Veneto dei
Piani di Zona (lavori preliminari al PSSRV, 1994) tale strumento doveva avere
potenzialità a tutto campo promuovendo l'azione sovracomunale, il ragionare per
territori ampi, la cittadinanza di area, l'obiettivo di riqualificare tutti gli
ambiti nei quali si genera qualità della vita e quindi benessere, salute.
L'azione programmatoria per Piani di
Zona avrebbe dovuto, strategicamente, consolidare l'esperienza dei servizi
sociosanitari e sociali, ampliarsi all'istruzione, alla cultura, alla fruizione
dell'ambiente, alla tutela dei patrimoni naturali, storici, artistici, e così
via.
Oggi
è tempo di
cominciare a pensare
a questo profilo
più elevato dell'azione
territoriale.
Allo stesso tempo il trend bisogni /
servizi di risposta / sostenibilità richiede un monitoraggio costante con
l'obiettivo di mantenere e consolidare la qualità della vita nel nostro
territorio.
'
4. La Fondazione di Comunità, uno
strumento di tutti, per tutti
Le Fondazioni in Italia sono cresciute
del 50% negli ultimi dieci anni. Fondazioni di persone fisiche, di aziende, dì banche, fondazioni di
partecipazione, fondazioni per
trasformazione di enti ed istituzioni esistenti. E' un settore
dell'economia non profìt che conosce dinamiche molto accentuate, Un settore
giovane, ma effervescente.
Ma che cos'è la Fondazione di Comunità,
in che cosa è differente?.
La Fondazione dì Comunità è un ente non
commerciale, non profit dì diritto privato che può caratterizzarsi anche come
ONLUS.
Non è una fondazione di qualcuno, ma è
di tutti e per tutti. Al suo patrimonio ed alla sua attività corrente tutti
possono concorrere, ai bandi per la progettualità da sostenere tutti possono
partecipare. Non è una fondazione di gestione, ma di raccolta ed erogazione.
Avrà prevalente attività culturale e promozionale per fare crescere una cultura
di comunità locale.
Il suo obiettivo principale è il
miglioramento della qualità della vita di una comunità locale attivando risorse
e promuovendo la cultura della solidarietà e della responsabilità sociale.
La Fondazione di Comunità, grazie al
coinvolgimento diretto dei soggetti destinatari, ,
crea un circolo virtuoso per cui la
Comunità dona risorse ad un ente che ne garantisce il riutilizzo all'interno
della collettività stessa.
La caratteristica più significativa di
questo tipo di Fondazioni è quindi la possibilità per una collettività di
investire nel proprio sviluppo e nella sua qualità attivando risorse proprie ed
avendo la garanzia che tali risorse vengano destinate alla collettività locale.
Ma la Fondazione può attrarre anche
risorse esterne alla Comunità stessa fungendo da catalizzatore di risorse
provenienti da altri soggetti (per esempio i finanziamenti dell'Unione
Europea).
Significativo: la Fondazione non è
gestore di progetti, iniziative, servizi, ma quanto raccoglie viene erogato a
soggetti dell'economia non profit o, in assenza, alle istituzioni per gli
obiettivi individuati.
5.
Non è una novità, è innovativa per il nostro territorio
La realtà delle Fondazioni di Comunità
è ormai ben strutturata negli Stati Uniti dove tali soggetti si collocano in un
contesto giuridico fiscale assolutamente vantaggioso a fianco delle grandi
fondazioni industriali, familiari ed individuali americane.
Nel censimento federale del 2000 le
Community Foundations degli Stati Uniti erano oramai oltre 600 con un patrimonio
che superava i 30 miliardi di dollari ed un tasso di crescita annuo del 20%.
C'è da sottolineare che lo sviluppo
delle Fondazioni dì Comunità in America del Nord ha coinciso con la crisi dello
stato sociale (anni '80) e da subito ha cominciato ad espandersi dagli USA al
Canada e poi in Europa, soprattutto in Gran Bretagna.
In Italia le Fondazioni non hanno una
propria legge di riferimento ma sono generate dalle norme dei codice civile e
dalle norme fiscali che regolano gli enti senza fini di lucro. Tali ultime
norme non sono così generose come quelle anglosassoni.
In Italia tuttavia, dagli anni '90 in
poi quest'area è decollata facendo registrare accanto alle fondazioni
tradizionali, l'evento delle Fondazioni bancarie, quello delle Fondazioni di
partecipazione (legge Ronchey voluta per i musei, ma poi applicata in altri
ambiti) ed infine le Fondazioni finalizzate ad obiettivi come la "Città
della speranza" di Padova o UII Nostro domani" di Treviso che sono a
metà strada tra le fondazioni di partecipazione e quelle di Comunità.
Ma l'esperienza pilota che ha diffuso
in Italia il radicarsi delle Fondazioni di Comunità è stata quella voluta dalla
Fondazione Cariplo di Milano.
Essa ha gestito un progetto di
finanziamento iniziale e di sostegno organizzativo delle Fondazioni di Comunità
in tutte le Province della Lombardia ed in due del Piemonte. I risultati -
esaminati anche in un seminario a Padova nella primavera del 2000 ed oggetto di
un secondo seminario a giugno 2004 - sono più che incoraggianti perché indicano
la nuova via allo sviluppo delle Comunità locali che vede la costituzione di
una rete di soggetti che si attivano ed investono nel proprio territorio
stimolando il senso di identità, di partecipazione e di condivisione attiva e
concreta di tutti i cittadini.
Dopo la Lombardia è partita la
Fondazione CaRiVe a Venezia, con le Fondazioni S. Stefano ( Portogruaro) e
Clodìense (Chioggia).
Ma la prima azienda ULSS e Conferenza
dei Sindaci a proporre lo strumento della Fondazione nelle politiche
sociosanitarie è stata l'ULSS 4 Alto Vicentino (Thiene), che ha varato la
Fondazione dì Comunità nel 2004. Ora è partita la Conferenza dei Sindaci
dell'ULSS 7 - Pieve di Soligo.
6.
La Fondazione strumento di Comunità
E', chiaro come la Fondazione di
Comunità possa diventare uno strumento avvincente e vincente nella concreta
realizzazione di un Piano di zona.
I principi di responsabilizzazione,
partecipazione, progettazione di azioni volte allo sviluppo di comunità sono
contemporaneamente i fondamenti del piano e della fondazione.
La Fondazione all'interno del Piano di
zona è:
>
volano moltiplicatore di risorse interne
>
catalizzatore di risorse esterne
>
garante terzo della qualità dei progetti finanziati
>
regia di trasparenza, efficienza, efficacia dei processi;
>
sponsor anche verso l'esterno della capacità progettuale della Comunità;
>
punto di riferimento stabile e
di incontro tra i soggetti
pubblici e privati che operano nella Comunità ( sede ideale di
associazioni, incontri e seminari con la popolazione ed i vari soggetti del
territorio, ecc. ).
Elemento sostanziale delle Fondazioni
di Comunità è la stesura di un piano strategico triennale e ciò non è di poco
conto per le connessioni possibili con lo stesso Piano di Zona dove potrebbe
contribuire a realizzare quei progetti che altrimenti rischiano di rimanere tra
i desideri.
7. Lasciare tracce, la solidarietà
della quotidianità e quella straordinaria
Ma l'elemento forte per promuovere
l'appartenenza alla Comunità è la filantropia: ogni storia personale
lascia tracce nella
Comunità. Ogni persona,
gruppo sociale, |
azienda, può partecipare alla
progettualità della Fondazione sia alimentandone il patrimonio che le risorse
per le attività correnti.
La Fondazione della Comunità ha il non
secondario compito di
♦ ricreare tra i cittadini un patrimonio di fiducia recìproca
♦ una cultura della
donazione - filantropia appunto - che
spesso fatica a concretizzarsi per l'assenza di un
soggetto di riferimento preciso o vede il sostegno alle iniziative più lontane
ed incontrollate.
Dal punto di vista meramente operativo
esistono diversi modi attraverso i quali
•
i cittadini, le famiglie,
•
le associazioni, i clubs, i comitati,
•
le aziende ( industriali, artigianali, commerciali, dei servizi ),
•
le banche,
•
le pubbliche amministrazioni e gli enti in genere,
possono contribuire al miglioramento
della qualità della vita della Comunità attraverso la Fondazione.
Per esempio:
q contribuendo alla
costituzione ed implementazione del patrimonio indistinto della
Fondazione;
q finanziando direttamente progetti specifici e
quindi l'attività generale
corrente;
q costituendo ed
implementando fondi speciali (patrimoniali e correnti).
In tutti questi casi godendo dei
benefici fiscali presenti nell'attuale normativa ed in quella che verrà
approvata per l'azione di pressing in atto ( anche con la campagna "+ dèi
- versi" ) per ulteriormente migliorare la legislazione italiana al
riguardo.
La filantropia, le donazioni, possono
alimentare:
>
fondi patrimoniali e correnti per ambito geografico ( distretto, comune,
ecc, );
>
fondi patrimoniali e correnti per scopo ( per la disabilità, per la
ricerca scientifica, per il volontariato, per il restauro di beni storico
artistici, ecc. );
>
fondi patrimoniali e correnti nominativi / aziendali avendo così
un'azienda o una famiglia il vantaggio di avere visibilità, senza dover gestire direttamente una propria
fondazione con tutti gli oneri relativi.
I vantaggi fiscali derivanti dalie
donazioni sono quelli noti ed in fase di miglioramento. I vantaggi della
gestione in Fondazione sono dati dal fatto che essa è esente da imposte
indirette dì registro, successione, trascrizione, voltura catastale ed Invim.
Da queste premesse
□ il Comitato per la Fondazione di Comunità ha realizzato
nelle scorse settimane quattro incontri, a Vittorio Veneto, Pieve di Soligo, Santa Lucia di Piave e San
Vendemiano, invitando tutte le Amministrazioni comunali aderenti per illustrare
le azioni che sono da realizzare in questa fase e che sono state così
sintetizzate
a)
per quanto riguarda l'attività del Comitato stesso
1.1. Costituzione del Comitato d'onore territoriale
1.2.
Organizzazione
dell'Assemblea territoriale di
presentazione e promozione dell'iniziativa
1.3.
Determinazione della mappa
delle risorse interne
e loro in/formazione ed implementazione
1.4.
Determinazione della mappa delle
risorse esterne e loro in/formazione ed implementazione
1.5. Allestimento e realizzazione strumenti operativi
1.6. Costituzione dei Comitati di Iniziativa Locale
1.7. Individuazione e definizione partnership con altri enti
1.8. Preparazione materiali promozionali
1.9. Piano di veicolazione dell'idea della Fondazione
1.10.
Raccolta fondi finalizzati al patrimonio costitutivo
1.11.
Lancio bandi relativi ai primi progetti
b)
per quanto riguarda l'attività delle singole
Amministrazioni Comunali
partecipanti all'iniziativa
2.1.
Costituzione (in modo informale) dei Comitati di Iniziativa Locale in
ogni comune
2.2.
Definizione della rete locale di riferimento
2.3.
Divulgazione dell'iniziativa mediante incontri pubblici e privati
2.4.
Promozione di iniziative locali cogliendo le opportunità esistenti
e possibili
2.5.
Stabilire relazioni significative con target specifici e strategici
2.6.
Proporre iniziative e segnalare opportunità al Comitato
2.7 Promuovere un proprio calendario. Realizzare eventi
significativi anche
intercomunali.
2.8.
Attenzione strategica alle risorse primarie 23, Pensare alle "restituzioni" 2.10
Consolidare i risultati
□ II Comitato ritiene - sentiti i pareri dei partecipanti
agli incontri realizzati - che ci sia una
prima, significativa iniziativa dei
Consigli Comunali dei 28 comuni aderenti al progetto, con l'obiettivo di
•
far conoscere il progetto agli amministratori locali ed alle forze
sociali e farlo assumere a patrimonio possibile dell'azione locale in un contesto
di inclusione e di coinvolgimento di tutti;
•
avviare le iniziative e le azioni
indicate, esemplificando
al punto b), senza escludere altre iniziative proprie, valutando anche la
possibilità di fare di qualche Comune una sede di esperienza pilota nell'ambito
della Fondazione di Comunità;
•
stabilire che la costituzione del patrimonio - primo obiettivo fondante
- avviene con il coinvolgimento della comunità locale e che anche l'attività
corrente della Fondazione avrà lo stesso riferimento, perché lo strumento sia
patrimonio della società civile di
cui i Comuni
rappresentano il riferimento istituzionale più
immediato;
•
consentire agli Amministratori Comunali, quali riconosciuti
rappresentanti della comunità locale, di valutare come farsi primi testimoni di
tale cultura di comunità, promuovendo - loro per primi - quelle scelte ed
iniziative che, senza incidere sui bilanci degli enti locali, possono segnare i
primi atti locali del percorso.
Si tratta - come si evince da questo
scenario - di un percorso progettuale che va
accompagnato da una presa in carico da
parte di tutti.
Non è una iniziativa dì questo o quel
colore, non vuole essere un progetto con
l'etichetta dì qualcuno.
Se n'abbiamo la capacità, abbiamo la
possibilità di realizzare qualcosa che sarà
di tutti e per tutti, ponendo le basi
di uno strumento che potrebbe essere strategico
per la cultura di comunità e la qualità
della vita nel nostro territorio.
La proposta di deliberazione che viene
sottoposta al Consiglio Comunale - previo dibattito sui contenuti espressi - è
la seguente.
udita la relazione sul
progetto Fondazione di Comunità cui hanno aderito tutti i comuni del territorio
dell'Azienda ULSS 7;
UDITI
gli interventi riportati in forma sintetica dei seguenti consiglieri comunali:
CESCA:
Il signor Zardet ha detto che questo tipo di fondazione andrà ad intervenire li
dove l'ULSS non arriva. E' è in grado di fare qualche esempio pratico?
ZARDET:
Queste fondazioni prendono il denaro per poi ritornarlo sotto forma di
progetti. Nel Comune di Revine mi è capitato un caso di una persona che aveva
una necessità non coperta né dalla Regione né dall'ULSS pertanto spetta al
Comune intervenire. Se in un anno avessi due casi del genere, manderei in
difficoltà economica il Comune. I progetti della Fondazione di Comunità
potrebbero essere a sostegno delle ragazze madri, dei bambini in difficoltà,
dello sport per i disabili ed altre iniziative di cui il Comune sarà promotore.
La fondazione in molti settori spazia raccoglie iniziative a favore della
famiglia dove né ULSS né Regione né altri enti intervengono.
CESCA:
Mi aspettavo una risposta più precisa e che all'interno di questo Statuto ci
fossero degli indirizzi più chiari e delineati. Mi sembra di capire che questo
progetto sia abbastanza libero e che è aperto a molte realtà che si possono
presentare nel corso del progetto. Quando si fa un progetto bisognerebbe
comunque puntare su casi particolari e non solo sulla donazione di denaro.
ZARDET:
Giustamente possiamo operare solo con la sicurezza economica. Poi i progetti
avanzati dai Comuni aderenti verranno discussi dal gruppo di gestione che in
base alle necessità locali darà le priorità. Pertanto non sarebbe corretto
parlare adesso di progetti.
TOMASI:
Premesso che l'idea mi piace, a mio avviso manca di concretezza. La
giurisdizione italiana in merito è molto rigida e non permette la registrazione
di una fondazione se non vi è uno scopo. Nei documenti ricevuti sembra proprio
che lo scopo non sia specificato. Finora si è parlato di raccogliere soldi, ma
alla gente che dà i soldi dobbiamo anche spiegare dove vengono impegnate tali
somme. Vorrei inoltre mi fosse spiegato il significato della frase scritta
nella seconda pagina della proposta di delibera che ora leggo: “se nel sociale
il disegno è il welfare community esso ha basi forti solo in un percorso di
community care generante quella cultura della sussidiarietà che anima il
welfare mix”.
ZARDET:
E' un discorso di partecipazione della comunità nei confronti di quelle persone
povere che non hanno un sostegno da parte di altri enti. Questo non è un
progetto che viene da destra o da sinistra. Infatti è stato approvato all'unanimità
nella conferenza dei sindaci, è stato approvato all'unanimtà nei vari consigli
comunali dove è stato finora proposto.
TOMASI:
Avrei due domande tecniche da sottoporle: si parla di soci promotori e qui ne
sono evidenziati sette; sono solo questi sette o alcuni potranno entrare in un
secondo momento? Chi sono i soci promotori? Sono tutti coloro che fanno un
conferimento? Dove sta il criterio per individuarli? Nel cartaceo non è
spiegato.
ZARDET:
I sette descritti nell'atto costitutivo decadono nel momento in cui è in atto
la fondazione. l soci fondatori sono il Comune, l'ULSS e la banca. Se domani
mattina un cittadino di Tarzo fa una donazione diventa socio fondatore.
Diventano soci promotori tutti quei cittadini che versano una quota e poi si
impegnano a promuovere la fondazione. Costoro hanno diritto di voto ed andranno
ad eleggere il Consiglio di Amministrazione ed a deliberare i vari interventi.
DE
NARDI: Il problema principale che emerge da questa discussione è
la genericità degli obiettivi. La scelta dei settori dove intervenire prioritariamente
doveva essere fatta prima, poteva essere esplicitata, secondo me, in modo
specifico e questa genericità non aiuterà la raccolta dei fondi. Non si capisce
inoltre bene la struttura di questa fondazione e se ci saranno poi delle spese
per il funzionamento del Consiglio di amministrazione che dovranno essere
sostenute dai Comuni.
FARAON
ANTONIO: Sull'atto costitutivo
a pagina 18 è scritto che nessun compenso è dovuto agli amministratori e
questo chiarisce il tutto. La poca specificità dei programmi può essere un
punto debole ma anche un punto di forza in quanto ci permette di spaziare senza
limite di intervento sulle varie esigenze locali.
CARAVITA:
Dal mio punto di vista il progetto non è fattibile per due motivazioni: dal
momento che viene fatto in Italia, io ho dei grossi dubbi sul costo zero della
fondazione. Sono convinto che difficilmente potremmo avere un Consiglio d'amministrazione
che si riunirà e deciderà di volta in volta in maniera del tutto volontaria.
Favorendo inoltre la cultura di queste fondazioni, che comunque possono avere
una grossa validità, agevoliamo la latitanza dello Stato che già offre sempre
meno servizi. Per quel che mi riguarda io sono contrario.
ZARDET:
Non mi permetto di discutere il vostro voto, ma mi sento di affermare che non
funzionerebbe niente in Italia senza il volontariato. Non condivido pertanto
ciò che ha affermato il consigliere Caravita anche se rispetto le sue idee.
FARAON
ANTONIO: Credo che queste fondazioni portino ad ottimi risultati. Mi
sento di citare l'associazione Fiorot e Il piccolo rifugio di Vittorio Veneto
che attraverso il volontariato lavorano e
raggiungono ottimi risultati. L'ULSS 7 preferisce dare un contributo e
puntare su queste associazioni in quanto, grazie al volontariato, vengono spesi
molti meno soldi che se la stessa ULSS facesse lo stesso servizio.
GALLON:
Sono favorevole alla Fondazione ma chiedo, se possibile, visto che l'argomento
è trattato in Consiglio Comunale, che tutti i Comune aderenti abbiano una
relazione annuale delle attività della Fondazione.
SEGRETARIO
COMUNALE: Si potrebbe aggiungere un punto 6) al dispositivo del
deliberato così formulato “di richiedere al comitato di Fondazione, e alla
Fondazione di Comunità, quando sarà attivata, di inviare dettagliata relazione
annuale al Comune sull'attività svolta e sugli obiettivi perseguiti”. Successivamente
verrà presentata relazione al Consiglio Comunale.
DAL
MOLIN: Per dichiarazione di voto esprimo il mio voto favorevole
alla proposta che deve essere senz'altro portata avanti anche se fa acqua da
qualche parte.
CONSIDERATO
lo stato di avanzamento del progetto ed i tempi e le azioni necessarie per un
suo ulteriore sviluppo con il traguardo di passare dall'attuale "Comitato
per la Fondazione di Comunità" alla Fondazione vera e propria;
condivisa l'idea ed il
percorso individuato in questa fase operativa;
RILEVATO che sulla proposta di cui alla
presente deliberazione è stato espresso parere favorevole in ordine alla
regolarità tecnica, ai sensi dell'art. 49, I° comma del D.Lgs 18.08.2000 n.
267, da parte del Responsabile del Servizio interessato;
Con voti favorevoli n. 9 e n. 2
contrari (De Nardi e Caravita) espressi in forma palese da n. 11 presenti e
votanti.
DELIBERA
1. di aderire
al percorso proposto impegnando l'Amministrazione Comunale a svolgere il
massimo sforzo, coinvolgendo tutte le identità culturali, sociali, economiche e
politiche locali, finalizzato a raggiungere e consolidare il patrimonio
iniziale per la costituzione della Fondazione di Comunità;
2. di fare proprie,
fin da adesso, le iniziative successive volte a definire progetti da sostenere
ed azioni per la raccolta di risorse per la loro realizzazione nell'ambito di
quella che sarà l'attività corrente della Fondazione, incentivando ed ampliando
la cultura locale della filantropia;
3. di promuovere subito la
costituzione di un Comitato dì Iniziativa Locale
ampiamente rappresentativo cui
demandare l'attività locale;
4. dì dare spazio
a tutte quelle possibilità che - nella attività corrente del Comune -consentono
di promuovere la Fondazione di Comunità, compresa la veicolazione di materiali
e pieghevoli;
5. di divulgare in tutte le sedi
opportune gli estremi per i versamenti alla nascente Fondazione di
Comunità ( c/c n. 206882 presso Banca della Marca -Credito Cooperativo - cod.
ABI 7084, CAB 61880, CIN 78 oppure Ccp n. ___________________intestato
a_______________:_________)
6. di aprire la raccolta fondi
finalizzati al patrimonio iniziale della Fondazione.
7.
di richiedere al Comitato di Fondazione, e alla Fondazione
di Comunità quando sarà attivata, di inviare dettagliata relazione annuale al
Comune sull'attività svolta e sugli obiettivi perseguiti;
8. impegna l'Amministrazione Comunale
a presentare al Consiglio Comunale una relazione annuale sull'andamento del
progetto di Fondazione di Comunità e sui risultati locali dell'azione comunale,
con particolare riferimento al coinvolgimento ed alla partecipazione sociale
all'iniziativa.
Si esprime parere favorevole in ordine
alla regolarità tecnica sulla proposta di cui alla presente deliberazione ai
sensi dell'art. 49, I comma del D.Lgs 18/08/2000, n. 267.
IL
RESPONSABILE DEL SERVIZIO
Giovanni Gomarasca